Casa del Capitano del popolo – Isola Maggiore del lago Trasimeno (PG)

Volutamente inserita nella sezione chiese poiché all’interno di essa si conservano due capolavori dell’arte sacra presenti in Umbria.

 

Cenni documentativi

Adiacente alla chiesa del Buon Gesù, sorge il palazzetto conosciuto con il nome di “Casa del Capitano del Popolo“.
Costruito in pietra arenaria, l’edificio, nelle due coppie di eleganti bifore, mostra evidenti caratteri gotici che ne permettono la datazione al XIV secolo. Il nome potrebbe derivare dall’effettivo utilizzo della casa da parte di qualche personaggio che aveva esercitato la carica di Capitano del Popolo nel governo comunale di Perugia e che probabilmente era dedito alla riscossione dei tributi.
L’inserimento dell’orologio data almeno alla seconda metà del XVIII secolo, quando i documenti fanno riferimento ad un addetto alla manutenzione dello stesso.
Restaurato di recente, l’edificio ospita ora un centro di documentazione sulla storia dell’isola, la cui visita costituisce una tappa fondamentale alla comprensione della realtà economica, sociale e artistica di questa comunità.
Gli spazi interni dell’edificio sono divisi per nuclei tematici.
Al piano d’ingresso, una serie di pannelli e di suggestive ricostruzioni grafiche illustrano la vita economica dell’isola, incentrata come è ovvio sulla pesca.
Il piano seminterrato, anche attraverso l’esposizione degli antichi gonfaloni processionali, è dedicato all’aspetto della religiosità degli isolani, espressa dalle numerose Confraternite che vi esistevano.
Il Primo piano invece è incentrato sulle opere d’arte presenti nelle chiese presenti nell’isola ed è su queste che concentreremo il nostro interesse.
 

POLITTICO DI ISOLA MAGGIORE ( 1460-70 ca.)


La tavola qui esposta è la parte centrale di un trittico, del quale si sono persi i laterali. Ad essa dovrebbe riferirsi una descrizione della fine del Cinquecento, che sopra l’altare della Pieve di San Michele arcangelo menziona un polittico, a fondo oro, con delle cuspidi in alto, nel quale erano rappresentati la Vergine col Bambino e i santi Michele arcangelo, Giovanni, Pietro e Paolo. Le immagini dei due ultimi santi si sono conservate nei due tondi, inseriti di norma, in polittici simili, sulla cornice. La scelta di avere ad Isola Maggiore quest’opera di Sano di Pietro, databile attorno al 1460-70, si deve certamente alla fortuna che il suo stile riscuoteva all’interno del movimento dell’Osservanza francescana, ben radicato nell’Isola.
La presenza massiccia di oro e del colore Blu Oltremare testimonia la ricchezza del dipinto e della disponibilità economica presente sull’isola in quei tempi.
SANO DI PIETRO
E uno dei maggiori artisti senesi del Rinascimento. Formatosi a Siena negli stessi anni in cui erano attivi pittori come Sassetta e Vecchietta, rispetto a questi, Sano scelse un linguaggio stilistico più semplice che riscosse grande successo. La sua delicata versione del gruppo Madonna col Bambino, diverrà un modello imitato puntualmente per decenni. A capo di una bottega attivissima e organizzata secondo criteri imprenditoriali, riuscì a produrre un numero elevatissimo di tavole e polittici.
Le sue immagini devozionali, dipinte secondo formule spesso convenzionali e per questo accessibili anche a un pubblico meno colto, divennero espressione di un rinnovato sentimento religioso che in quegli anni si stava diffondendo grazie al movimento dell’Osservanza francescana fondato da san Bernardino da Siena. Sano di Piero ne fu una sorta di pittore ufficiale, lavorando frequentemente per conventi e confraternite ad esso legate.
 

CROCEFISSO LIGNEO ( 1460-70 ca.)


Fu realizzato probabilmente per la chiesa di San Francesco, dei frati minori osservanti.
E’ intagliato in legno di pioppo, mentre il perizoma è realizzato in stoffa modellata con gesso e colla. Era poi interamente dipinto, anche se oggi ha perduto buona parte della policromia.
L’interno del busto è scavato dal retro, poi chiuso con una tavoletta inchiodata, in modo da alleggerirne il peso anche nell’eventualità di un utilizzo processionale.
E’ un pezzo di grande qualità artistica, raffinato sia nell’intaglio morbido del volto e del corpo di Cristo, che nei minuti dettagli dipinti, come i denti, la peluria del ventre e delle ascelle.
Della stessa bottega, forse folignate, che operava nell’Umbria centro-meridionale, si conoscono almeno altri tre crocifissi quasi identici a questo, e tutti provenienti da chiese collegate ai francescani osservanti, a Gualdo Tadino, Cascia e Montefalco.
Ciò autorizza a pensare che si tratti dì una tipologia specificamente richiesta dal movimento dell’Osservanza francescana perché ritenuta rispondente al tipo di devozione proposta ai fedeli, un po’ come successe per le Madonne dipinte da Sano dì Pietro.
Simili sculture lignee venivano anche impiegate nei drammi sacri, ovvero quelle rappresentazioni, molto frequenti fin dal XIV secolo, in cui alla lettura del Vangelo o delle laude sì univa una rappresentazione nella quale interagivano questi simulacri in legno insieme a dei veri attori.
Messe in scena soprattutto in prossimità della Pasqua, queste sacre rappresentazioni servivano a stimolare la partecipazione emotiva del fedele, sollecitata dalla visione diretta dei momenti più toccanti della Passione di Cristo.
 

Fonti documentative

E. Gambini M. Santanicchia – Isola Maggiore Guida storico artistica – Edizioni Associazione Turistica Pro-Loco Isola Maggiore 2007
Cartellonistica in loco
 

Da vedere nella zona

Pieve di San Michele Arcangelo
Chiesa di San Salvatore
Chiesa del Buon Gesù
Palazzetto medievale e chiesa della buona Morte
Cappellina dello sbarco di San Francesco
Castello Guglielmi ex Convento di San Francesco ( non visitabile )
Museo del Merletto
 

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