Castello di Acquasparta – Acquasparta (TR)

Ci troviamo nella “Capitale” delle Terre Arnolfe, un territorio che traborda storia in ogni suo angolo.

 

Cenni storici

Acquasparta è un comune di circa cinquemila abitanti in provincia di Terni.
Delle sue origini si conosce poco, probabilmente il suo nome deriva dal latino ad Acquas Partas per via della sua posizione tra le fonti dell’Amerino e di Furapane nella Valle del Naia.
Ma al di là del nome, di evidente derivazione romana, non ci sono testimonianze certe sull’esistenza di un nucleo abitato prima del X secolo, ruderi e frammenti di lapidi potrebbero far pensare che originariamente nel territorio dove ora sorge Acquasparta esistesse uno dei tanti vichi posti lungo la Via Flaminia.
Dopo la caduta dell’impero non è certo che questa terra fosse soggetta al Ducato longobardo di Spoleto.
Il primo insediamento abitativo si potrebbe essere sviluppato, alla fine del X secolo, attorno alle Abbazie di Santa Barbara e di San Nicolò oggi non più esistenti.
In un diploma dell’imperatore Ottone I, del 13 febbraio 962, figura come testimone un conte Arnolfo, in cui storici moderni hanno voluto ravvisare il grande feudatario che possedette quel vasto territorio cui diede il nome; ma la cosa non è sostenuta da alcun elemento probante.
La prima notizia sicura delle Terre Arnolfe risale al 1002, quando Enrico II ebbe dal papa certi territori della Carinzia, dando in cambio a “illam terram quam inter Narniam, Teramnem, vel Spoletum, ex regni nostri parte habuimus” cioè le terre comprese fra Terni, Spoleto e Narni, per cui i discendenti di Arnolfo da feudatari imperiali, di probabile origine tedesca, divennero vassalli della Chiesa.
Per un periodo non ben precisato si pensa che Acquasparta sia stata assoggettata ai Monaci dell’Abbazia di Farfa: prove ne sarebbero il Regesto in cui in un documento dell’anno 1115 si nomina il castello di Acquasparta in un contratto tra i Conti tudertini, discendenti del Conte Arnolfo, e l’Abate Berardo di Farfa e un documento dell’anno 1118 in cui l’Imperatore Enrico V conferma i possedimenti dei Monaci di Farfa tra i quali c’era anche Acquasparta.
Quello che è certo e che alla fine del XII secolo Acquasparta faceva ancora parte del dominio dei discendenti di Arnolfo, chiamati Bentivenga o Nobili di Acquasparta; essi furono impegnati a difendersi dai potentissimi vicini di Terni e Todi ma alla fine, intorno al 1233, furono sottomessi da quest’ultimi.
Per circa due secoli Acquasparta rimase sotto la giurisdizione di Todi fin quando, l’8 agosto 1489 il Papa Innocenzo VIII con un suo Breve la dichiarava terra franca, cioè libera.
Questa libertà fu minacciata intorno al 1500 dalle lotte intestine di Todi; Acquasparta, infatti, ospitati i rappresentanti di una delle due fazioni in lotta, fu assalita ed espugnata da Altobello da Chiaravalle, che provocò l’intervento dei Guelfi di Todi.
Papa Alessandro VI intervenne mandando un esercito comandato dai migliori capitani di ventura dell’epoca, che distrusse il castello di Acquasparta e catturò Altobello, unificando di nuovo la città alle Terre Arnolfe, al fine di ostacolare le brame di Todi, Terni e Spoleto su queste terre, ponendole sotto il dominio diretto della Camera Apostolica.
Nel 1538 Papa Paolo III, conscio dell’importanza strategica di Acquasparta, la fece vendere a Pier Luigi Farnese che, nel 1540, la permutò con i possedimenti della figlia di Bartolomeo d’Alviano, Isabella Liviani moglie di Gian Giacomo Cesi, portando quindi a questa famiglia la signoria di Acquasparta e Portaria.
Sisto V eresse Acquasparta a ducato nel 1588 e Federico che ne fu il primo duca.
Con il figlio, Federico II, Acquasparta raggiunse il massimo splendore.
Egli fondò a soli 18 anni, nel 1603, l’Accademia dei Lincei che sotto un’altra denominazione, esiste anche ai nostri giorni.
Alla sua morte il feudo passò nelle mani del fratello Giovanni Federico che, risiedendo a Roma, si fece rappresentare da un governatore.
Seguì un periodo di calamità: la peste del 1630, anno della morte di Federico II ed il sisma del 1703 che devastò buona parte della zona appenninica dell’Italia centrale.
Alla fine del XVIII secolo le sorti di Acquasparta si legarono a quelle della Francia, prima con gli influssi della Rivoluzione francese del 1789, poi con le alterne fortune di Napoleone Bonaparte in Italia.
Nel 1798 fu costituita la municipalità di Acquasparta, sottomessa a quella di Spoleto.
Nel 1800 l’ultimo discendente diretto della famiglia Cesi, Federico IX, rinunciò, a favore del governo pontificio, ai diritti su queste terre ad eccezione del titolo.
Dopo le sollevazioni antifrancesi Acquasparta ebbe solo pochi anni di libertà poiché l’Umbria fu invasa nuovamente da Napoleone, ora Imperatore; alla sua caduta e affossato il sogno unitario di Murat si riaffermò il potere papale diretto.
Nel motu proprio di papa Pio VII del 6 luglio 1816 sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica, Acquasparta è classificato come luogo baronale del Governo distrettuale di Terni appartenente alla Delegazione di Spoleto della Provincia dell’Umbria.
Nel riparto territoriale dell’anno successivo “Acquasparta con Configni” risulta comune unito al Governatore di Sangemini con i seguenti appodiati: Arezzo e Palazzo con Balduini, Casigliano, Casteldelmonte, Cerqueto con Fogliano, Macerino con Collecampo, Messegnano con Mogliano e Rapicciano, Porzano e Ville, Scoppio, Villa Paganica.
Nel 1827, a seguito di un ulteriore motu proprio sull’amministrazione pubblica di Leone XII, “Acquasparta con Configni e Casteldelmonte” è una podesteria soggetta al Governatore di Terni della Delegazione di Spoleto e Rieti, con i seguenti appodiati: Casigliano e Rosaro, Cisterna e Fiorenzuola, Macerino e Collecampo, Porzano e Ville, Scoppio.
Tale organizzazione amministrativa fu mantenuta fino all’Unità d’Italia, con la sola variazione della trasformazione della Delegazione di Spoleto e Rieti prima in Delegazione di Spoleto, poi in Provincia di Spoleto.
Nel 1860 Acquasparta entrò a far parte del nuovo Stato unitario nella Provincia dell’Umbria, all’interno del Circondario e Mandamento di Terni.
Quando poi il regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927 soppresse la Provincia dell’Umbria e, contestualmente istituì la Provincia di Perugia e la Provincia di Terni, Acquasparta fu assegnata a quest’ultima.
Successivamente ha seguito le vicende istituzionali ed amministrative degli altri comuni italiani.
 

Aspetto e territorio

Acquasparta conserva ancora l’aspetto di un centro medioevale con una suggestiva cinta muraria, alcune torrette e una caratteristica “Porta Vecchia” che nei secoli passati consentiva l’accesso al paese.
Il Palazzo Cesi domina per la sua imponenza l’intero abitato, risale alla seconda metà del XVI secolo e all’interno sono conservate iscrizioni romane derivanti dalle rovine di Carsulae. Galileo fu in questo palazzo ospitato dal principe Federico Cesi.
Testimonianza dell’origine medioevale è il dedalo di vicoli sito a valle del palazzo, con tanti deliziosi scorci.
All’interno delle mura si trovano la chiesa di Santa Cecilia, che conserva la tomba di Federico Cesi, e le chiese del Sacramento e di San Giuseppe.
Le due chiese più belle interessanti si trovano appena fuori le mura, la Madonna del Giglio, accanto alla porta medievale, nella parte bassa della città e l’elegante Chiesa di San Francesco, in un pulito e sobrissimo stile romanico, poco sopra l’entrata rinascimentale della città e che conserva un’interessante icona del XIV secolo.
Da non perdere negli immediati dintorni due gioielli, purtroppo abbandonati al degrado: la Chiesa di San Giovanni “De Butris” e l’Abbazia benedettina di Santa Lucia di Burchiano.
La chiesa di Chiesa di San Michele Arcangelo, sita sopra la strada per Spoleto, è ancora abitata da un’eremita.
Meritano una visita le Sorgenti dell’amerino, conosciute da tempi antichissimi e celebrate per la rara efficacia contro le affezioni del ricambio, calcolosi, gotta e acidi urici; secondo la leggenda, furono fatte sgorgare da san Francesco intorno al 1200.
Interessante anche il Cimitero monumentale, inaugurato il 22 novembre 1901, assieme alla graziosa cappella neogotica, ricco di cappelle di bella fattura e ornato da due cedri monumentali.
Sono presenti anche altri alberi monumentali, un imponente bagolaro, purtroppo mal tenuto e interamente coperto di edera, una deliziosa e grande magnolia alle Fonti Amerino, un bel gelso lungo la strada per Avigliano e una splendida roverella lungo la strada di Vermigliole.
Le frazioni del Comune meritano anch’esse una visita: il Castello di Casigliano, con le favolose tombe degli Atti e la vicina località Selvarelle; Casteldelmonte; Configni col vicino Castello di Montalbano; il Castello di Firenzuola, con la vicina magnifica Pieve di Santa Maria in Rupis e la graziosa Chiesa di Santa Lucia; il Castello di Macerino a cavallo di un’importante nodo stradale che immetteva nella valle di Spoleto, con le due belle chiese di San Biagio e San Giovenale; il Castello di Portaria, con il vicino affascinante diruto Convento dei Cappuccini di San Pietro e la graziosa Chiesa della Madonna dell’Olivo; l’amena e pittoresca frazione di Rosaro, l’affascinante Castello di Scoppio, abbarbicato su uno scoglio e abbandonato da decenni.
 

Feste Tradizionali

Ogni anno si svolge la famosa “Rievocazione rinascimentale“, con spettacoli, taverne e gare tra le tre contrade.
Nel periodo natalizio nelle date del 26 dicembre e del 1° – 6 gennaio ogni anno ad Acquasparta viene rappresentato il Presepe vivente per le vie del borgo. Un altro evento molto noto è il carnevale dei bambini che si svolge tutti gli anni nel periodo di carnevale.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Michele Arcangelo – Acquasparta (TR)
Palazzo Cesi – Acquasparta (TR)
Chiesa di San Francesco – Acquasparta (TR)
Santa Lucia di Burchiano
Castello di “Lo Scoppio” – Firenzuola ( TR )
Chiesa di San Michele Arcangelo – Lo Scoppio
Castello di Firenzuola – Acquasparta (TR)
Pieve di Santa Maria in Rupis – Firenzuola
Chiesa di Santa Lucia – Cisterna di Firenzuola (PG)
Casteldelmonte – Acquasparta (TR)
Castello di Casigliano – Acquasparta (TR)
Castello di Rosaro – Acquasparta (PG)
Castello di Montalbano di Configni – Acquasparta (TR)
Castello di Portaria – Acquasparta
Convento dei Cappuccini di San Pietro – Portaria di Acquasparta (TR)
Chiesa della Madonna dell’Olivo – Portaria
Chiesa di San Giovanni “De Butris” – Acquasparta
Castello di Macerino – Acquasparta ( TR )
Chiesa di San Biagio – Macerino
Chiesa di San Giovenale – Macerino
 

Fonti documentative

ANGELINI ROTA G. Guida di Spoleto e del suo territorio, A.G. Panetto e Petrelli, 1929
FABBI A. Guida della Valnerina : storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FILIPPONI F., Indagine su una terra di confine
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Sangemini, Itinerari Spoletini 3, Spoleto, 1975
SPERANDIO B., Chiese romaniche in Umbria, Quattroemme, Perugia, 2001
TABARRINI M., L’Umbria si racconta, Editoriale Umbra, 1982

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=41112

http://www.parrocchiadiacquasparta.it/content/chiesa-di-santa-cecilia

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=87140#

http://borghipiubelliditalia.it/project/acquasparta/#1480496820077-2b27c1ff-e93b

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

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