Castello di Battiferro – Terni

Il vecchio paese si affaccia maestoso sulla Valserra offrendo un paesaggio da mozzafiato.

 

Cenni Storici

Battiferro, oggi è frazione del comune di Terni (TR), posta a 649 m s.l.m. ed ha una popolazione di circa sei abitanti, che però d’estate aumenta considerevolmente.
Il paese si affaccia sulla Valserra e si trova lungo la strada di mezzacosta che dalla valle sale verso Montebibico.
L’antichissimo castello fu in possesso del Comune di Spoleto, forse fin dal secolo XI.
La prima notizia documentata si trova in una pergamena datata 25 giugno, 1175, in cui una tale Zbbulina di Tignoso di Battiferro, con il consenso di suo fratello Adamo priore di S. Angelo di Montebibico, fa donazione alla chiesa di Santa Maria di Spoleto dei diritti che le spettano per “morgingaph” sui beni donati dal marito, Tignoso, alla stessa chiesa.
Nel 1190 Transarico di Rustico, della famiglia degli Arroni, feudatari della bassa Valnerina, ne confermò la sudditanza al Comune Spoletino donandone la propria parte.
I canonici del Duomo di Spoleto possedevano anch’essi una porzione del castello, e tentarono di venderla, ma nello stesso anno 1190 annullarono l’atto, riconoscendo la donazione fatta al Comune da Rustico, il quale era stato forse il padre di Transarico.
Nel 1241 Federico II e nel 1247 il Cardinal Capocci ne confermarono il possesso a Spoleto.
Nel 1296 tutti gli abitanti del paese lo abbandonarono, ma il comune di Spoleto ve li riportò con forza.
Nel 1325, i Santi, filii domini Petri da Spoleto e signori del paese, si ribellarono alla città ducale.
La Curia del Ducato, confiscò allora per la Chiesa la rocca di quel castello e volle che il Comune di Spoleto desse garanzie di custodirla ad nutum.
Nel 1410 dopo un assalto a Terni il castello fu conquistato dai nemici per il tradimento di tal Ricciardo da Montereale, gli Spoletini se ne riappropriarono in fretta, uccisero i traditori e ne rinforzarono le fortificazioni, ampliandone la torre.
Nel 1417 il castello fu conquistato di nuovo da Cola di Giovanni e dal figlio Giovanni, che per breve tempo ne ebbero la signoria.
Nel 1445 Nicolò V lo fece restaurare e vi collocò un monastero di cistercensi, in seguito, con l’abbandono delle esigenze di difesa, rimase solo l’insediamento monastico.
La presenza di una sorgiva favorì insediamenti rurali in questa zona, anche se poi il nucleo originario del paese si spopolò per spostarsi più in basso, ove è ora; si sa che nel 1602 vi abitavano già 24 famiglie.
Dalla visita pastorale di Carlo Giacinto Lascaris si apprende che nel 1712 la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Adriano possedeva una piccola Sacristia ed il pavimento era realizzato in laterizio.
Nel giorno della Santissima Trinità è tradizione locale recarsi in processione verso il monastero dei Santi che domina tutta la Val di Serra.
Da visitare la Chiesa di Sant’Adriano e quel che rimane dell’antico castello, con l’antico monastero – abbazia, officiata nel passato dai Cistercensi.
Su una casa è murata un’enigmatica lapide quattrocentesca.
 

Fonti documentative

AA. VV. Lepergamene dell’Archivio, del Capitolo della Chiesa Cattedrale di S. Mafia di Spoleto dalle
origini alia fine del pontificato di Innocenzo III
FABBI A. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di Sant’Adriano

Cecalocco
Chiesa di San Giovenale
 

Mappa

Link coordinate: 42.618729 12.697768

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