Castello di Portaria – Acquasparta

Paese molto caratteristico assolutamente da visitare.

 

Cenni Storici

È una località di 425 abitanti a 6 km di distanza dal comune di Acquasparta.
Si trova lungo l’antico diverticolo della via Flaminia, tra Carsulae e Spoleto.
La zona probabilmente è abitata fin dall’epoca romana, come testimoniato da numerosi rinvenimenti nei dintorni, si segnalano un’iscrizione latina e una testa umana in calcare compatto, rinvenute nella vicina Capo d’Acqua, risalenti al II secolo a.C. e una tomba romana con materiale fittile presso il bivio di Portaria.
L’antico nome era Porcaria e testimonia l’esistenza in questa zona, ricca di boschi adatti al pascolo dei maiali, di un primitivo insediamento pastorale e compare per la prima volta nel 1093 quando i discendenti del conte Arnolfo donarono all’abbazia di Montecassino due monasteri con i loro annessi “in curte de Porcaria, omnia qualiter pertinet in comitatu Narniensi“.
Nel 1239 Portaria si pone sotto la protezione di Spoleto.
Il possesso è poi confermato nel 1247 dal cardinal Capocci.
Quando gli spoletini, nel 1262, presero possesso delle Terre Arnolfe Urbano IV intimò che fossero restituite alla chiesa e inviò il suo rappresentante Ranieri, prelato viterbese e suo cappellano, a risiedere a Portaria, che tornò possesso diretto della Camera Apostolica.
Nel 1447 si ha notizia della riforma del monastero di Santa Caterina “apud Suinates” (Portaria) ad opera del priore generale Cristoforo da Giustinopoli Servi di santa Maria tramite l’invio di una suora appartenente al monastero della Trinità di Spoleto.
Il centro, munito di un sistema di robuste fortificazioni, diventa una delle principali località delle Terre Arnolfe.
Nel 1495 Portaria fu costretta a sottomettersi nuovamente al comune di Spoleto a causa delle scorrerie dei ternani e dei tudertini e per difenderla Spoleto si avvalse dell’aiuto del celebre capitano Bartolomeo d’Alviano il quale spedì numerosi fanti e successivamente un commissario perché risiedesse stabilmente in Portaria.
Nell’agosto 1499 Lucrezia Borgia, insieme al suo corteo, prima di prendere possesso del governatorato di Spoleto si fermò al castello di Porcaria e fu accolta da quattro commissari e duecento fanti spoletini e dimorò in una delle case sulla piazza.
Viaggiò Lucrezia per ben sei giorni, ora cavalcando, ora in lettiga. Innanzi ch’ella giungesse al castello di Porcaria, le si fecero incontro dugento fanti spoletini, e nel detto castello trovò quattro commissari del comune a riceverla e farle omaggio. Questi, dopo il pranzo, che per loro cura fu ivi imbandito alla duchessa, furono seco nel rimanente del viaggio
Nel 1540 Giovan Giacomo Cesi marito di Isabella figlia di Bartolomeo d’Alviano, cedette a Pier Luigi Farnese il castello di Alviano ricevuto in dote dalla moglie in cambio di Acquasparta e Portaria, acquistate fin dal 1550 dalla Camera Apostolica per 6000 scudi.
Comune autonomo fino al novembre 1875, quando fu accorpato al comune di Cesi, allora in provincia di Perugia.
Nel 1927, a seguito dell’accorpamento del comune di Casi a Terni, divenne frazione di quest’ultimo.
Nel 1929 fu distaccata da Terni e accorpata a Acquasparta.
 

Aspetto

Il castello si presenta come un caratteristico borgo medioevale del XII secolo adagiato sulla costa dei Monti Martani a dominio della pittoresca valle del Naia.
Di questo antico castello Arnolfo restano importanti resti della Rocca, avendo pressoché intatta la cinta delle mura castellane.
Nell’interno del paese, al complesso urbanistico medioevale, si aggiungono opere rinascimentali della fine del XVI secolo dovute all’illustre famiglia Cesi.
La porta Romana, di possente architettura, è ornata dallo stemma di Portaria, sopra v’è una lapide commemorativa e, ancora più in alto, lo stemma dei nobili di Cesi.
Sull’antica Piazza Giuseppe Verdi si eleva la Torre dell’Orologio del 1200 restaurata nel 1600 e successivamente nel 1967 dalla Sovraintendenza di Perugia, sovrastata da una sopraelevazione e conclusa da pinnacoli e da una cuspide che contiene la campana ed è decorata da una cornice di beccatelli, l’orologio è di recente collocazione.
Davanti ad essa si affaccia il pozzo fatto costruire dal Duca di Acquasparta che rimase in uso fino agli anni cinquanta del secolo scorso: ha una cisterna grande quanto la piazza stessa, utilizzata come rifugio durante la seconda guerra mondiale.
Si può ammirare la lapide della posta sostituta dell’originale più grande asportata circa 60 anni orsono e conservata al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni a Roma, datata 1674, fu una delle prime cassette postali in Italia.
 

Passeggiata per il Borgo

Salendo verso la Porta Spoletina, lungo Via Umberto I, sulla sinistra si trova la piccola chiesa dell’Annunziata.
Poi a destra, poco prima della porta si trova una piazza, ove è l’ingresso principale della parrocchiale, dedicata ai santi Filippo e Giacomo.
Su di un portone campeggia un grande stemma raffigurante un’aquila.
Di seguito, lungo Via Santa Caterina, sopra un portale di un’abitazione privata, si trova un manufatto in terracotta, datato 1774, di difficile lettura e interpretazione, forse raffigurante Gesù Cristo, sotto si trova il simbolo di San Bernardino.
Prima di riprendere la salita verso il castello è d’obbligo un giro tra i vicoli del borgo, tra le tante case caratteristiche con le scale esterne, archi, giardini pensili.
Si sale poi ancora, fino ad arrivare a ciò che rimane del vecchio monastero di Santa Caterina e alla porta del castello, anch’esso poi divenuto parte del monastero.
Nei dintorni è possibile ammirare vecchi casali e una caratteristica torre colombaia con decorazioni in laterizio.
Per finire, appena dopo il bivio, lungo la strada che riporta ad Acquasparta, in località Osteriaccia, si trova un’enigmatica costruzione, probabilmente una Tomba Romana.
 

Fonti documentative

NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Sangemini, Itinerari Spoletini 3, Spoleto, 1975
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
Un edificio problematico: l’«oratorio» dell’Osteriaccia presso Portaria, in “Spoletium”, 29-30(1984-1985),
Fonti storico-spirituali dei Servi di santa Maria pdf

http://servidimaria.net/sitoosm/it/storia/fons2/01.pdf

http://www.comune.acquasparta.tr.it/

http://it.wikipedia.org/wiki/Portaria

https://www.montagneaperte.it/edicolesacre/acquasparta-portaria-via-santa-caterina-1-acq030/

 

Da vedere nella zona

Museo Antonio Dolci
Chiesa della Madonna dell’olivo
Convento di San Pietro
Tomba Romana
 

Mappa

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