Castello di Sant’Angelo in Mercole – Spoleto (PG)

 

Cenni Storici

Sant’Angelo in Mercole è una villa del territorio spoletino che alla fine del XIV secolo divenne castello.
Tra il 1414 e il 1415 il castello è stato danneggiato dagli uomini di Beroide, in guerra con Spoleto, poi è stato ridotto a villa aperta per ordine del Cardinale legato Vitelleschi, in quanto tra i luoghi che nei primi decenni del secolo XV si era ribellato alla città di Spoleto.
Successivamente fu ricostruito.
Il toponimo “in Mercole” (in alcune scritture “di Mercurio“) conserva sicuramente la memoria di un tempio dedicato a Mercurio, forse posizionato proprio nel sito della vecchia chiesa; da un Dio con le ali ai piedi ad un angelo con le ali sulle spalle.
Malgrado l’abbandono, le manomissioni e la rovina, conserva ancora un’immagine di potenza e documenta un tipico esempio di architettura militare: alte mura con feritoie, possenti torri nei punti strategici, una munita porta di accesso, una grande cisterna d’acqua posta entro le mura e varie case che testimoniano una intensa vita castellana. Sui muri esterni del castello, sulla destra della porta di accesso, spiccava una scultura in marmo, ora conservata dentro la chiesa di San Bernardino, forse del VII-VIII secolo, che non si sa bene cosa rappresenti: forse trattasi di un San Michele Arcangelo; nella parte inferiore della scultura corre una scritta di difficile lettura: ADAMAE LU MARTiNu (?).
Sopra la detta scultura era posta un’altra con scolpita una croce e decorata a spirale affrontata, collocabile ugualmente al VII – VIII secolo.
La Chiesa di San Bernardino da Siena, si trova entro il castello subito a destra della porta.
Nei dintorni del Castello si trovano belle ville di campagna, la più imponente è appartenuta alla famiglia della Genga ed è provvista anche di una cappellina privata.
Poco sotto il castello si notano i resti della Chiesa di Sant’Angelo; nel vano, che era a due spioventi con unica navata e con abside semicircolare, erano importanti affreschi del ‘400 e ‘500 tra cui alcuni di Giovanni di Pietro detto lo Spagna datati 1517.
Ancora più in basso si trova la nuova sede parrocchiale, scendendo ancora si incontra una magnifica villa con un imponente parco, già di proprietà della famiglia Marignoli.
Nelle vicinanze di questo castello sono da ricordare altri due fortilizi e cioè quello di Trignano, ormai scomparso e i cui resti si notano ancora nella piccola frazione di Scatarci ove si trova la Chiesa di San Marcello e quello di Busano, anche questo completamente distrutto, il quale racchiudeva la diruta Chiesa di San Feliciano, documentata sin dal 1178, ma di cui non rimane più traccia.
Nei pressi di Sant’Angelo in Mercole si trovavano miniere di lignite, tra le prime dell’Umbria ad essere sfruttate, assieme a quelle di Morgnano, vicino c’è un cementificio che utilizzava come combustibile la lignite estratta in loco.
Tra la località San Filippo e Sant’Angelo in Mercole un vasto terreno olivato racchiude al suo interno l’olivo secolare, clone di quello più celebre che si trova a Bovara di Trevi, ricordato come l’olivo di Sant’Emiliano.
 

Fonti documentative

NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Sangemini, Itinerari Spoletini 3, Spoleto, 1975
FAUSTI L., I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
La lignite di S. Angelo in Mercole nel comune di Spoleto. Prime ricerche minerarie di Ricci Arpago Prof. titolare di fisica e chimica nell’Istituto Tecnico di Spoleto
SANSI A., Storia del Comune di Spoleto, Accademia Spoletina, Spoleto, 1876
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Chiesa di San Bernardino da Siena – Sant’Angelo in Mercole di Spoleto (PG)
Chiesa di San Marcello – Scatarci di Spoleto (PG)
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>