Castello di Sant’Eraclio – Foligno (PG)

Come ben descritto dal compianto Mario Sensi, Sant’Eraclio da castello di frontiera è diventato periferia della stessa città di Foligno.

 

Cenni Storici

L’area su cui insiste il castello era abitata fin dai tempi degli Umbri molti secoli prima di Cristo, infatti il ritrovamento di una cisterna durante gli scavi per la costruzione del monastero di Betlem, che si trova poco più a monte ne è la testimonianza.
La cisterna infatti presenta una scritta in lingua umbra a caratteri arcaici latini, che dice:
Bia aposet Maroni T. Fultonio se Petronio“; cioè: “Vivam fecerunt Marones T. Fultonius S. Petronius” (i Maroni, cioè i magistrati costruttori, Tito Fultonio e S. Petronio fecero questa cisterna).
Il territorio degli Umbri cadde sotto la dominazione romana nel 295 a.C. nello stesso secolo e precisamente nel 220 dal censore Gaio Flaminio fu voluta la costruzione della strada Flaminia che partendo da Roma e attraversando l’Umbria giungeva a Fano nelle Marche e passava proprio qui.
Secondo lo storico Moroni (vissuto nel 1800) ritiene che durante il periodo dell’impero romano, dov’è S.Eraclio oggi, ci fosse un acquartieramento di legionari e quindi una Statio Fulginas (cambio dei cavalli e abbeverata) e questo non solo perché il paese era sulla via Flaminia, ma anche per la presenza di una ricca sorgente di acqua ubicata in via Fontanelle e via Fontevecchia.
L’ipotesi trova fondamento in merito ad una leggenda che vuole una esecuzione di tre legionari ivi acquartierati che non rinnegarono la loro fede durante le persecuzioni dei cristiani sotto l’imperatore Decio nel 251 d.c ed essi erano Eraclio, Giusto e Mauro.
Lo storico folignate Jacobilli nel suo libro “Vite dei santi e beati di Foligno” del 1628 cita Eraclio ma per quante ricerche abbia fatto non gli è riuscito descrive né le origini, né la storia, né la sua sepoltura, quindi si attiene solo ad una remota antichità del culto per questo santo e lo cita insieme ai suoi compagni di martirio Giusto e Mauro.
Si è avanzata anche l’ipotesi che Sant’Eraclio più che ad un personaggio reale sia da ritenere una derivazione del culto di Ercole, infatti a Santa Maria in Campis dove sorgeva l’antica Fulgineum fu trovata una statuetta di Ercole in riposo alta 42 cm oggi al museo del Louvre che fece pensare ad un culto per lo stesso in loco e con l’avvento del cristianesimo l’Ercole pagano si sia trasformato in un martire cristiano di nome Eraclio stante l’assonanza dei nomi Hercules dei latini che corrisponde all’Heracles dei greci, quindi Eraclio, ma sono solo supposizioni.
Lo storico Cappelletti afferma che “nell’anno stesso in cui subiva il martirio S.Feliciano, lo sostennero ai 4 di maggio altri tre cittadini Eraclio, Giusto e Mauro, ai quali nel luogo del loro supplizio, fu eretto un tempio col nome del primo; in seguito vi si formò un borgo che similmente ne portò il nome, situato alla distanza di circa un miglio dalla città di Foligno“.
Certo è che il primo nucleo di case sorse intorno alla chiesina eretta in suo onore intorno al VIII sec. d. C.
Il primo documento storico certo, che riporta la presenza di un luogo di culto dedicato a S. Eraclio, è del 982 ove si dice che la chiesa di S.Marco di Spoleto possedeva nel territorio di Foligno un luogo indicato con il nome di S. Heracleum.
Successivamente in seguito ad una bolla di Innocenzo II la chiesa dipese dal Vescovo di Foligno successivamente Papa Gregorio XIII nel 1580 la concesse alla Congregazione dei monaci olivetani di San Benedetto di Santa Maria in Campis e vi restò fino al 1817.
Nel 1305, essendo Nallo Trinci, con l’aiuto dei perugini, diventato signore di Foligno con la cacciata degli Anastasi trasformò la città da Comune a Signoria e se per un verso aveva tolto la partecipazione di più cittadini al governo della città, dall’altra aveva portato ad una maggiore tranquillità e sicurezza nei territori soggetti alla città di Foligno.
Nallo II per meglio difendere i suoi confini dai pericoli che gli venivano dalla parte di Spoleto, sia per il luogo sulla Flaminia troppo esposto alle continue scorrerie delle compagnie di ventura e per proteggere gli abitanti dei villaggio che si era sviluppato attorno alla chiesa di S. Croce, ordinò di erigere alte mura in sostituzione della siepe di tavole esistenti “Quod muretur muro murato et facto ad arenam et calcem circom circa locum dicti Sancti Euraclii...” ed una alta torre con una campana da 400 libbre che andò a fronteggiare quella dirimpettaia di Matigge della Spoletina Trevi.
La popolazione contribuì con la mano d’opera e le pietre, e Nallo Trinci coprì la spesa.
Nel 1320 il castello era completato con la sola porta e ponte levatoio verso Spoleto, e con la casa castellana, ove per alcuni mesi lo stesso Nallo dimorò per dimostrare quanto era sicura la vita in quel luogo.
Infatti la costruzione del Castello, con le sue alte mura (30 piedi ) e la sua torre di avvistamento e di rifugio in caso di guerra, offriva garanzia di sicurezza per cui nel 1373 altre venti famiglie della parrocchia della Cattedrale, che abitavano nei dintorni di Santa Maria in Campis, vi scelsero la loro dimora.
Nei primi del ‘400 le truppe di Ladislao di Napoli saccheggiarono le ville di Flamignano e Rivo, sulla collina di S. Eraclio, che furono abbandonate e ben 240 persone si stiparono dentro il castello.
Nel Liber Officiorum compilato nel 1421 al tempo di Corrado Trinci si ricorda che Foligno a difesa del confine con Trevi aveva tre postazioni militari: Castrum Civitelle (vicino Cancelli), la Turris di ser Angelo di Roviglieto e la Torre di Sant’Eraclio custodita da un castellano eletto dai Trinci e stipendiato dagli abitanti “Castrum et turris Sancti Racli aveva un officialis, qui faciat custodiri terre homines electos ad portam et turrim per tres florenos mense ad hominem“.
La postazione più importante era Sant’Eraclio per la cui custodia erano tenuti a contribuire anche altre otto ville vicine cioè Costa, Rio, Flamignano, Sterpete, S. Stefano dei Piccioni, Cancellara e Scandolaro.
L’aumento demografico nel corso dei secoli ha avuto un notevole incremento, nel 1502 si contano 50 capifamiglia, nel 1573 il Camaiani nella sua Visita pastorale rileva 125 famiglie, nel 1613 si contano 166 famiglie che passeranno a 184 di dieci anni dopo e così via fino al 1996 dove si contano 4300 abitanti.
Verso la metà del XVI secolo il castello fu disegnato dall’architetto militare Piccolpasso il quale lo descrive isolato con fossi d’intorno e appena 4 o 5 case all’esterno delle mura e all’interno circa 40 fuochi.
Il territorio di Foligno riconquistato dal cardinale Giovanni Vitelleschi tornò alla Chiesa, il 17 luglio del 1349 il castello fu assediato e preso; dopo la caduta dei Trinci nel 1439 fu governato da un Legato Pontificio e da un Consiglio scelto dal Papa.
L’8 Maggio 1455, Callisto III concesse alla Comunità di Foligno le Rocche e Castelli del territorio e nel 1458 confermò, per il governo della città e territorio, le antiche disposizioni statutarie.
Così il Castello fu retto da un Castellano e due Consoli eletti dal Consiglio di Foligno, da un Sindaco e due Massari eletti dal popolo di S. Eraclio.
Nel 1533 gli abitanti del castello furono esonerati dall’obbligo del salario al Castellano a condizione che provvedessero alla manutenzione della torre, delle mura e agli argini del fiume Meandro ed ai confini con Trevi.
In seguito S. Eraclio ebbe, come tutte le altre Comunità, una certa autonomia, appoggiato al Comune di Foligno.
Tale vassallaggio verso Foligno era riconosciuto mediante l’obbligo di alcuni pesi annuali, fra i quali: il contributo al pasto del Magistrato e fargli pervenire, per la Festa di S. Feliciano, “due scudi e due paia di capponi“.
Verso il 1710 dovettero sorgere delle controversie tre Foligno e S. Eraclio circa il concorso alle spese per il Magistrato, controversie che finirono con sentenza favorevole alla Città.
E forse fu in seguito a tale sentenza che, nel maggio del 1728, S. Eraclio venne soppresso come Comune appodiato; furono ritirati i sigilli di cui faceva uso il Sindaco, e venne incorporato alla Città.
I rapporti con la città di Foligno però non furono idilliaci e nel 1750 gli abitanti rifiutarono di pagare le tasse e di sistemare un tratto della via Lauretana alla salita di Colle di Scandolaro, compito a cui erano tenuti gli abitanti sin dal 1482.
La causa andò avanti per quasi 10 anni e alla fine ebbe la meglio Foligno.
Dopo l’invasione francese ritornò il Governo Pontificio e Sant’Eraclio fu retto come Comune appodiato a quello di Foligno al quale presentava il bilancio annuale per l’approvazione; tutto ciò fino al 1860 quando con l’Unità d’Italia fu soppresso e passò definitivamente sotto Foligno.
Nel 1917 furono abbattute le case ad ovest del castello e fu aperta la strada esterna.
 

Aspetto

Nonostante che il paese urbanisticamente sia diventato una zona periferica della città stessa, conserva ancora la sua forma circolare con l’alta torre al centro.
Due porte contrapposte fornite entrambi di torre immettono all’interno, le stesse erano provviste di porte di cui si conservano ancora i cardini e del ponte levatoio di cui sono visibili ancora i segni lasciati dalle corde, solo da mezzo secolo è stato chiuso il fossato che circondava le mura.
Al centro del castello la torre di vedetta parallelepipeda; era molto più alta in origine e terminava con terrazza a merli e mensoloni, ma fu abbassata di 8 metri nel 1775.
Nell’interno della rocca è il palazzetto, dove il castellano custodiva la fortezza con l’aiuto di uomini scelti.
Notevole nel palazzetto è il piano superiore con il salone d’onore e l’appartamento; il pianoterra ha un’ampia loggia rinascimentale a laterizio, ora chiusa, che servì da mercato, da luogo di assemblea, da ufficio notarile e giudiziario.
Lungo l’antica via Flaminia sulla piazza antistante il castello si nota la fontana architettonica realizzata nel XVI secolo con lo stemma di Paolo III e tre protori leonine.
 

Fonti documentative

M. Sensi – Da Castello di frontiera a periferia di Foligno – 2012

https://www.santeraclio.altervista.org/la-storia/la-nascita-del-castello-dei-trinci.html

M. Tabarrini – L’Umbria si racconta – 1982
 

Fonti fotografiche

La riproduzione del disegno del Piccolpasso è stata tratta dal sito www.santeraclio.altervista.org
 

Mappa

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