Chiesa dei SS. Biagio e Romualdo – Fabriano (AN)

Cenni Storici

La Chiesa di S. Biagio fu eretta dai monaci benedettini di S. Vittore delle Chiuse, probabilmente prima del 1210 (data i cui viene citata per la prima volta in un documento). Nel 1232 Filippo, vescovo di Camerino, attribuì ufficialmente alla chiesa il titolo di “parrocchia”. La parrocchia venne guidata inizialmente da monaci benedettini, poi da preti secolari e, per il periodo 1407-1427, dal monaco benedettino silvestrino Anselmo. Distrutta nel 1282 da un terribile terremoto, la chiesa fu subito ricostruita, tanto da poter essere riconsacrata nel 1287. Nel 1481, (a conclusione delle vicende legate al trafugamento delle sacre spoglie di S. Romualdo da Valdicastro) la chiesa di S. Biagio accolse il corpo del Patriarca ravennate, di cui ha ancora la custodia. Da allora, essa assunse il nome di “Chiesa dei SS. Biagio e Romualdo”. Dal 1636 la parrocchia venne affidata ai monaci camaldolesi. Nella prima metà del 1500, un primitivo ospizio per monaci annesso alla chiesa, si trasformò in un vero e proprio monastero con un bel chiostro adiacente e si pose mano ad una profonda sistemazione della chiesa. In questo periodo vennero anche fissati i limiti della parrocchia, indicati con quattro pietre poste ai confini della stessa (tre di queste sono ancor oggi visibili). Nel 1576 si iniziò la costruzione del campanile, che (ultimato con l’innalzamento della cupola nel 1646), già dal 1579, ricoperto e dotato di campane, iniziò a funzionare. Nei secoli XVI-XVII si susseguirono moltissimi lavori di ampliamento e di abbellimento della chiesa (decorazioni, pitture, sculture, pavimentazione, stalli del coro, nicchie, altare, tabernacolo…). I danni arrecati dal terremoto del 1703 alla cupola, alle volte del chiostro e all’interno della chiesa, vennero eliminati prontamente; nel 1734 la chiesa fu dotata anche di un pregevole fonte battesimale. Un terremoto ben più grave si abbatte sulla città nel 1741: tantissime le chiese e gli edifici pubblici danneggiati. Per quanto riguarda la chiesa di S. Biagio il disastro fu tale che si dovette rifabbricare tutta la chiesa dal presbiterio in giù. Nel 1748 venne costruita la cripta in cui vennero deposte le spoglie del Patriarca S. Romualdo. In seguito alla soppressione napoleonica del 1810 e successivamente (1861) a quella governativa italiana, i monaci camaldolesi di S. Biagio furono costretti ad abbandonare la loro casa (1806-1822) e ad assistere impotenti all’espropriazione di gran parte dei loro beni edilizi e di molti oggetti sacri. Nel 1933 la Congregazione dei monaci cenobiti camaldolesi viene unita alla Congregazione degli eremiti camaldolesi di Toscana prendendo il nome di “Congregazione dei monaci eremiti camaldolesi dell’Ordine di S. Benedetto”. Il cenobio di S. Biagio non fu chiuso in quanto custode del corpo del Fondatore Romualdo e si permise che i monaci continuassero il loro tradizionale ministero parrocchiale. Dal 1946 al 1970 sia nel monastero che nella chiesa si susseguirono vari interventi di abbellimento e di restauro (ristrutturazione del monastero danneggiato dai bombardamenti; ricostruzione della scalinata d’accesso alla chiesa e delle due balaustre in pietra; nuova pavimentazione della chiesa; restauro del chiostro cinquecentesco). Nel 1981, per il quinto centenario della traslazione del corpo di S. Romualdo a Fabriano e a distanza di 342 anni dall’ultima ricognizione canonica e scientifica delle sue spoglie, avvenuta nel 1639 (le precedenti portano le date 1466 – 1481 – 1516) iniziò il processo ricognitivo delle spoglie di S. Romualdo. La ricognizione antropologica dei resti del corpo di S. Romualdo è stata effettuata dal prof. Giancarlo Alciati, direttore dell’Istituto di antropologia dell’Università di Padova e dal medico chirurgo dotto Alvise Cherubini di Jesi.

Per approfondimenti maggiori: www.fabrianoturismo.it

 

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