Chiesa della Madonna del Pozzo – Spoleto (PG)


 

Cenni Storici

Questa minuscola chiesa si trova inglobata in un palazzo, in fondo a Via Monterone, sulla destra, poco prima della porta, ingresso sud della Città medievale e antico tracciato della Via Flaminia.
Davanti all’altare v’è un pozzo, ora chiuso, da cui scaturiva acqua solforosa, considerata miracolosa per la guarigione dei malati di rogna o scabbia, motivo per il quale vi fu eretta la cappella.
Successivamente alla visita dell’arcivescovo di Gaeta, Pietro de Lunel (1572), fu resa “decens” con la realizzazione del sacello e della facciata, resa possibile dalla costruzione dell’edificio superiore.
È stata restaurata dagli Amici di Spoleto nel 1963.
 

Aspetto esterno

L’esterno presenta una facciata con quattro paraste che sorreggono un timpano, sopra è scolpita una croce.
Sopra la piccola porta si apre una finestra quadrata, ai lati se ne trovano due rettangolari.
 

Interno

Il minuscolo interno presenta sulla parete sinistra, entro nicchie distinte da pilastri con decorazioni nastriformi, San Pietro e San Paolo, affreschi cinquecenteschi di autore sconosciuto.
Un pregevole affresco del 1493, attribuito a Bernardino Campilio, raffigura al centro la Madonna con Gesù benedicente, fra i Santi Giovanni Battista e San Pietro Martire, compatrono di Spoleto, raffigurato nella iconografia classica: capo reclinato, palma del martirio, e libro.
La combinazione degli elementi stilistici, ornamentali e grafici consente di attribuire questo trittico murale (Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Pietro martire patrono di Spoleto) a Bernardino Campilio da Spoleto, artista estroso di cui si sa che oltre a dipingere si dilettava anche di poesia e di musica (suonava cetra e liuto).
Era nativo di Lenano, nei pressi di Campello, località da cui prese il nome latinizzato Campilius, e lasciò opere in tutto lo Spoletino, nella Valnerina meridionale e nel Piceno.
Fu in contatto con Pier Matteo d’Amelia all’epoca del polittico di Terni
(1483).
L’influenza del maestro amerino si palesa nel san Giovanni Battista del presente affresco e nel medesimo santo del trittico di Arrone oggi ridotto alla sola predella firmata e datata 1487 (oggetto di prossima pubblicazione).
Può considerarsi l’ultimo pittore autoctono spoletino prima dell’avvento di Giovanni Spagna e di Jacopo Siculo, seguaci e divulgatori rispettivamente del Perugino e di Raffaello“. (Romano Cordella).
Sotto si legge l’iscrizione: IMAGO S. JOHANNIS BAPTISTAE * ANNO GRATIAE MCCCCXCIII MENSIS OTTOBRIS XI * IMAGO S. PETRI MARTIRIS.
Nella parete di destra, della stessa mano e con la stessa decorazione della parete di fronte, San Francesco e Sant’Antonio da Padova.
Nella volta è effigiato l’Eterno, il fregio è costituito da metope con cherubini separate da triglifi; sopra la porta è il monogramma mariano ottocentesco con la mezzaluna dell’Ascensione.
Sopra la mensa d’altare è dipinta una tabella, di difficile lettura, che fa riferimento ai miracoli operati nel 1500 e nel 1535.
 

Curiosità

La chiesina è sede del più piccolo museo dell’Umbria, l'”Opus & Light” di Studio A’87, dal 1997, a cadenza mensile o bimestrale, prevede interventi di artisti e miracolati, operatori culturali contemporanei di diverse generazioni nello spazio della chiesetta.
Progetto ideato e curato da Franco Troiani.
 

Fonti documentative

AA. VV. Edicole Sacre nel territorio della Comunità Montana dei Monti Martani e del Serano
GENTILI LAMBERTO, GIACCHÉ LUCIANO, RAGNI BERNARDINO e TOSCANO BRUNO, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto, Roma, Edindustria, 1978.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 42.730016 12.735525

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>