Chiesa di Santa Margherita di Antiochia – Morignano di Ascoli Piceno (AP)

Articolo prodotto da Domenico Piotti che ringrazio.

Cenni Storici

Dopo 43 anni dal sisma del 26 novembre del 1972, nel 2005 iniziarono i lavori di recupero di ciò che rimaneva della Chiesa di S. Margherita di Antiochia di Pisidia in Morignano di Ascoli Piceno.
Nel 2010 durante la fase di rifacimento del pavimento nella Loggia, addossata alla omonima Chiesa, “intramoenia castri, 1381 Sindacatus Moregnani“, ora ex -parrocchiale, si scrostarono gli intonaci perimetrali.
A quel punto riemersero gli affreschi e i graffiti, con grande meraviglia di tutti.
In realtà nel piccolo locale, adibito al suono delle campane a fune, presente all’interno della loggia s’intravvedevano tracce di affreschi a cui mai nessuno aveva dato peso.
La Loggia, a memoria d’uomo, era da sempre usata dalla Congregazione del Santissimo Sacramento quale granaio del Monte Frumentario, ovvero la banca del grano della parrocchia.
Il terremoto del 1972 rese inagibili le due Chiese antiche del X sec. presenti a Morignano.
Dal 1972 al 2010 le infiltrazioni d’acqua dovute alle piogge e alla neve e i successivi terremoti (19 settembre 1979 della Val Nerina; 29 aprile 1984 di Gubbio; 3 luglio 1987 in mare Porto Sant’Elpidio; 26 settembre 1997 di Foligno; 22 giugno 2000 Appennino umbro marchigiano; 6 aprile 2009 dell’Aquila) ne determinarono il totale crollo dei tetti.
I lavori di recupero iniziarono intorno al 2000 con prima una copertura provvisoria poi intorno al 2010 Il recupero strutturale.
Proprio nella fase di rifacimento dei pavimenti nella Loggia e nell’aula della Chiesa di S. Margherita di Antiochia, a giugno del 2010 si scrostarono gli intonaci millenari dalle pareti e, con grande sorpresa, di tutti, riemersero gli affreschi e con essi i graffiti.
Come voler dire dalla catastrofe alla favola.
Umili abitanti di Morignano cercammo spiegazioni ai “dotti” per capire.
Ci rivolgemmo a Coloro che dell’arte ne fanno mia Missione.
In questo, non finiremo mai di Ringraziare il Prof. Stefano Papetti, Direttore dei Musei e della Pinacoteca di Ascoli , nonchè Preg.mo Prof. all’Univesità di Macerata.
Il suo intervento chiarì ogni dubbio; gli affreschi presenti nella Loggia di Santa Margherita di Antiochia in Morignano era quanto di più interessante ci potesse essere a riguardo della “Passio” della Santa Ausiliatrice V.M. Antiochiena e Patrona della Parrocchia di Morignano.
Dall’analisi agiografica ed iconografica il Preg.mo Prof Papetti ebbe da subito a dire che si trattava di più strati di affreschi riconducibili a periodi successivi.
Quelli presenti sulla parete est della loggia, verso oriente, sono i più datati, come ne è testimonianza storica la data scalfita 1371.
La presenza di uno spesso strato d’intonaco di calce viva, circa di 5 cm, era il risultato delle tante epidemie di peste e colera che nel corso dei secoli hanno colpito la Conununitas Moregnani.
Le abbondanti verniciature in evenienze successive con calce viva finirono per seppellire gli affreschi antichi del XII sec. ma anche quelli presenti su strati successivi, fino alla scomparsa della memoria storica.
Dall’analisi degli esperti è parso vero che la Loggia di Santa Margherita era luogo di pellegrinaggio fin dal XIII sec.
I Pellegrini o VIATORES, vi si recavano per chiedere l’intercessione di Santa Margherita V.M. e Ausiliatrice, protettrice delle partorienti, affinché la partoriente avesse un parto facile.
Il graffito presente rappresenta la testimonianza del ringraziamento per il figlio nato: “1560 odi 8 de Augusto nacque Anilo lo figlio” .
La presenza di un veliero, dei doppi quadrati con la scritta REI, le tante date , le tante mani….
La presenza di stemmi araldici di famiglie gentilizie Ascolane come i Guiderocchi, o della potente famiglia romana dei Capranica, con i tre cipressi e la firma di Camillo Capranica della Chiesa Romana, come lo stemma presente sulla tomba del Cardinale Capranica Arcivescovo di Fermo, sepolto nella cripta della Cattedrale.
La Loggia di Santa Margherita V.M. fino al XVIII sec. fu Santuario e come tale luogo di pellegrinaggio. La passio della Santa all’interno nella loggia occupa due pareti, in scene divise in scomparti su due livelli.
Anche se danneggiati e in parte persi, gli affreschi residui narrano la vita della Santa in giovinezza, l’incontro con il prefetto romano della Pisidia, Olibrio le sue lusinghe, la rivelazione della Sua conversione al cristianesimo, l’imprigionamento e le accuse affinché rinnegasse la Sua fede, il martirologio mediante bollitura nella “callara” d’acqua bollente, con il torturatore che alimenta il fuoco con il “soffiaturo” e Olibrio che assiste compiaciuto al supplizio.
La Sua decapitazione il 20 luglio del 290 d.c. a solo quindici anni, per opera di un gigantesco boia e la sua ascesa in cielo per mano degli angeli.
Le scene narrative sono riconducibili all’agiografia medievale tratta dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze 1228-1298, frate domenicano che divenne vescovo di Genova.
L’agiografia in un contesto pittorico a base di pigmenti ferrosi lascia trasparire la serenità, la Sapienza Spirituale di fronte alla malvagità umana di Olibrio.
 

Autori della ricerca storica

La ricerca storica è stata condotta dallo storico Ascolano Luigi Girolami con il contributo del Direttore dell’Archivio di Stato di Ascoli Piceno Dott.ssa Laura Ciotti, e del Prof. Don Elio Nevigari: Assistente Ecclesiastico Diocesano dell’Associazione “Convegni Cultura Maria Cristina di Savoia“; Docente presso ISSR; Direttore dell’Archivio Storico Diocesano; Direttore della Biblioteca Diocesana; Incaricato Diocesano per i Beni Culturali Ecclesiastici; Presidente della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e Beni Culturali Ecclesiastici; Vice-Economo Diocesano; Membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici; Membro del Consiglio ed altro…..
Sono 104 i documenti storici che supportano quanto divulgato, dall’Associazione Culturale il Moro in Morignano di Ascoli Piceno.
 

Storia recente

La Passio di Santa Margherita di Antiochia di Pisidia del XIII sec. è riemersa nel giugno del 2010 sotto 5 cm d’intonaco.
Per caso, durante il rifacimento dei pavimenti sia della Loggia che dell’aula della Chiesa ex-parrocchiale del X sec., vennerò giù gli intonaci, dalle mura perimetrali, a quel punto, rividero la luce gli affreschi del XIII sec .
La Chiesa era stata devastata dal terremoto del 26 novembre 1972 con epicentro sui Monti Sibillini, tra Comunanza e Force di AP.
I lavori di recupero strutturale nel 2014 erano quasi terminati, dopo 52 anni.
Non vi è stato il tempo della riconsegna ufficiale dell’immobile per fine lavori, che di nuovo i terremoti che si sono succeduti dal 24 agosto 2016 ad aggi hanno nuovamente lesionato la struttura in modo da renderla inagibile.
Il danno più rilevante, il ribaltamento dell’altare del XV sec. altare, dalla bellezza unica.
Con il senno del poi, oggi, ci chiediamo se si poteva evitarne il ribaltamento e se si poteva fare di più.
Una cosa è certa, la responsabilità è riconducibile a coloro che dovevano tutelare i nostri Beni Artistici e Culturali e non l’hanno fatto.
Cosa ancora più grave è di non aver permesso a noi di Morignano, in accordo con il titolare della Parrocchia Don Adam Krzysztof Baranski e al Direttore dell’Archivio Diocesano di Ascoli, Prof. Don Elio Nevigari, la messa in sicurezza dell’altare maggiore, a nostre spese.
Bastavano due corde, quattro buchi nel muro portante, quattro spezzoni di ferro, e l’altare si salvava dalla distruzione avvenuta poi la mattina del 30 ottobre 2016.
Una triste storia, che si accomuna a tante altre, in cui con interventi mirati si potevano salvare tanti Beni Artistici di notevole rilevanza, uno fra tutti il crollo della Basilica di Norcia.
Ben 66 giorni trascorsero tra i due eventi sismici importanti: del 24 agosto di Amatrice , con 300 vittime e quello del 30 ottobre di Norcia – Visso, lasso di tempo, in cui lo sciame sismico lasciava presagire, una situazione allarmante.
Ma, la negligenza delle istituzione, l’incompetenza di chi doveva vigilare e doveva impartire ordini ha determinato ciò che è evidente.
A questo punto rimane in Noi il rimpianto, per non aver osato di più.
L’Altare Maggiore che era nella Chiesa di Santa Margherita di Antiochia, elevava a Sapienza Spirituale e distingueva la nostra chiesa di campagna, un tempo gloriosamente meta dei VIATORES come gli innumerevoli graffiti e i gli affreschi del XIII sec. testimoniano.
 

L’Associazione

I componenti l’Associazione Culturale Lab – Oratorio per la ricostruzione Santa Margherita di Antiochia in Morignano di AP, furono i fautori e sostenitori della straordinaria ricerca storica.
Ricerca condotta dal Preg.mo Luigi Girolami, in collaborazione con il Direttore dell’Archivio di Stato di Ascoli Piceno Dott.ssa Laura Ciotti, e con il Prof. Don Elio Nevigari Docente presso ISSR; Direttore dell’Archivio Storico Diocesano, ricerca che ha dato di nuovo dignità al paese.
Tre Chiese e trenta abitanti, meglio di così non poteva essere.
Purtroppo, ancora una volta i terremoti hanno fatto da padroni
Che Santa Margherita di Antiochia ci Protegga!
 

Fonti documentative

Archivio di Stato di Ascoli Piceno catasto 1381
 

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