Chiesa di San Martino – Legogne di Norcia (PG)

 

Cenni documentativi

La Chiesa di San Martino, parrocchiale della frazione Legogne, si trova presso la fonte che, con la Chiesa e l’Oratorio contiguo, costituisce il fulcro urbanistico del quartiere.
L’esterno della Chiesa di San Martino è caratterizzato da una loggia pensile a “trasanna“, a cui si accede per un poggio a gradini del 1969.
Accanto si trova un cippo itinerario romano anepigrafo.
L’abside poligonale con paraste angolari e capitelli, del secolo XV, è affiancata dal campanile a base bugnata.
Sul lato lungo che funge da facciata: si aprono due porte; “la porta degli uomini” e “la porta delle donne“.
Sulla seconda, di sapore rinascimentale, si legge la data 1523 e il nome di m° Buccio da Legogne, scalpellino attivissimo in zona, rozzo e attardato ma non per questo meno accattivante.
La porta principale palesa l’intitolazione a San Martino e la data 1671, mentre una scritta successiva ricorda la visita pastorale del dotto vescovo spoletino Carlo Giacinto Lascaris nel 1712.
 

Interno

Fu ristrutturato più volte e, da ultimo, dopo il terremoto del 1979.
È a navata unica, con leggiadro soffitto ligneo del 1746 eretto dalla casata dei Gili, conta sei altari lignei, cantoria ed organo, barattato con un altro preesistente, restaurato ed edificato da Domenico Fedeli nel 1872.
Il bacino del fonte battesimale è più antico del piede cinquecentesco.
Sulla parete sinistra, altare di Sant’Antonio abate con un’ingenua statua del titolare che figura anche nel paliotto, e mostra lignea dorata del ‘600.
Segue un bel sottoquadro con San Vincenzo Ferrer del 1760 circa.
L’altare è centrato su una precedente cappella affrescata dai Carducci nel secolo XVI con le storie di San Giovanni Battista, due Santi e una finta architettura.
Il secondo altare a colonne tortili, dedicato alla Madonna del Rosario, presenta una Madonna con Bambino in legno policromo del secolo XVI entro un giro di 15 piccoli tondi facenti parte della mostra barocca conclusa da una piccola tela.
Accanto, statua in terracotta di Sant’Antonio da Padova del secolo XVI.
Superiormente, accanto all’organo, Annunciazione e Eterno, affresco frammentario di uno Sparapane del secolo XV.
La decorazione parietale continua episodicamente anche dietro la cassa dell’organo, che è in cattivo stato, e a destra della piccola cantoria restaurata nel 1989.
Vi si vedono le immagini di alcuni santi: Antonio abate, Antonio da Padova ai lati di un Crocifisso con la data 1506, Bernardino da Siena affiancato da due piccoli riquadri (San Sebastiano e Imago Pietatis).
Su un registro più basso, Sant’Amico, con la scure in spalla, appartiene alla stessa mano.
Interessante è l’altare ligneo a destra dell’organo: un piccolo Crocifisso scolpito agli inizi del secolo XVI è sovrapposto ad una tela di un secolo più tarda con Addolorata e tre dolenti in basso e Angioletti dorati a tuttotondo che stendono i calici verso la Croce.
La cappella apparteneva ai Gili, gli stemmi della famiglia si notano sui plinti.
Sull’arco del presbiterio rimangono appena in vista l’Annunciazione e l’Angelo, di buona e ignota mano cinquecentesca.
Sul fondo della Chiesa di San Martino, dietro l’altare maggiore è ricomparso un affresco di Agostino Carducci della seconda metà del sec. XVI con i Santi Pietro e Paolo ed uno spazio vuoto al centro ricoperto di scritte e graffiti che vanno dal 1622 al 1900.
Sedili di pietra corrono attorno all’abside sulla quale si apre una bella porta lignea del secolo XVI, con gli emblemi del Sacramento in rilievo; sempre nell’abside, piccolo tabernacolo a muro in pietra del secolo XV (forse opera di Buccio).
L’altare a destra del presbiterio ha una doviziosa mostra di noce dorata (secolo XVII), troppo alta per l’attuale soffitto.
Sul fondo si osserva un affresco del secolo XVII: San Martino vescovo e un devoto.
Seguono sulla parete libera da un altare, e ai lati della porta aperta nel 1523, alcuni affreschi dei secoli XIV – XVI in stato frammentario, disposti su due registri; Santa con corona in mano e veste a fiori (prima metà del secolo XV), Crocifissione della fine del ‘300 molto rovinata ma di discreta fattura, Santo eremita e una figura in basso a destra della stessa mano della Crocifissione.
Nel registro inferiore, piccoli Santi “bambocceschi” (terzo decennio del secolo XVI), poi frammento di Santo vescovo anteriore al 1517, e un San Sebastiano.
Uno strato successivo copre parte di queste figure e si estende sotto al vicino altare ligneo che inquadra una tela di San Carlo Borromeo e altro Santo rivolti verso la Madonna del Carmelo (secolo XVII).
Sulla mensa, ovale con San Nicola da Bari.
Nell’oratorio attiguo rimane un affresco della seconda metà del `500: Pietà, nella nicchia centrale, ai lati Crocifissione e Resurrezione.
La prima richiama lo stile di Michelangelo Carducci.
Dalla casa demolita cosiddetta “delle anime” (purganti), presso il campanile, proviene una formella scolpita della prima metà del secolo XVI, con i simboli del mestiere di scalpellino.
Doveva far parte di una decorazione a più formelle lasciata da maestro Buccio da Legogne e dalla moglie Paola a qualche chiesa del castello nel 1541 (“Questa memora a lasata m° Buga de li honi [Legogne] e Palula sua dona, 1541” era scritto su una lapide dalle stesse caratteristiche, scoperta nell’ex-scuola elementare nel 1980 e poi trafugata).
È stata notevolmente danneggiata dal terremoto del 2016, è stata messa in sicurezza con uno spettacolare intervento di rimozione del tetto del campanile, e ora (2017) è in attesa di restauro.
 

Fonti documentative

Toscano B., Giacchè L., Ragni B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria
R. Cordella Norcia e Territorio – una mostra un restauro – Norcia 1995

http://www.diagnosticabeniculturali.it/public/download/RELAZIONE_TECNICA/ALLEGATO_1_Relazione_storico_artistica.pdf

http://www.sabap-umbria.beniculturali.it/index.php?it/203/norcia-legogne-chiesa-di-san-martino

http://www.marcovalentini.it/schede%209/Legogne.htm

La scultura in Valnerina tra i secoli XIV e XVI. Scoperte e nuove proposte. Diego Mattei
 

Nota

La galleria fotografica e i testi sono stati elaborati da Silvio Sorcini
 

Da vedere nella zona

Castello di Legogne
Chiesa di Santa Maria Assunta
 

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