Chiesa di San Silvestro – Fornole di Amelia (TR)


 

Cenni Storici

Piccola chiesa romanica, di antica origine, infatti, un sondaggio archeologico effettuato di fronte alla chiesa ha rinvenuto alcuni reperti scultorei, datati alla prima metà del IX secolo d.C., provando che già dall’età carolingia, ivi sorgeva un edificio religioso, eretto verosimilmente ad opera di una comunità monastica benedettina.
Anche l’intitolazione della chiesa rimanda all’età carolingia, periodo in cui si assiste ad una notevole diffusione del culto di papa Silvestro I e della leggenda del drago domato da questo pontefice; l’episodio simboleggia la vittoria del cristianesimo sulle resistenze pagane.
Il vescovo Giuseppe Crispino tramanda la leggenda secondo la quale, l’imperatore Carlo Magno passando per Amelia dalla Terra Santa, notando la somiglianza tra monte San Silvestro e il Calvario, vi fece erigere una chiesa dedicata a Cristo Salvatore.
Nel XII secolo la chiesa fu interessata da un consistente intervento edilizio, durante il quale fu dotata dell’abside attuale e di un sagrato quadrangolare, riportato alla luce dalle indagini archeologiche ed attualmente non più visibile.
La prima documentazione scritta, da cui risulta ormai inglobata nella giurisdizione della parrocchia del castello di Fornole, risale al 1443.
A seguito della Visita Apostolica condotta nella diocesi amerina nel 1574 dal vescovo Pietro Camaiani, la chiesa di San Silvestro fu ulteriormente restaurata, assumendo in tal modo l’aspetto attuale.
La facciata e la parete meridionale furono completamente ricostruite con reimpiego di elementi di spoglio, mentre all’interno l’aula fu dotata dell’altare attuale e di una nuova parete di fondo, che privò la chiesa dello spazio semicircolare dell’abside, la cui struttura oggi resta visibile soltanto dall’esterno.
L’intervento del 1574 portò anche una sistemazione generale dell’area antistante la chiesa, dove l’antico sagrato fu coperto per essere sostituito da una struttura di minori dimensioni, nella quale è stata reimpiegata come gradino una vecchia soglia appartenente all’edificio preesistente.
Nel resoconto della Visita Pastorale condotta dal vescovo Macioti nel 1832 è contenuta una puntuale descrizione della chiesa ed è ricordato che in questa chiesa si celebrava qualche volta la Messa “per divozione“, nella documentazione della Visita indetta nel 1941 dal vescovo di Amelia Vincenzo Lojali è ricordato un restauro eseguito intorno al 1920.
Il completo rifacimento del tetto risale agli anni Settanta.
Nel corso degli ultimi decenni la chiesa di San Silvestro è stata oggetto di ulteriori interventi di restauro, che hanno garantito la conservazione di questo interessante edificio religioso.
Vi si accede attraversando il parco boscoso di San Silvestro, dove sono stati costruiti impianti sportivi e attrezzature per il ristoro con annessa pista da ballo.
 

Aspetto

La facciata è a capanna, il portale, leggermente disassato a sinistra, è dotato di un architrave semicircolare, che poggia con le sue estremità su due mensole collocate in cima agli stipiti, sopra si apre una finestrella rettangolare.
 

Interno

L’interno si presenta oggi ad unica navata e spoglio di arredi.
La parete di fondo dell’edificio è decorata con tre affreschi: a sinistra si trova un Santo non riconosciuto, al centro San Silvestro che con una mano tiene incatenato il drago, a destra San Giorgio.
Vicino alla chiesa si trova una fantasiosa “Grotta del Drago
 

Curiosità

La leggenda di San Silvestro
Il leggendario di Papa Silvestro è estremamente ricco e si tramanda con varie versioni.
Secondo una leggenda, papa Silvestro I viveva in contemplazione sul monte Soratte quando l’imperatore Costantino si ammalò di lebbra.
Gli aruspici, da lui consultati, gli indicarono, come unico mezzo di guarigione, l’immersione nel sangue di 3000 bambini.
La cura era tremenda ma l’imperatore, impietosito dalla disperazione delle madri dei fanciulli scelti per fornire sangue per il bagno, rifiutò di guarire a quel prezzo.
Appresa la notizia, San Silvestro montò su una mula bianca, materializzatasi dal nulla e, in soli tre balzi miracolosi, giunse al cospetto dell’imperatore morente, somministrandogli il battesimo e guarendolo.
Costantino lo ripagò con la parcella più cara mai pagata ad un medico, la metà dell’impero romano, “tutte le province, luoghi, città d’Italia e dell’Occidente“.
Dalla leggenda nacque la bufala della donazione di Costantino, creduta vera per quasi tutto il medioevo e definitivamente dimostrata falsa solo dall’umanista Lorenzo Valla nel 1517.
Dopo la conversione di Costantino la madre Elena, da poco divenuta ebrea, non approvava la scelta religiosa del figlio.
Questi contrariato, propose allora una sfida, dove gli ebrei più sapienti, si sarebbero confrontati con Silvestro e il suo clero, sotto il giudizio di giudici pagani.
Passato qualche mese, il dibattito si concluse a favore dei cristiani.
Ancora non persuaso, il dottore ebreo Zambri, propose: “Smettiamo di discutere e veniamo ai fatti. Io conosco il nome dell’onnipotente iddio che nessuna creatura può udire senza morire“.
Fu portato sul posto un toro; appena sussurrato il nome di Dio all’orecchio, l’animale cadde morto. Silvestro: “Tu hai pronunciato il nome di un demone perché il vero Signore Gesù non uccide ma resuscita i morti. Se vuoi convincermi del contrario, resuscita il toro“.
I giudici, invitarono Zambri alla dimostrazione, ma questi rispose sprezzante: “Lo resusciti Silvestro, e tutti crederemo in Gesù; ma non credo sia possibile“.
Silvestro, pronunciato il nome di Gesù, resuscitò il toro, convertendo tutti i presenti, Elena compresa.
Nel IV secolo dopo Cristo viveva, in una caverna sul Palatino con vicino un laghetto stagnante, un terribile drago che con il suo alito pestifero era in grado di uccidere tutti quelli che abitavano o si trovavano a passare nelle vicinanze.
Alla fine il pontefice Silvestro I, che aveva già sconfitto una simile belva a Poggio Catino, per mettere fine a questa strage di innocenti decise di intervenire personalmente e si recò presso la tana del mostro completamente disarmato, ma con in mano il Crocifisso.
Alla vista del sacro simbolo, mentre Silvestro invocava l’aiuto della Vergine, il drago divenne immediatamente mansueto, al punto che il Papa lo poté legare con un filo della sua veste e portare al guinzaglio come un cagnolino al cospetto dei suoi fedeli, che lo uccisero.
Persino i sacerdoti pagani, folgorati dall’’avvenimento, si convertirono al cristianesimo.
Di questa leggenda si tramanda anche una versione locale.
In una fossa un terribile drago, uccideva incuteva paura ai fornolesi, da quando l’imperatore Costantino si era convertito al cristianesimo.
I sacerdoti, andarono dall’imperatore ad esporgli il problema.
Costantino volle conoscere il parere di Silvestro, che accettò di liberarli dal drago.
Promisero allora i sacerdoti pagani, di convertirsi al cristianesimo, se il Santo fosse riuscito nell’impresa.
Silvestro pregò profondamente, fino a ché San Pietro, fece la sua apparizione: “Senza paura, scendi nella fossa del drago, accompagnato dai due preti. Avvicinati al mostro, devi dirgli: Gesù Cristo nato da una vergine, crocifisso e sepolto, è risorto e siede alla destra del Padre; verrà un giorno a giudicare i vivi e i morti: tu Satana, aspetta la Sua venuta nella fossa. Con un filo legherai la sua gola; lo sigillerai con un anello in cui è raffigurata la Croce di Cristo. Se fate come ho detto, rimarrete tutti e tre indenni e verrete a mangiare il pane, che per voi, avrò preparato“.
Silvestro e i preti, scesero i 365 scalini della fossa e incontrarono il drago.
Senza accorgersi, i tre religiosi, furono seguiti da due maghi: questi volevano verificare di persona il coraggio e la riuscita di Papa Silvestro.
Superata l’impresa, i preti e il Santo risalirono la scalinata, trovandovi adagiati i maghi asfissiati dal fiato della bestia, morenti.
Tornati in superficie, trovarono una folla che attendeva con apprensione, il loro ritorno.
Tutti i presenti, si convinsero della potenza del vero Dio, convertendosi al cristianesimo. Nell’allegoria il drago sta a rappresentare il paganesimo che San Silvestro Papa, sconfigge percorrendo indenne i 365 scalini, non a caso pari ai giorni dell’anno, la festività di San Silvestro cade alla fine dell’anno per rappresentare, metaforicamente, la fine del culto pagano e l’inizio dell’era cristiana.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la diocesi di Terni – Narni – Amelia per la gentile collaborazione del Parroco e per aver consentito la pubblicazione
 

Fonti documentative

Giulio Faustini La chiesa di San Silvestro presso Fornole Storia di un sito dall’antichità ad oggi

http://www.comunitapastoralefmsm.it/san-silvestro/frontpage/s-silvestro

http://turismoqr.it/amelia/sansilvestro.html

https://it.wikipedia.org/wiki/La_falsa_Donazione_di_Costantino

https://digilander.libero.it/leo24dgl/tradizioni_san_silvestro.htm

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

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Mappa

Link coordinate: 42.544010 12.464146

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