Chiesa di Santa Vittorina – Dunarobba ( TR )

La chiesa è stata depredata quasi nella sua totalità ed ora a demolirla completamente ci sta pensando il tempo e l’incuria.

 

Cenni Storici

Questa piccola pieve di campagna, immersa in un paesaggio collinare di straordinarie suggestioni, ha costituito nel corso dei secoli un punto di riferimento essenziale nella vita delle comunità locali, dall’età medievale fino al secolo scorso.
Le sue origini si possono ricondurre all’Alto Medioevo, se non addirittura ad età romana.
Assunse importanza straordinaria come centro religioso, divenendo uno dei luoghi di culto alla base del sistema di suddivisione territoriale adottato a fine del 1200 dal Comune di Todi sotto la cui giurisdizione ricadeva.
Nel XIII sec. Santa Vittorina era a capo di una delle 19 zone in cui era diviso il territorio di Todi.
Come risulta dal libro dei fuochi (famiglie) del 1290, dipendevano da Santa Vittorina diversi
caste11i e ville:
Villa di Carnari con 11 fuochi,
Villa di Malliano o Magliano con 34 fuochi.
Castello di Scopilli 13.
Villa di Acquasalsa 5.
Castello di Pesciano 55.
Villa di Sismano 21, villa di Santa Vittorina o castello di Dunarobba 38.
Villa monastero di S. Cristoforo dell’Amata 10.
Castello di Ciciliano 79.
Castello di Castelfranco 228.
Castello di Farnetta 96.
Villa di Vaccano 23.
Villa di Mesciano 8.
Castello di Avigliano 62.
Villa delle Quattro Cappelle 18.
Castello di Civitella Mogliemala 65.
Gli abitanti che dipendevano da Santa Vittorina erano oltre 4.000, e ivi dovevano recarsi per il battesimo in quanto era l’unico battistero del plebato.
La pieve, una delle più antiche della zona, è citata fin dal 1112 quando Rapizzo, signore delle Terre Arnolfe, la donò all’Abbazia di Farfa insieme ad altre chiese di questo territorio.
La struttura si presenta come un tipico edificio romanico, con frammenti scultorei decorativi inglobati nella muratura (di evidente riutilizzo) con caratteristico ornato a motivi intrecciati e rosette.
L’altare monolitico, un tempo presente all’interno della chiesa (sotto al quale secondo tradizione fu sepolto il corpo della Santa), era databile tra fine VII e inizi VIII sec.
Il nucleo più antico dell’edificio sorse al di sopra o in prossimità di un’aula cultuale di epoca altomedievale, posta su un diverticolo dell’antica via Amerina, importante arteria stradale romana realizzata nel 241 a.C. ricalcando antichi percorsi transumantici, poi ampiamente rivalutata ed utilizzata nel corso dell’Alto Medioevo, nell’ambito del cosiddetto Corridoio Bizantino.
Nei secoli di occupazione bizantina si diffusero nell’area numerosi monasteri benedettini tra cui Santa Vittorina.
Tali complessi religiosi divennero poli di attrazione per la popolazione e furono alla base dei primi insediamenti fortificati.
La chiesa era anticamente collegiata e il titolo condiviso da più sacerdoti, con un priore e 4 canonici.
Dal resoconto della visita apostolica del vescovo Camaiani sappiamo che, nel 1574, vi era parroco don Scipione Stefanunzio.
Nel XVII sec. poiché Santa Vittorina andava a mano a mano decadendo, i titoli di parrocchia vennero trasferiti per Dunarobba nella chiesa di S. Giovanni Battista (all’interno del “castello”) e per Sismano nella chiesa di S. Andrea Corsini.
L’impianto originario subì numerosi rimaneggiamenti e la struttura attuale si presenta nella forma che l’edificio assunse nel XV sec., quando fu aggiunto un piccolo campanile a vela.
La pieve costruita in blocchi squadrati di pietra bianca e rosa, presenta finestre a feritoia con duplice strombatura, abside rettangolare e strutture murarie largamente compromesse con resti della torre campanaria e le superfetazioni coloniche dello scorso secolo.
Il lungo stato di abbandono ha permesso nel tempo l’asportazione del materiale più interessante, compresa la stessa campana.
Internamente una bella acquasantiera in granito rosa (ora scomparsa), un cippo in travertino scolpito, un tempo murato nella parete sinistra, con il simbolo dell’Agnello e della Croce e l’iscrizione “Ad onorem beate martyris“, resti di un affresco del XVI sec. raffigurante un “Santo Vescovo“.
 

Fonti documentative

Cartellonistica sul posto
Zefferino Cerquaglia – Avigliano Umbro e l’alto bacino del Rio Grande dal Medioevo un territorio tra natura e storia. Ricerche e proposte – 2021
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto-Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Castello di Dunarobba
Foresta Fossile di Dunarobba
Castello di Farnetta
Castello di Montecastrilli
Chiesa di San Lorenzo in Nifili
 

Mappa

Link alle coordinate

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