Chiesa di Sant’Alò – Terni

Per la visita rivolgersi al numero telefonico: 0744 407148

 

Cenni Storici

La Chiesa di Sant’Alò, antica parrocchia cittadina del rione Rigoni, è uno degli edifici di culto più antichi e affascinanti della città di Terni.
Fu dedicata in onore del Santo Aloysius (Eligio), un orafo vissuto nel secolo VI alla corte dei re Merovingi.
Fu realizzata nel secolo XI – XII sui resti di un edificio più antico dedicato probabilmente alla dea Cibele, come sembrerebbero testimoniare i quattro leoni incastonati sulla facciata, che le antiche tradizioni associavano al culto di questa dea.
Fu concessa dal vescovo Tommaso agli eremitani di Sant’Agostino, che già nel 1287 avevano ottenuto San Pietro e che costruirono un edificio contiguo alla chiesa per adibirlo a convento nel 1300 circa.
Probabilmente dalla seconda metà del XV secolo la chiesa passò alle monache francescane, come testimoniato dall’iconografia degli affreschi dell’Abside.
È ricordata da Angeloni, nel 1646, come “un’antica parrocchiale“, commenda dell’Ordine dei cavalieri Gerosolimitani di Malta, o del Santo sepolcro, ai quali era passata nello stesso secolo.
Nel 1656 il cardinale Rapaccioli ne ordinò la soppressione e nella visita del vescovo Gentili del 1661 non è più nominata come parrocchia, anche se fu unita alla Parrocchia di Santa Croce solo il 5 settembre 1675, dopo la morte del suo ultimo rettore.
Dopo anni di abbandono in cui è stato utilizzato anche come magazzino di carbone, l’edificio è stato sottoposto a restauro durante il quale è stata ricostruita la navata sinistra.
Nel 1959 vi si sono trasferite le Clarisse, nel 1960 la chiesa è stata riconsacrata, oggi è concessa alla comunità ortodossa.
 

Aspetto esterno

Era caratterizzata da una facciata a capanna con la navata centrale più alta rispetto alle laterali e con un’alta torre avente funzione di campanile. La costruzione di un palazzo davanti l’antica facciata, nel sec. XIII, comportò la chiusura della strada che immetteva sul fronte della chiesa e l’ingresso fu spostato sul fianco destro, divenuto così facciata.
Nel paramento murario esterno sono presenti numerosi frammenti di sculture romane e longobarde riutilizzati come decorazione esterna.
L’ingresso attuale è caratterizzato da una scalinata fiancheggiata da due leoni di epoca romana posti a protezione del luogo.
Sopra il portale invece è una graziosa formella con la Madonna della Misericordia del XV secolo, invocata contro il flagello della peste.
 

Interno

L’interno è a tre navate su supporti costituiti da colonne cilindriche e pilastri alternati, secondo lo stile delle chiese romaniche.
La navata centrale è coperta a capriate mentre le due navatelle, molto più strette, sono coperte a crociera e terminano con due piccole nicchie.
L’unica abside, preceduta da un vano rettangolare coperto a botte, è divisa in cinque sezioni da lesene e semicolonne composte con pezzi marmorei di recupero ed è coronata da archetti pensili lombardi.
Due finestre ad arco ed un oculo aprono la superficie: interessante la transenna che scherma quella centrale.
A sinistra della porta attuale, quindi sull’originaria parete destra, è incorniciata una teoria di Santi, difficilmente riconoscibili, sullo spigolo della parete di fondo in basso Santa Maria Maddalena, Santa Caterina d’Alessandria e altra Santa.
Accanto alla porta vi è un’ara, decorata da bucrani e ghirlande che sorregge un’acquasantiera.
Nel registro superiore affreschi molto danneggiati e di difficile lettura si riconosce, sulla destra, un San Silvestro Papa.
Là dove una volta si trovava il portale d’ingresso, oggi murato, rimangono motivi ornamentali geometrici che ornano gli stipiti e la superficie inferiore dell’architrave.
In essi globi rossi con una croce bianca all’interno si alternano ad esagrammi con fiori a sei petali al loro interno.
Al fianco, sul lato destro, un notevole ciclo di affreschi, purtroppo scalpellati per la stesura di un nuovo intonaco.
Al registro inferiore affresco con i Santi Leonardo e Antonio Abate, il primo ha in mano un ramo di palma verde, il secondo regge con la mano destra l’usuale bastone pastorale ricurvo e con la sinistra un libro sigillato.
Al registro superiore, molto abrasa, una Santa non riconoscibile, all’interno di un’architettura gotica una Santa Martire e un Santo Vescovo.
Sul pilastro che sorregge la volta affresco non riconoscibile e, sulla faccia rivolta all’altare, Madonna che abbraccia Santa Chiara e San Francesco.
Sul secondo pilastro, lato altare un Santo Vescovo; lato navata centrale, affreschi di difficile lettura.
Sulla prima colonna di sinistra un Santo e una Madonna con Bambino, sul pilastro successivo un San Sebastiano.
Sull’ultimo pilastro in direzione dell’altare un Santo e Madonna con Bambino.
A fianco della Sagrestia Angelo della Pace e Madonna con Bambino.
Nel lato sinistro del presbiterio Santo con un libro, Madonna con Bambino, poi Madonna con Bambinoo tra Sant’Ansano e Santa Martire e, al di sotto, un Santo Vescovo.
Anche l’abside, preceduta e raccordata da un vano rettangolare, è completamente decorata ad affresco.
Nel catino l’Eterno accoglie Chiara tra i Santi del Paradiso, a sinistra i Santi Sebastiano e Giovanni Battista, a destra San Francesco e Santa Lucia.
Nel tamburo si notano vari strati d’affreschi, da sinistra a destra, Santo incoronato e San Pietro, al registro inferiore, appartenente a uno strato più antico, Sant’Onofrio, poi, molto parziale, forse un Sant’Ansano, Santo Vescovo, Santa Martire, altra Santa Martire datata 1484, figura non riconoscibile, altro Sant’Ansano, Santo Stefano, datato 1426.
Al registro superiore Angelo annunciante, molto frammentario e dallo strato più antico emerge una croce patente, al di là della monofora la Vergine Annunciata, poi una teoria di santi con sotto la scritta QUES(TE) (FI)GURE F(ECERO) F(ARE) POTENTIA ET BACTISTA DE CARARA 1493, si riconoscono i santi, Ansano, una figura è perduta, Bartolomeo, Santo Vescovo, ancora Ansano, Cristoforo, Rocco e Sebastiano.
Accanto all’altare vi è un’altra ara, decorata da bucrani e ghirlande, sormontata da un capitello d’ordine ionico di età tardo antica, sostiene il tabernacolo; nella zona absidale sono altresì reimpiegate cornici marmoree del secolo I.
A destra del presbiterio figura non riconoscibile, San Giovanni Battista e Madonna con Bambino.
Sul pilastro San Sebastiano e San Rocco, entro la nicchia della navata destra San Francesco, datato 1484.
Sulla colonna in alto Madonna con Bambino, al centro una Croce e in basso Sant’Ansano.
Sulla parete destra, al registro inferiore Santa Lucia, San Giuseppe e Madonna con Bambino, al registro superiore tre Sant’Ansano, San Pellegrino e altro Santo, databili al XV Secolo.
Tornando nei pressi della porta d’ingresso al registro superiore un frammento di una Crocifissione di notevole interesse per la sua antichità (XII sec.) e, danneggiati dalle scalpellature, San Sebastiano, Madonna con Bambino, altra Madonna con Bambino e altra Crocifissione.
 

Fonti documentative

http://www.comune.terni.it/canale.php?idc=223

http://www.angolohermes.com/Luoghi/Umbria/Terni/Sant_Alo.html

http://www.medioevo.org/artemedievale/Pages/Umbria/SantAloaTerni.html

Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Terni, Roma, Edindustria, 1980
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
 

Autorizzazioni

Si ringrazia la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e per l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini.
 

Mappa

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