Collegiata di Santa Maria – Matterella di Ferentillo (TR)

 

Cenni Storici

La chiesa di Santa Maria fu edificata sotto il pontificato di Eugenio III intorno alla seconda metà del XII secolo forse su un preesistente edificio di culto paleocristiano.
Nel XIII secolo furono riedificate le due cappelle laterali e dedicate al SS. Sacramento e alla Madonna del Rosario.
Nel 1494 fu ampliata, divenendo a pianta rettangolare divisa in tre navate, l’ampliamento fu voluto da Franceschetto Cybo, principe di Ferentillo.
Nel 1560 fu eretta a Collegiata dal Capitolo di San Giovanni in Laterano.
Esternamente la Collegiata di Santa Maria di Matterella a Ferentillo conserva in larga parte la sua architettura romanica con l’abside poligonale, la facciata a salienti, risultato di più maneggiamenti nel corso dei secoli, con tre portali di cui quello centrale reca un’iscrizione in latino datata 1493 e, nella lunetta superiore, una Madonna con Bambino tra teste cherubiche, opera di Orlando Merlini del 1493.
L’imponente campanile a guglia del XV secolo conserva la campana in bronzo più grande della Valnerina, sulla quale è riportata la storia della sua distruzione nel 1797 ad opera delle truppe rivoluzionarie napoleoniche.
Oggi come allora le campane di Santa Maria e di tutte le altre chiese Ferentillesi, risuonano per le vie del paese grazie alla Confraternita dei Campanari.
 

Interno

La chiesa, a tre navate divise da quattro arcate ogivali sostenute da sei colonne a blocchi connessi, di cui due ottagonali,si conclude in un presbiterio con l’abside a sette lati, che internamente si presenta semicircolare.
Al suo interno è stata riportata alla luce l’antica pavimentazione dove sono riemerse le tombe nobiliari e i sacelli delle corporazioni con inciso lo stemma di ognuna di esse.
Al di sopra del portale di ingresso è conservata una scultura in terracotta raffigurante il busto di una Madonna del secolo XVI ispirata a modelli michelangioleschi.
Il fonte battesimale in marmo bianco, datato 1429, posto all’ingresso della chiesa presenta un’iscrizione rituale e nel fregio superiore conserva una tela settecentesca, a forma triangolare, raffigurante San Giovanni Battista.
Nella prima nicchia di sinistra Madonna con i Santi Antonio da Padova e Bibiana, al contorno storie di Sant’Antonio da Padova, affresco datato 1608.
Nella secondanicchia di sinistra Madonna del Rosario, intorno i Misteri, opera attribuita a Pierino Cesarei.
Nella terza nicchia di sinistra Eterno Padre e Santa Lucia, Sant’Agata, Santa Caterina d’Alessandria, Santa Barbara e Sant’Apollonia, sullo sfondo un paesaggio, opera del pittore Jacopo Siculo, datata 1543 sulle candelabre.
L’affresco rappresenta il commiato del pittore, nato a Giuliana, alla sua Sicilia, infatti, a fare da sfondo c’è un paesaggio che ricorda molto invece quello siciliano, con i suoi castelli arroccati, un torrente, un ponte romanico, i faraglioni e il mare in un golfo.
Anche le Vergini Martiri rappresentate sono molto legate alle tradizioni della Sicilia: prima della sua morte, avvenuta pochi mesi dopo, Iacopo ha voluto lasciare un ultimo romantico messaggio d’amore alla sua terra natale.
Nella quarta nicchia di sinistra Madonna della cintola e incredulità di San Tommaso, forse la migliore opera di Piermatteo Piergili datata 1557.
Nella quinta nicchia di sinistra Madonna col Bambino, Sant’Antonio Abate e le sue storie, opera del pittore Jacopo Siculo, datata 1453 sulle candelabre, le figure principali sono state inquadrate in un’elegante cornice a stucco del secolo XVIII.
Sul libro tenuto in mano dal santo è scritta l’enigmatica frase:
NON EST HIC LOCUSIDONEUS NISI AMATORIB HUIUS SECULI PROPTEREA FUGIAMUS A FACIE HUDCUPIDITATIS“.
Tra le scene della vita di Sant’Antonio si vede una strega alata e due diavoli che picchiano il Santo.
La cappella a destra dell’abside è dedicata alla Madonna della Pietà, statua riconducibile alle cosiddette Vesperbild, allocata in una ricca residenza intagliata, dorata e policromata, del 1672.
Sulla parete destra si trova un bel mobile di sagrestia in noce.
Sul pilastro a destra dell’abside Santa Lucia realizzata da Orlando Merlini e datata 1507.
Al centro del presbiterio è collocata una bella tavola raffigurante la Madonna con Bambino in stile bizantino del XVI secolo, da ammirare la decorazione minuziosa del mantello del Bambino.
Nel presbiterio sono reimpiegate nove colonnine ottagonali e tre cornici in pietra di carattere gotico, recuperate dalla demolizione delle casse degli altari effettuata nel 1957.
Di notevole pregio è inoltre l’affresco dell’arcone dell’abside raffigurante l’Eterno in Gloria fra Angeli, Cherubini e Serafini e due sfingi musicanti, attribuito alla mano del pittore Giovanni di Pietro detto lo Spagna.
Sul pilastro sinistro Pietà della seconda metà del secolo XV, riferibile all’ambito di Bernardino Campilio.
La cappella a sinistra dell’abside è dedicata al Crocifisso.
Le nicchie della parete di sinistra conservano, in parte, la decorazione a fresco precedente al rinnovamento cinquecentesco.
La quinta nicchia di sinistra conserva tracce d’affreschi, un’Annunciazione della prima metà del secolo XV e una decorazione a stucco.
La quarta nicchia di sinistra conserva una statua di San Sebastiano del XVII secolo, incorniciata da una ricca decorazione a stucco.
Nella terza nicchia di vi è la porta che conduce alla canonica, con sopra una scritta commemorativa.
Sempre nel lato sinistro il pilastro che suddivide la prima nicchia, intitolata a San Rocco, e la seconda, oggi dedicata al culto di padre Pio, ha deturpato e frazionato una pittura parietale della quale oggi è possibile scorgere importanti lacerti, nella porzione a destra dell’architettura in stucco.
Raffigura Frate Leone che assiste alle Stimmate di San Francesco, i frammenti superstiti constano di una figura maschile seduta, in atto di coprirsi il volto con la mano destra, situata su uno sfondo paesaggistico che termina con una piccola pieve di campagna.
Nel cartiglio si legge l’iscrizione frammentaria:
[…]DE MER/ […]ROSINUS/ […]M”CCCCC, che consente l’attribuzione dell’opera al perugino Orlando Merlini
In controfacciata organo del XVIII secolo posto su una cantoria lignea.
Era conservata in questa chiesa una splendida Croce sagomata, tempera su tavola del XV secolo, ora al museo diocesano.
Ai lati del Crocifisso la Madonna e San Giovanni, nella cimasa l’Eterno benedicente, nelle formelle laterali due angeli raccolgono il sangue di Cristo.
 

Fonti documentative

Novità per Orlando Merlini perugino in Santa Maria di Ferentillo, di Sara Cavatorti e Lorenzo Principi in memoria storica, rivista del centro studi storici di Terni, edizioni Thyrus, nuova serie, n. 39, anno XXI, 2012
FABBI ANSANO. Guida della Valnerina: storia e arte / Abeto (PG), presso l’autore, 1977
FABBI ANSANO Storia dei comuni della Valnerina / Abeto (PG), presso l’autore, 1976
FAUSTI LUIGI, I Castelli e le ville dell’antico contado e distretto della città di Spoleto, Editoriale Umbra, Perugia, 1990
FAVETTI CARLO Ferentillo Segreta …..Storia di un principato Terni, Stampa Tipolito Visconti, 2010
GENTILI, GIACCHÈ, RAGNI, TOSCANO, L’Umbria – Manuali per il territorio – La Valnerina, Il Nursino, Il Casciano – Edindustria Roma, 1977

http://www.artearti.net/magazine/articolo/mirabilia-un-inedito-spagna-rinvenuto/

https://www.google.com/maps/@42.6203197,12.7881732,2a,90y,96.28h,94.03t/data=!3m7!1e1!3m5!1soi_5oNMxPaAAAAQvOjI-gQ!2e0!3e2!7i10000!8i5000?hl=it

http://www.mummiediferentillo.it/collegiata-s-maria/

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Rocche di Precetto e Matterella
Museo delle Mummie
Chiesa di Santo Stefano
Affreschi Rupestri
Abbazia di San Pietro in Valle
 

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