Museo archeologico Tombe Picene – Montedinove (AP)

Cenni Storici

Venti tombe picene restaurate e risalenti al VI-VII secolo avanti Cristo, con tutto il loro corredo di oggetti matrimoniali, fibule in bronzo e ambra, spade e foderi, vasellame in ceramica di grande pregio e valore sono il nucleo principale del Museo archeologico inaugurato giovedi 29 ottobre 2015 a Montedinove (Ascoli Piceno), presso il complesso monastico seicentesco dell’ex Chiesa delle Clarisse (ora di proprietà del Comune). Finanziato per il 70% dai fondi del Piano di sviluppo rurale 2007-2013, la struttura è frutto di un lavoro di un equipe di studiosi ed esperti durato per alcuni anni e partito dalla scoperta delle necropoli locale, in località Colle Pigna, nel corso degli anni Ottanta del Novecento. A coordinarlo l’ex direttore del Museo archeologico statale di Ascoli Nora Lucentini, che ha partecipato al convegno di presentazione del progetto e degli scavi, tenutosi presso il municipio di Montedinove. “Il nuovo museo rafforza l’offerta turistica e culturale del nostro paese e di tutto il comprensorio – ha detto il sindaco Antonio Del Duca. Siamo riusciti a portare a termine il progetto della valorizzazione di questi reperti, grazie all’impegno di molti ma in particolare del nostro vicesindaco Eraldo Vagnetti, che è stato anche lo scopritore della necropoli stessa “. Dal canto suo Filippo Demma, delegato della Sovrintendenza regionale delle Marche ha sottolineato come “l’opera è tra le più importanti del territorio e dovrà diventare luogo di produzione di cultura e turismo, in rete con le altre, e non solo di visita rapida o di luogo di mostre.” All’incontro, e all’inaugurazione sono intervenuti anche il vicario prefettizio Giuseppe Di Nardo, il prof. Gianfranco Paci, il vicesindaco novano Eraldo Vagnetti, rappresentanti del Gal Piceno, molti amministratori e sindaci dell’area montana, picena e fermana. Con loro gli archittetti Monia Ferroni e Cinzia Guarnieri, e l’archeologa Carla Di Cintio, le quali hanno realizzato l’allestimento del Museo. A seguire è stato inaugurato anche il nuovo Centro turistico e per l’accoglienza.

RITROVAMENTI ARCHEOLOGICI DI CONTRADA “COLLE PIGNA” DI MONTEDINOVE
“SU CONCESSIONE DELLA SOPRINTENDENZA ARCHEOLOGICA DELLE MARCHE”

1. L’ANTEFATTO

Già nel 1981 la Soprintendenza Ar&hy;cheologica di Ancona, aveva effet&hy;tuato dei saggi di scavo in località «C. Arpini» di Rotella, situata di&hy;rimpetto alla contrada «Colle Pi&hy;gna» di Montedinove, rinvenendo dei fondi di capanna del periodo neolitico. Questi ritrovamenti ovvia&hy;mente suscitarono interesse nei ri&hy;cercatori locali.

2. LA PRIMA SCOPERTA

II primo ritrovamento di «Colle Pi&hy;gna» risale al marzo 1986 e lo effet&hy;tuò l’Archeoclub di Montedinove, raccogliendo lungo il tracciato via&hy;rio, che le ruspe stavano aprendo per la costruzione della strada di collegamento della provinciale Valtesino con la Castignanese in locali&hy;tà Croce Rossa, numerosi reperti in ferro, bronzo, terracotta e persino di ambra, insieme a numerosi resti di scheletri umani, risalenti al VI-VII sec. a.C.. Dopo la segnalazione e la consegna di detto materiale alla Soprinten&hy;denza competente, che lo attribuì e denominò.

Tomba n. 1

Vi fu un pri&hy;mo sopralluogo da parte della Dott.ssa Lucentini che portò al rin&hy;venimento di altri reperti sparsi ma probabilmente pertinenti ad un’al&hy;tra tomba.

3.INTERVIENE LA SOPRIN&hy;TENDENZA

Questi ultimi reperti vennero attri&hy;buiti ad una tomba che fu chiamata:

Tomba n° 2

Conteneva una calotta cranica, for&hy;se di donna, strettamente connessa a dei girellini binati in ferro, di un peso da telaio in terracotta e di una fuseruola a cinque punte (forma classica picena). Lo scavo vero e proprio iniziò il 3 luglio e terminò il 20 dello stesso mese del 1987, riportando alla luce altre sette tombe.

Tomba n° 3

Conteneva solo degli ornamenti femminili in bronzo.

Tomba n° 4

È quella che alcuni quotidiani hanno denominato. «Tomba del Guerrie&hy;ro». Conteneva uno scheletro di di&hy;mensioni rilevanti (altezza mt. 1,85), che aveva alla sua sinistra, in alto, un lungo puntale di lancia. Nello stesso lato all’altezza della vita era deposta una spada e a destra uno spiedo. Ai piedi vi erano ciotole ne&hy;re (ceramica buccheroide) e un vaso di maggiori dimensioni, in terracot&hy;ta rossiccia. Sopra le tibie furono trovati alcuni oggetti in ferro non riconoscibili che si ipotizza potesse&hy;ro essere dei finimenti di cavallo.

Tomba n° 5

Conteneva uno scheletro intero di donna che dal corredo si potrebbe dire appartenente ad un certo rango sociale. È risultata infatti la tomba più ricca, sia per la quantità di moni&hy;li in bronzo, che per vasi di corredo, moltissimi dei quali in ceramica nera (buccheroide), decorati a graffiti e con bellissime forme di anse. È stato possibile riconoscere:

(vicino alla testa) una torques in ferro con nastro in bronzo avvolto a spirale e due orecchini d’ambra;
(sul torace) una fibula in bronzo, alcuni pendenti a filo bronzeo avvolti a spirale, tipo saltaleone, che proba&hy;bilmente formavano tutto il pettorale, una fibula in ferro a doppia ondu&hy;lazione e una doppia bulla bivalve;
(sul bacino) una serie di quattro grossi pendenti (?) anche questi formati da filo di bronzo a spirale e forse con anima in ferro. (È quest’ultimo elemento che ha spinto la stampa a definire questa tomba come «Tomba della suonatrice»: il monile, assomiglia vagamente ad uno strumento musicale);
(sul basso ventre) sono osservabili diversi girelli binati in bronzo, una forchettina in bronzo ed altri oggetti dello stesso metallo non identificabili per la loro funzione.
Tomba n° 6

Vi fu rinvenuto uno scheletro intero di guerriero deposto sul fianco sini&hy;stro, corredato di lancia, spada e makaira (una sorta di daga leggermente ricurva).

Tomba n° 7

Conteneva uno scheletro parziale di guerriero (i resti comprendevano soltanto la testa ed il busto) corre&hy;dato dal solo puntale di lancia. Si ipotizza che la tomba sia stata dan&hy;neggiata alcuni anni or sono quan&hy;do fu effettuata nella zona l’aratu&hy;ra a scasso per impiantare un vi&hy;gneto (sono evidenti dei solchi, co&hy;me del resto in altre parti della ne&hy;cropoli). Questa tomba è situata nella parte più bassa della necropo&hy;li e dovrebbe essere l’ultima da quel lato.

Tomba n° 8

Vi è stato trovato uno scheletro completo di donna, con tutta pro&hy;babilità giovane: l’altezza è di mt. 1.50 circa, con ossa di piccole di&hy;mensioni e cranio relativamente piccolo. È risultata essere la tomba meglio conservata. Si è notato una torques al collo, come nella tomba n. 5, due grani di ambra ai lati del cranio, inseriti in due anelli in fer&hy;ro (orecchini?), una coppia di bulle bivalvi appaiate a corna di toro. Sul torace sono stati rinvenuti vari pendenti in filo di bronzo avvolto a spirale. Ai piedi un’olla di ceramica rossiccia e quattro vasetti disposti a raggiera intorno ad essa. Que&hy;st’ultimi erano di ceramica nera: oinocoe, ciotola, anforetta ad anse sopraelevate e bicchiere.

Tomba n° 9

Quasi totalmente distrutta dai mez&hy;zi meccanici. Ai piedi del sepolto sono stati trovati fondi e frammen&hy;ti di vasi d’impasto nero, sul fianco una punta di giavellotto e un picco&hy;lo bastone ricurvo in ferro, forse un lituo. La presenza di un lituo potrebbe far supporre che si tratta della tomba di un capo o di un sa&hy;cerdote. Difatti il lituo era il simbo&hy;lo del comando, del potere.

Tomba n°10

Vi era un guerriero adagiato sul fiaco, con una spada e relativo fo&hy;dero.

Tomba n° 11

Vi sono stati trovati i resti di una donna. La tomba è apparsa molto simile alla tomba n° 8, identica per quanto riguarda il corredo sul corpo della sepolta. Mancava soltanto il vaso grande ai piedi, ma sono state rinvenute alcune ciotole d’impasto nero, tutte mal conservate. Carat&hy;teristica peculiare di questa tomba di donna sono due enormi cerchi in ferro che, con i rispettivi grani d’ambra formavano uno sproposita&hy;to ornamento degli orecchi.

Tomba n° 12

Tomba di donna, gravemente dan&hy;neggiata dall’azione dei mezzi mec&hy;canici. Risulta essere molto interes&hy;sante perché vi è stata trovata una fibula di tipo ‘pre-certosa’ che per&hy;mette di datare la tomba, con buo&hy;na approssimazione storica, alla fi&hy;ne del VI sec. A.C. (periodo piceno IV A 525-585 a.c.).

Tomba n° 13

È la meravigliosa tomba a doppia deposizione che è risultata essere la più ricca in assoluto dell’intero gia&hy;cimento. Si tratta di un uomo e una donna, deposti l’uno sull’altra, se&hy;parati forse da un supporto in le&hy;gno che, degradandosi, ha fatto crollare lo scheletro superiore su quello inferiore. Il corredo funebre è risultato veramente eccezzionale: va detto comunque che esso appar&hy;teneva totalmente alla deposizione femminile. Esso consiste, più anali&hy;ticamente, in:

una lunghissima collana di grani d’ambra con il grano centrale in pasta vitrea lavorata;
un’armilla posta sul petto;
una fibula, posizionata sul capo, di circa 25 cm di lunghezza nel cui arco era infilato un blocco d’ambra dalle dimensioni eccezionali (circa cm. 20×10);
alcuni pendenti di bronzo a bastoncino con ingrossamento centrale;
altro reperto non identificabile formato da elementi forse in avorio
che assumevano la forma di un grosso ovulo;
infine,una eccezionale stola in bronzo che ricopriva totalmente lo scheletro femminile (va precisato che la parte superiore della stola è formata da innumerevoli anellini, mentre la parte inferiore da baston&hy;cini forse fissati su un supporto in tessuto o in pelle). Si spera che questa tomba, a re&hy;stauro ultimato, potrà fornire quel&hy;la infinità di informazioni che a pri&hy;ma vista sembra promettere;
ai piedi aveva dei vasi ed altri reperti, da noi non meglio identificati.
Tomba n° 14

(Non rilevata)

Tomba n° 15

È una tomba maschile abbastanza ben conservata e con un buon cor&hy;redo:

sul fianco sinistro una spada con relativo fodero;
sul fianco destro, in alto, vicino alla testa, un puntale di lancia e uno di giavellotto;
ai piedi vari vasi d’impasto nero e rossicci una coppa su alto piede, una grande olla ed un attingitoio;
tra i vasi vi sono alcuni elementi in ferro forse pertinenti a calzature

4. MA LA NECROPOLI PICENA È ANCORA PIÙ VASTA

La densità d’insediamento archeolo&hy;gico che si sta delineando in questa zona è senza dubbio interessantissi&hy;ma. La Soprintendenza, infatti, in&hy;tende, fondi permettendo, continua&hy;re le campagne di scavo, sicura di ottenere risultati di rilievo ai fini di meglio inquadrare gli aspetti locali della cultura picena. Sta a noi cer&hy;care di stimolare, anche sensibiliz&hy;zando l’opinione pubblica, un sem&hy;pre maggiore interessamento delle autorità competenti.

Fonte Informativa – Archeo Piceno (Eraldo Vagnetti)

Si ringrazia Mario Pagano e Filippo Demma della Soprintendenza Archeologica Marche, per la liberatoria, il Sindaco di Montedinove Antonio Del Duca ed il vicesindaco Eraldo Vagnetti per la loro preziosa collaborazione

 

 

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