Pieve di Santa Maria in Rupis – Firenzuola


 

Cenni storici

La Pieve di S. Maria in Rupino, nel piccolo borgo di Firenzuola (Acquasparta, TR – Diocesi di Spoleto-Norcia), è un pregevole esempio di architettura romanica risalente al XII sec., forse realizzata su preesistenze romane.
Il linguaggio della pieve è sobrio, austero ed essenziale.
Il complesso è formato da un corpo centrale costituito dalla chiesa, alla quale in epoche successive sono stati addossati il portico, il campanile, la sacrestia, i vani della confraternita e, a partire dagli anni venti del Novecento, quattro cappelle cimiteriali.
La copertura della chiesa è a doppio spiovente e la facciata è scandita da un accennato timpano.
Sotto ad esso, un’elegante trifora, ripartita da due colonnine di marmo levigato, su cui poggiano due capitelli fogliati.
Il portale è a doppio rincasso e lunettato.
 

Interno

Entrando nella chiesa ormai spoglia, colpiscono lo sviluppo verticale dell’aula e l’illuminazione naturale proveniente da tre monofore sulla parete destra.
Nell’abside vi è un affresco raffigurante l’Incoronazione della Vergine risalente al XVI sec., che trae ispirazione dal ciclo che Frà Filippo Lippi dipinse nel presbiterio della cattedrale di Spoleto. Nel tamburo sono effigiati i 12 Apostoli.
La sacrestia accoglie un affresco raffigurante le anime purganti. Questo argomento iconografico prevede in maniera ricorrente che sia un Santo a prelevare le anime penitenti dal Purgatorio per condurle in Paradiso. In questo caso invece è la Madonna stessa a farlo, riconoscibile dal colore rosso della tunica e dal colore celeste del velo, colori da sempre legati all’iconografia Mariana.
Ai lati del tema principale, due confratelli inginocchiati e ornati, vestiti di un sacco bianco, tipico segno di appartenenza alla Confraternita del Santo Rosario, recano in mano la corona dei Sacri Misteri. Sotto la figura di destra è incisa la data 1639.
Nella zoccolatura del tamburo absidale, moltissimi graffiti, come in altre chiese della Valnerina, tramandano la devozione popolare di cui fu oggetto il tempio nei secoli.
La pieve è interessata da notevoli cedimenti strutturali, causati dall’instabilità del terreno circostante; diverse fessurazioni caratterizzano le pareti della struttura e copiose infiltrazioni d’acqua stanno interessando in particolar modo la sacrestia e la torre campanaria. In virtù della valenza storico-architettonica della pieve e della necessità di restituire al borgo un luogo di culto, sono necessari tempestivi interventi di consolidamento strutturale.
 

Fonti documentative

Filippo Filipponi – Indagine su una terra di confine.

http://blog.fondoambiente.it/umbria/il-patrimonio-del-sacro-dei-monti-martani-com-e-andata

 

Mappa

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