Rescia – Monteleone di Spoleto (PG)

Piccolissima frazione oggi nelle vicinanze del confine tra Umbria e Lazio, mentre nel 1847 era proprio sul confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie come ben ricorda il Cippo di Confine piantato nell’abitato.

 

Cenni Storici

Rescia è una piccola frazione del Comune di Monteleone di Spoleto, posta a mt. 961 s.l.m., lungo il costone meridionale del monte Cornuvolo, l’antica Cornuvole (a mt. 1365 s.l.m.), al confine con i comuni di Cascia (PG) e Leonessa (RI).
Immersa in un territorio ancora incontaminato e ricco di boschi, prevalentemente composti da essenze arboree di cerro, roverella e faggio.
Si trova dislocata su un antico tracciato viario secondario, che raggiungeva la parte meridionale dell’altopiano di Chiavano, ed è caratterizzata da un tessuto di edilizia rurale piuttosto compatto, con caseggiati in pietra posti a schiera su tre livelli e due vie interne principali, ai cui margini sono sorti alcuni edifici più recenti.
Tracce evidenti di vecchi caseggiati, ora ridotti a rudere, denotano un agglomerato antico un tempo ancora più esteso e fortemente popolato di oggi.
Il luogo è posto in un territorio prevalentemente montano, con piccoli pascoli e una discreta produzione casearia e di ottimo legname.
Il toponimo Rescia condivide la medesima origine fonetica del termine Ruscio derivato dal latino Russeus, ovvero Rubeus (rosso), ma con diverse e molteplici varianti (Ruscia, Roscia, Riscia, Riscija, Riscio).
Qualche autore, senza valide argomentazioni, accomuna erroneamente Rescia a Rieti-Reati e, quest’ultima, alla popolazione alpina dei Raeti, affermando che “il villaggio di Rescia ricorda la città aborigena di Rieti“.
Il toponimo è anche al centro di una clamorosa confusione con il non lontano villaggio di Ruscio.
Il primo autore a incappare in questo errore è l’Ing. Giuseppe Riccardi (Terni 1778-1854), che già in una sua prima edizione storico-geologica del 1818, riguardo a questa località scrive che: “si portava dai monti Gavelli, Cornuvole e Roscio diramazione degli Appennini nel Territorio di monte Leone al Nord-est di Terni“, o anche “Gli altri siti nei quali si rinviene la miniera sono in Cornuvole, valle irrigata dal fiume Corno, e che giace alla base di Monteleone” e “In Ruscio luogo al sud di Cornuvole“, palesando chiaramente il buio geografico.
Lo segue in questo anche Giuseppe Antonio Guattani che nella sua celebre opera “Monumenti Sabini“, nel 1827, copiando, scrive “Roscio“.
Altri ancora scriveranno, poi, anche Rescio.
Su un vecchio caseggiato in pietra, in corrispondenza di una divisione di proprietà, sul muro sotto una finestrella è applicata una curiosa placca metallica (primi decenni del XX secolo) di una assicurazione francese, “Le Foncier de France – et des Colonies“, fondata a Parigi nel 1885.
A Rescia si conserva ancora oggi memoria della visita prodigiosa e dell’acqua sorgiva scaturita improvvisamente per intercessione del Beato Gilberto, Liberto o Liberato nell’ancora presente “Fonte Salimberto“, che non è altro che una corruzione e storpiatura del nome del Sant’uomo.
A ricordo dell’evento esistono diverse narrazioni spesso divergenti (anche in modo notevole) fra loro. Un testo poco noto, pubblicato postumo (Agostino da Stroncone, Umbria Serafica, in Miscellanea Francescana, IV, Foligno, 1889, p. 92), è quello presente nel manoscritto redatto negli anni fra il 1670-1680 da Padre Agostino Mattielli da Stroncone (TR), che narra delle vicende storiche, dei personaggi e degli eventi legati all’evoluzione del movimento francescano in Umbria dal 1208, riprendendo parzialmente anche Lodovico Iacobilli, che scrive pochi anni prima, nel 1661.
Troviamo: “Anno CXCIII della Religion Serafica A.D. 1400 – Il Beato Gilberto, o Liberto della Abbazzia di Ferentillo Terziario muore Santamente in S. Maria del Piano, vicino a Monteleone. Nella Villa di Rescia piantando il suo Bastone, diventa subito Albero grosso com’una Cerqua, a piè di cui (essendo assetato il Beato) scaturisce una fonte d’Acqua limpidissima che durerà sempre salutevole all’Infermi, e si dirà la fonte di S. Liberato. L’Albero sarà custodito dalla compagnia del SS. con molta devozione. E sepolto in detta Chiesa la di cui campana suona da se nella sua morte, et e ivi Venerato come Santo”.
Ancora nel 1703 il Piersanti, descrivendo delle sorgenti di Monteleone scrive: “Un’acqua mirabile e salutifera nella Montagna di Rescia, che per antica traditione si racconta che miracolosamente vi scaturisse a prighiere di San Gilberto“.
Rescia è una delle diverse località di estrazione del minerale ferroso, che vanno sotto la comune e generica denominazione di “miniera di Monte Leone“, tornate a nuova vita alla fine del XVIII secolo sotto la guida del prefetto del Buon Governo, il card. Filippo Carandini, il quale attiva l’industria estrattiva di “Rescio“, nota anche come le “Cave nuove di Reccia” per distinguerle da quelle vicine di Cornuvolo, attive già dal 1645.
Alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso parte del territorio montano è stato reintegrato, con una sentenza presso la Corte di appello in Roma che riforma precedenti pronunciamenti, “dichiarandosi che le montagne denominate Aspra, Modula, Rescia e Cornuvole, site in territorio di Monteleone di Spoleto, sono di originaria appartenenza dell’ex demanio del Comune di Spoleto (ed ora dominio collettivo di esso Consorzio dei possidenti) ed ordinandosi la reintegra delle stesse al Commissario regionale per la liquidazione degli usi civici“.
Il territorio di questa frazione comprende anche i micro toponimi di Opecchia, Cornuvolo, Colle Lungo, Casale Torlonia, Curcumunnu, Forca di Rescia, Monte d’Ocri, Casale Vecchio e Selvapiana.
 

Fonti documentative

Toscano B., Giacchè L., Ragni B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria
Informazioni tratte dal sito web http://www.archeoambiente.net/
Informazioni tratte dal sito web http://www.proruscio.it/
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nei dintorni

Chiesa di Santa Maria de Equo – Ruscio di Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa di Sant’Erasmo – Trivio di Monteleone di Spoleto (PG)
Casale Caserta o Baiocco – Monteleone di Spoleto (PG)
Castello di Monteleone di Spoleto (PG)
La Biga – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa e Convento di S. Caterina – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa della Madonna della Quercia – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa di San Francesco – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiostro Superiore del monastero di San Francesco – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa inferiore di San Francesco (Sant’Antonio) – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa di San Nicola – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa di San Gilberto – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa della Madonna delle Grazie – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa di San Giovanni – Monteleone di Spoleto (PG)
Chiesa della Madonna di Castelvecchio – Monteleone di Spoleto (PG)
Fonte di Nempe – Monteleone di Spoleto (PG)
Ruscio – Monteleone di Spoleto (PG)
 

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