Sacro Convento di Assisi

Luogo carico di storia, ma soprattutto espressione di spiritualità, luogo che a distanza di secoli mantiene sempre viva la ricerca delle fede per tutti i popoli della terra.

 
Parlando di San Francesco come si poteva non parlare del Sacro Convento, luogo principe del messaggio universale della francescanità.
Fu papa Gregorio IX che volle costruire una chiesa che ospitasse il corpo del Santo seppellito provvisoriamente nella chiesa di san Giorgio, ora scomparsa, che sorgeva vicino all’attuale chiesa di Santa Chiara.
Il corpo di San Francesco dopo la morte fu immediatamente portato entro le mura di Assisi, infatti non si poteva tenere presso la Porziuncola dove era morto, perchè il luogo non era sicuro, in quanto in aperta campagna e esposto all’insidia dei Perugini che tentavano di trafugare il corpo.
C’era necessità di costruire una chiesa pertanto il progetto fu affidato a Frate Elia da Cortona che con grande lungimiranza realizzò una struttura che ha sfidato i tempi, e concepita per ospitare tante persone, che lui immaginava sarebbero accorse nel futuro.
Mai si verificò aspettativa più profetica, infatti i fedeli che ogni anno accorrono alla tomba di San francesco sono oltre 6 milioni da tutte le parti del mondo.
Il luogo dove sorse la Basilica era in quei tempi una zona collinare fuori le mura di Assisi, dove c’erano delle forche poazzate per eseguire le pene capitali, li venivano condotti i condannati a morte per cui il colle era chiamato dagli abitanti ” Colle dell’Inferno”. Il luogo era anche bazzicato da lebbrosi allontanati dalla città ed era anche il posto dove agli inzi Francesco si ritirava in meditazione e dove preferiva stare; pare anche che in punto di morte avrebbe espresso la volontà di esservi sepolto.
“Onde quando poi el nostro padre Santo Francesco fu appresso alla morte li soy compagni lo adomandarono dicendo: “Padre dove voli essere sepellito?” et illo rispuose: “Dove sonno le forche deli malfactori”, la qual cosa poi fo facta imperocché dove è mo lo altare maiore ivi era il luoco della justitia» (Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, Ms. Vat. 4354, c. 108, citato in: Pietramellara, op. cit., p.6.
Il colle su cui sorse la Basilica passò da “Colle dell’Inferno” a “Colle del Paradiso” come tutt’ora è chiamato.
L’architettura della Basilica sovverte la concezione Romanica delle chiese, infatti la disposizione architettonica era ” ingresso a ovest e abside ad est, per realizzare il cammino della fede dell’uomo che dal buio, da dove entra, si diriga verso la luce, cioè verso l’altare, verso la redenzione.
La Basilica invece è concepita con la porta di uscita ad est, infatti si entra a sud nella basilica inferiore, si accede alla superiore attraverso delle scale ( ascensione verso l’Altissimo), si attraversa la basilica superiore e si esce ad Est verso la luce eterna ( si è compiuto il prcorso della fede) si esce purificati.
Tant’è che gli affreschi di Giotto che, la maggior parte delle persone si apprestano a vedere dalla porta verso l’abside, compiono
un prcorso sbagliato in quanto il giusto percorso di osservazione è dall’abside verso la porta.
Lo stesso Giotto non si è limitato a dipingere il Ciclo di affreschi, ma ha anche consigliato ai visitatori la giusta posizione per osservrli meglio, infatti sul pavimento del corridoio centrale ha posizionato una piastrella che guarda un trittico di tre quadri e sul muro sotto il quadro centrale è apposto un segno che l’osservatore deve vedere con i piedi sulla piastrella, solo così si ha la giusta prospettiva del disegno.
Il Sacro Convento ha subito innumerevoli interventi di modifica, ma non hanno fatto altro che aumentare il suo fascino e il suo prestigio, il fabbricato è opera degna di ospitare le spoglie di una figura che per la sua grandezza possiamo definire senza eccesso di presunzione un seconda Venuta di Cristo.
 

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