Chiesa di San Pietro della Spina

Sebbene la chiesa sia un importante luogo del francescanesimo ad oggi è privata ed in assoluta rovina.

 
Il territorio pianeggiante che delimita la frazione di Rivotorto è il luogo dove si sono compiuti gli episodi più salienti della conversione di San Francesco: a breve distanza uno dall’altro si trovano l’Ospedale dei lebbrosi presso la chiesa di Santa Maria Maddalena in Arce e, nelle vicinanze, la chiesa di San Rufino d’Arce, la chiesa di San Pietro della Spina, il Tugurio di Rivotorto e, ai confini, i luoghi sacri di San Damiano e della Porziuncola. Questa zona della piana di Assisi è stata quella che ha visto il passaggio e il sostare del giovane Francesco alla ricerca di chiarimenti sull’ideale di vita cui si sentiva chiamato e la realizzazione della prima forma di vita in fraternità attuata da Francesco e dai primi compagni.
Fra tutti i luoghi sopra citati, l’unico che ancor oggi rimane in stato di abbandono, ancor più di come lo era al tempo di San Francesco, è la chiesa di San Pietro della Spina.
 

Cenni storici

La chiesetta risale senza dubbio al secolo XI. La più antica menzione si ha in un atto dell’archivio della Cattedrale, del 1122 (fasc. II, n. 56), in cui la chiesetta è denominata “San Pietro della Spina” in una frazione di Rivotorto. E’ legata all’immagine di San Francesco che nella primavera del 1208 decise di restaurarla. Di questo restauro ci parla San Bonaventura:

Deposta ogni vergogna per amore del povero Crocifisso, andava a cercare l’elemosina da coloro, con i quali un tempo aveva vissuto nell’abbondanza, e sottoponeva il suo debole corpo, prostrato dai digiuni, al peso delle pietre. Riuscì così, a restaurare quella chiesetta [di San Damiano], con l’aiuto di Dio e il devoto soccorso dei concittadini. Poi, per non lasciare intorpidire il corpo nell’ozio, dopo la fatica, passò a riparare, in un luogo un po’ più distante dalla città, la chiesa dedicata a San Pietro, spinto dalla devozione speciale che nutriva, insieme con la fede pura e sincera, verso il Principe degli Apostoli.

Del restauro di una seconda chiesa parla anche Tommaso da Celano:

Smesso l’abito secolare e restaurata la predetta chiesa [di San Damiano], il servo di Dio, si portò in un altro luogo vicino alla città di Assisi e si mise a riparare una seconda chiesa in rovina, quasi distrutta, non interrompendo la buona opera iniziata, prima d’averla condotta completamente a termine

La cappella di San Pietro della Spina si trovava nei pressi delle proprietà terriere del padre di San Francesco, per cui egli la conosceva benissimo e ne aveva forse più volte constatato la decadenza e la rovina. Se San Damiano richiese per Francesco enormi sacrifici, San Pietro della Spina ne richiese di maggiori perché il luogo era più lontano dalla città; ma lo zelo per il decoro della casa di Dio non conosceva sacrifici. Il soggiorno presso la chiesetta, mentre attendeva al restauro, permetteva anche a Francesco di continuare nella sua opera di assistenza ai lebbrosi del vicino ospedale di Santa Maria Maddalena in Arce. San Pietro della Spina, che ai nostri giorni da il nome all’ antica via che da Assisi, passando accanto al Santuario di Rivotorto si inoltra nella pianura, detta appunto Via San Petrignano, fu ben restaurata da Francesco. Non sappiamo invece se San Francesco sia ritornato altre volte presso la chiesetta, o per pregare o per sostarvi. È comunque presumibile che, durante il suo soggiorno presso il tugurio di Rivotorto e presso la Chiesa della Porziuncola, o di passaggio verso Assisi, vi abbia sostato, sia per il grande amore verso San Pietro e sia per il legame spirituale che aveva verso le chiesette restaurate.
La galleria fotografica ripropone anche le altre chiese restaurate da S. Francesco ciòè San Damiano e la Porziuncola donata poi al Santo dai Benedettini

La chiesetta è stata officiata fino agli inizi del XX secolo (i più anziani si ricordano che di tanto in tanto nelle domeniche si celebrava la Santa Messa). Oggi è trasformata in magazzino ed appartiene alla famiglia Minciarelli di Spello, avendola acquistata dai Sinibaldi di Spoleto, che l’ebbero a loro volta, verso la fine del secolo XIX, dalla famiglia assisana dei Bigandoli.
 

Caratteristiche

Il corpo principale della casa attigua alla chiesa è sormontato da un piccolo campanile, da cui è stata tolta anni addietro la campana. La casa è costruita in laterizio. Forse appartengono al primitivo edificio alcuni filari di pietra che affiorano dal terreno nella parete che guarda verso Assisi e su cui è stata appoggiata la costruzione successiva. Sulle pareti interne si può ancora scorgere qualche leggero frammento di intonaco dipinto.

Un quadro che si trovava nella chiesetta, durante il periodo in cui era ufficiata, è custodito dalla famiglia Minciarelli.

Durante i secoli passati, gli storici hanno trovato varie difficoltà nell’identificazione del luogo della chiesa (e ciò perché il luogo era poco accessibile) e alcuni storici famosi hanno commesso degli errori. Solo pochi fin dal Seicento-Settecento (Ottavio Spader, Ludovico Lipsin) hanno rintracciato l’esatta ubicazione della chiesetta. Il merito principale di aver saputo ben identificare il posto e dissipare ogni dubbio dal punto di vista storico va all’assisano Arnaldo Fortini.

La cappellina e la casa adiacente sono ormai ridotti a ruderi. Sono di proprietà della famiglia Minciarelli di Spello che possiede anche la campagna circostante. Attualmente non v’è nulla che parli della presenza di San Francesco. Tant’è che pochissimi sono quelli che a Rivotorto ne conoscono il posto. Presso il Convento di Rivotorto, dono della Sig.ra Chiarina Minciarelli, defunta nell’anno 2006, è custodita la campana con l’effigie di San Pietro e di Sant’Antonio con il giglio.
 

Come arrivare

Per chi arriva da Perugia SS75 uscita Rivotorto e tornare inditro verso S.M. degli Angeli per la parallela a valle della Superstrada imboccando via Frate Egidio. Poco dopo a sinistra deviare per via S. Petrignano Agriturismo “ Il Quercione “ e proseguire fino al “Club Ippico il Ranch” che poi è il posto dove sono i ruderi della chiesa.
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