Cenni Storici
Il martedì di Pasqua del 1566, nella sua visita pastorale, il vescovo Gallesio Régard suggerisce alla comunità di Castiglione di edificare una nuova chiesa parrocchiale nella contrada “il Prato“; ciò perché il prelato si rende conto che la chiesa di San Giovanni Battista posta all’interno della cinta muraria non è più sufficiente a contenere tutti i fedeli durante le celebrazioni liturgiche; la popolazione dichiara che vi provvederà quanto prima, pur trovandosi in ristrettezze economiche.
Due anni dopo però lo stesso prelato sollecita il Comune ad adottare tutte le procedure per iniziare i lavori, ma con la rinuncia al vescovato da parte del prelato avvenuta nel corso dello stesso anno tutto rimase come prima.
I lavori per la realizzazione dell’edificio, posizionato nel terreno donato dal duca Ottavio Farnese, iniziarono nel 1583 anno del posizionamento della prima pietra alla presenza del vescovo Sperandio che la dedica all’apostolo Giacomo.
La sua edificazione fu possibile grazie all’appoggio del cardinale Alessandro Farnese che affidò il progetto al noto architetto orvietano Ippolito Scalza, che parallelamente lavorava per la Fabbrica del Duomo.
Tra il 1590 e il 1599 furono necessari interventi di modifica del progetto a seguito di un cedimento del terreno; la confraternita del Santissimo Sacramento propone di sostenere le eccedenti spese della variante progettuale, a condizione che le venisse concesso il vano sottostante la tribuna per adibirlo a oratorio.
Nella Visita Pastorale del 4 giugno 1616 il vescovo Pietro Ruina, constatato che la chiesa è quasi completata, ordina di traslarvi gli arredi liturgici e il fonte battesimale della chiesa di San Giovanni Battista ed emana il decreto per la celebrazione delle Messe.
La chiesa viene dotata di un campanile a vela posto sopra il muro destro del presbiterio e fornito di una campana.
Due anni dopo la confraternita della Misericordia si impegna per la costruzione di un altare per potervi svolgere le proprie attività.
Solo nel 1630 la chiesa è conclusa e consacrata come dichiara l’iscrizione sull’architrave del portale maggiore all’esterno, SS IACOP ET PHILIP DIC A.D.MDCXXX.
Il terzo altare dedicato al Santissimo Crocifisso viene ultimato nel 1632.
Nel 1703 La collegiata viene gravemente danneggiata dal terremoto per questo fu necessario rinforzare le volte delle navate laterali con catene metalliche e di demolire e ricostruire la volta della navata centrale.
L’edificio si colloca in un arco temporale che vede concludersi la stagione del Rinascimento e l’introduzione seicentesca dei motivi appartenenti alle tendenze barocche.
Alcune tappe importanti della sua storia, volte al miglioramento della fase cinquecentesca, chiariscono le differenze stilistiche e l’assetto attuale: il campanile è risalente all’epoca ottocentesca, fu terminato nel 1811; la volta che copre la navata centrale fu decorata ad affresco nel 1953 e l’arricchimento con l’aureola e la corona di spine in oro a decorare il simulacro del Cristo in Croce, appartiene al 1964; durante gli anni ’90 fu realizzato l’impianto di riscaldamento e fu necessario asportare il pavimento, sotto il quale furono rinvenuti alcuni materiali ceramici di epoca etrusco – ellenistica posizionati in deposizione secondaria di sconosciuta provenienza e oggi conservati presso il Museo Nazionale Etrusco Rocca Albornoz di Viterbo.
Altri interventi si sono susseguiti fino al 2011 che hanno interessato varie parti dell’edificio, sia all’interno che all’esterno che hanno in qualche caso ristrutturato, in qualche altro modellato la chiesa per farle assumere l’aspetto che vediamo ai giorni nostri.
Aspetto esterno
La chiesa disposta con asse est-ovest, si presenta isolata, con l’eccezione della parte anteriore del fianco sinistro.
Il campanile a pianta quadrata è collocato a destra della facciata ed è scandito in tre ordini.
La facciata è del tipo a edicola a due ordini sovrapposti su paraste, raccordati da rampanti curvilinei e conclusa da un timpano triangolare; presenta due porte affiancate al portale principale e costituiscono gli ingressi alla navatelle interne.
Un’intelaiatura tuscanica tripartisce il livello inferiore, nel quale si aprono i tre accessi; la parte superiore presenta anch’essa un ordine tuscanico ed è caratterizzata dal solo finestrone ornato da un’incorniciatura con volute.
Il portale centrale è ornato da un timpano triangolare spezzato dove al di sopra s’innalza al centro una croce metallica; gli accessi laterali sono riquadrati invece da una cornice semplificata.
Interno
L’interno si compone di tre navate divise da arcate su pilastri; quella centrale, di ampiezza all’incirca il doppio delle navatelle, comunica con il vano rettangolare del presbiterio al centro del quale è collocato l’altare maggiore.
L’accesso centrale, dotato di bussola, è fiancheggiato da due ingressi minori, corrispondenti alle navatelle.
Lungo il perimetro esterno delle navate laterali sono collocati due altari per parte.
Le coperture voltate della navata centrale e del coro, l’arco trionfale e le arcate di comunicazione tra le navate presentano decorazioni pittoriche, realizzate tra il 1948 e il 1953 dai pittori Alfredo e Marcello Consoli.
Gli altari minori con frontespizi, caratterizzati da colonne e timpani curvilinei spezzati, presentano elementi decorativi in rilievo o a tutto tondo eseguiti in stucco e impreziositi da dorature.
Gli altari sono ornati da rilievi o statue in gesso o da quadri ad olio; le tavole dipinte sono datate tra il XV secolo, come quella dell’altare dedicato all’Assunta attribuita all’anonimo Maestro di Castiglione in Teverina, e il XVII secolo.
Sulla parete destra entrando si incontra un bellissimo fonte battesimale in pietra subito dopo l’altare della Madonna del Rosario con l’immagine della Vergine in trono con Bambino tra San Domenico e Santa Caterina da Siena.
Un confessionale separa questo altare dal successivo dedicato al Salvatore intercalato dalle canne di un organo.
Sopra la porta della sacrestia nella navatella destra c’è una tela con Sant’Andrea, San Giacomo e la Madonna in cielo in trono tra le nubi e Gesù Bambino.
L’altare maggiore è in legno dorato e risale al 1715; la pala d’altare raffigurante la Madonna della Neve e i Santi titolari della chiesa è opera del pittore viterbese Pietro Papini, eseguita nel 1825.
Nella navatella sinistra sopra la porta della Sacrestia c’è una tela con l’Annunciazione.
Scendendo nella parete sinistra si incontra l’altare del Crocefisso, un confessionale con sopra una tela raffigurante l’Ultima cena e l’altare dell’Assunta contenente un’icona dipinta dall’anonimo Maestro di Castiglione in Teverina nel XV secolo ai cui lati compaiono due immagini di San Giacomo e San Filippo e due statue di San Giuseppe e Sant’Antonio da Padova.
In controfacciata un’antica nicchia in pietra murata ben decorata.
Fonti documentative
www.vitissapientiae.it
https://www.beweb.chiesacattolica.it/houses/house/22434/Castiglione+in+Teverina+%7C+Chiesa+dei+Santi+Filippo+e+Giacomo
https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=22434
Mappa
Link alle coordinate: 42.645105 12.204149