Colombaio sul promontorio di Bisenzio – Capodimonte (VT)

Un sito archeologico di straordinaria importanza tanto che i suoi importantissimi ritrovamenti sono oggi conservati nei musei di tutto il mondo.

 

Cenni Storici

Il promontorio di Bisenzio si erge per un’altezza di oltre 400 metri, circa quattro chilometri a nord di Capodimonte, proprio di fronte all’isola Bisentina, che si specchia nelle acque del lago di Bolsena e che al Monte Bisenzio deve il suo nome.
I numerosissimi reperti di epoca villanoviana, etrusca e romana ritrovati sul monte, sulle sue pendici e nella zona antistante la riva del lago, documentano insediamenti antichissimi la cui fioritura è databile tra il IX e il VI secolo a.C.
Nella zona si contano almeno dieci necropoli, le più importanti delle quali sono quelle in località Olmo Bello, Polledrara e Bucacce.
La tipologia delle tombe è assai varia: sono infatti state rinvenute tombe a camera, a cassone, a pozzetto e a fossa. Bisenzio, indicata dallo storico latino Plinio il giovane come una delle più importanti città etrusche, manteneva relazioni commerciali con Tarquinia, al cui entroterra probabilmente apparteneva, con Vulci e con Vetulonia; certamente rappresentava un importante snodo viario dell’Etruria interna.
L’antica città etrusca lasciò il posto nel V sec. A.C., in seguito all’occupazione romana, alla nuova città di Visentum, che sarà municipio della tribù Sabatina, per essere poi nuovamente distrutta al tempo delle invasioni barbariche.
I suoi importantissimi ritrovamenti sono oggi conservati nei musei di tutto il mondo (da New York a Chicago, da Parigi a Copenaghen…).
In Italia si ricordano soprattutto il museo di Villa Giulia a Roma, il museo Etrusco Gregoriano in Vaticano, nonché i musei archeologici di Firenze e di Viterbo (Rocca Albornoz).
Di grande rilievo i reperti provenienti dalle necropoli delle Bucacce e di Olmo Bello: da quest’ultima in particolare emerse un carrello per incensiere in bronzo, databile all’inizio del VII sec. A.C., decorato con figure plastiche rappresentanti guerrieri, animali, un’aratura e scene di caccia, oggi conservato a Villa Giulia a Roma.
Altro reperto cui è legata la fama di Bisenzio, pure a Villa Giulia e sempre dalla necropoli di Olmo Bello, è una situla in bronzo risalente alla fine dell’VIII sec. a.C.
Al centro del coperchio è raffigurato un mostro incatenato, una sorta di animale fantastico seduto sul vertice, intorno al quale danzano guerrieri (o cacciatori) nudi itifallici disposti in circolo in due gruppi concentrici: il primo direttamente sul coperchio, il secondo, ben più ampio, più in basso, sul dorso dell’anfora.
Difficile pensare che si tratti di cacciatori che esultano per la cattura della preda, o di guerrieri che festeggiano la vittoria su un improbabile nemico; si potrebbe pensare a una scena rituale, una sorta di cerimonia o celebrazione legata ad un qualche culto che non conosciamo.
Dagli scavi di Bisenzio è emersa anche una dentiera d’oro, testimonianza della grande abilità degli etruschi nella realizzazione di protesi dentarie, come peraltro documentato da numerosi altri reperti.
Da Capodimonte, percorrendo la SP Verentana in direzione Valentano dopo pochi chilometri, prima che la strada cominci a salire si scorge sulla destra, in prossimità del Lago, il Monte di Bisenzio.
Si gira quindi a destra, lasciando la provinciale e dopo poche centinaia di metri, dinanzi alla chiesetta di Sant’Agapito, si trova una stradina sulla destra, non percorribile in macchina, che conduce al Monte Bisenzio.
Qui è visibile un bellissimo colombaio che si trova sulla cima del monte e dal quale si gode una veduta indimenticabile sul lago e sulle sue isole; l’accesso avviene tramite un corto corridoio.
La colombaia rupestre del monte Bisenzio è costituita da una doppia camera di superficie complessiva di circa 28 m² e altezza di 2,5 metri.
L’ambiente, contenente circa novecento cellette perfettamente allineate, è illuminato da un finestrone irregolare (parzialmente franato sul lato destro) che, affacciandosi sul lago, consente di ammirare un panorama meraviglioso. Secondo alcune teorie, la grotta scavata nel tufo potrebbe risalire a epoca antichissima in ragione del perfetto allineamento dei raggi solari con la parete di separazione dei due vani all’alba del giorno del solstizio d’estate, producendo un’illuminazione insolitamente intensa nella zona più buia della stanza occidentale.
Poi sarebbe stata adattata a colombaio in epoca medioevale.
Sono solo teorie non suffragate da evidenze archeologiche.
Nei pressi del colombaio si trovano ambienti ipogei di difficile interpretazione, una grande vasca e alcune pestarole.
 

Nota

Foto e testi di Pierluigi Capotondi e Silvio Sorcini.
 

Nota di avvertimento

Prestare attenzione alla presenza di aperture non protette con sottostanti dirupi.
 

Fonti documentative

Giacomo Mazzuoli e Giuseppe Moscatelli – Opera Colombaria, colombari e colombaie nella Tuscia rupestre – Canino 2023
Stefania Quilici Gigli – Colombari e colombaie nell’Etruria rupestre – Lavoro eseguito nell’ambito delle ricerche del Centro di Studio per l’Archeologia etrusco-italica del C.N.R.
www.archeotime.wordpress.com/2017/02/07/il-colombario-di-monte-bisenzio/
https://www.archeotuscia.com/chi-siamo/sezione-di-capodimonte/alla-scoperta-di-bisenzio/
https://www.wikiloc.com/hiking-trails/larea-archeologica-del-monte-bisenzio-e-il-colombaio-a-picco-sul-lago-186483677
 

Da vedere nella zona

Grotte di Castro
Colombari rupestri
Chiesa della Madonna di Castelvecchio

Bolsena
Mausoleo di Lucio Canuleio
Madonna dei Cacciatori
Antica città romana

Capodimonte
Santuario mitraico di Bisenzio

Montefiascone
Basilica di San Flaviano
Chiesa di San Pancrazio in Nucerino
Chiesa di Santa Maria di Montedoro

San Lorenzo Nuovo
Chiesa di San Giovanni in Val di Lago
 

Mappa

Link alle coordinate: 42.5742078088308, 11.874907109597537