Abbazia di San Clemente al Vomano – Notaresco (TE)


 

Cenni Storici

L’abbazia di San Clemente si trova nel territorio di Guardia Vomano a pochi chilometri da Roseto degli Abruzzi. Sorse nella seconda metà del IX secolo ad opera dei monaci di Casauria che si erano già insediati nella zona e che, grazie ai lasciti ed alle donazioni, erano riusciti a costituire un vero e proprio feudo. Il Monastero del Vomano non ebbe vita autonoma ma rimase legato alla casa madre come “prepositura”. Il “Chronicon Casauriense” attribuisce la fondazione del Monastero alla “piissima mater Ludovici imperatoris Domna Hyrmingarda”. Ma si tratta evidentemente del tentativo di molte abbazie di darsi origini illustri, al fine di attirare non solo lasciti e donazioni ma anche di godere dei privilegi che i dominanti dell’epoca riconoscevano volentieri alle abbazie benedettine, insostituibili nel controllo del territorio. La chiesa venne distrutta dai normanni intorno al 1070 e venne ricostruita agli inizi del XII secolo dall’abate Grimoaldo che riuscì nel tentativo di far risorgere dalle rovine non solo Casauria ma anche le sue dipendenze. A ricostruire la chiesa furono della maestranze che si erano formate nella costruzione dell’abbazia di San Liberatore a Maiella. Come Casauria, conobbe il suo massimo splendore sotto l’abate Leonate ma, alla morte di costui, avvenuta nel 1192, andò incontro ad un lento declino. La chiesa sorse su una cresta collinare che dominava la vallata del Vomano e sul territorio di un precedente insediamento romano. Nelle sue vicinanze sorgeva tra l’altro una villa rustica (sarebbe meglio dire una azienda agricola) che, quando i benedettini si insediarono nella zona, era già un ammasso di rovine. I monaci utilizzarono ciò che rimaneva della villa per costruire sia la chiesa del IX secolo che quella successiva del XII secolo: questo spiega la presenza di reliquati di epoca romana all’interno della chiesa. Il portale, in pietra bianca della Maiella, è di scuola liberatoriana. Gli elementi decorativi mostrano infatti evidenti analogie con gli altri portali di San Liberatore. Notevole il ciborio, opera di Roberto e Ruggero, che affonda le sue radici nella cultura islamica diffusa in Puglia ed in Sicilia. Altrettanto interessante è sicuramente l’antependium dell’altare, opera di pregevole fattura che evidenzia un fine lavoro di intarsio. Un particolare interesse storico- artistico merita sicuramente la statua lignea di San Clemente Papa, custodita nell’abside di destra e databile alla seconda metà del Duecento. Tra gli affreschi merita infine particolare attenzione la Madonna Odigitria, attribuita a Gentile da Rocca di Mezzo e che possiamo vedere su un pilastro della navata di sinistra. Databile al 1285, l’affresco risente della cultura e dell’arte bizantina diffusa nel meridione d’Italia ma è altresì caratterizzato dalla ricerca di nuove esperienze figurative.

Testo di Antonio Gumina

 

Mappa

Link coordinate: 42.634376 13.890541

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