Abbazia di San Crispolto – Bettona (PG)

Resta poco della struttura abbaziale, la chiesa è la struttura più rilevante che rimane.

 

Cenni storici

A Passaggio, frazione in piano del comune di Bettona, presso la confluenza tra Topino e Chiascio, si può apprezzare la suggestiva costruzione che testimonia l’esistenza di un insediamento religioso nel territorio di Bettona, risalente all’XI secolo: l’abbazia di San Crispolto della Piana, nota come Badia. Il monastero fondato dai benedettini fu costruito in buona parte con materiali di spoglio recuperati da edifici romani situati nelle vicinanze. Non si conosce la data precisa di costruzione del complesso, che viene menzionato per la prima volta in un documento del 1014, anno di concessione del monastero al vescovo di Assisi Giorgio.
Compare elencata, assieme all’abbazia di San Quirico, come uno degli insediamenti benedettini più prestigiosi del territorio. Tuttavia, il primato religioso spetta a quello di San Crispolto, che custodisce le reliquie del martire patrono dal quale ha ricevuto il titolo. Le spoglie del santo vi rimasero fino al 1265, quando furono trasferite all’interno della città di Bettona, in un oratorio intitolato al santo e successivamente ceduto ai Frati minori. Questo avvenimento rappresentò anche l’inizio di una crisi irreversibile che vide ridurre drasticamente la presenza benedettina sul territorio a vantaggio dei Francescani.
A metà del Trecento l’abbazia di San Crispolto resta ancora una realtà economica di primissimo piano, come emerge dai dati del catasto degli enti ecclesiastici della diocesi di Assisi (1354) che elencano le proprietà e i possedimenti di terra dell’abbazia. Dal XV secolo passò al sistema commendatizio e subì distruzioni ad opera delle truppe napoletane e perugine. Testimonianza della sua passata attività agricola particolarmente intensa dopo essere passata, nel 1238, alle dipendenze dell’abbazia di Santa Maria di Farneta, è la denuncia dei beni per la redazione del Catasto Piano (1778). Il documento rileva che i possedimenti dell’abbazia hanno una estensione complessiva di circa 220 modioli, di cui 35 solo nel nucleo centrale della proprietà con “chiesa, case, palombaro ed orto grande”. Una descrizione più accuratamente dettagliata della proprietà dell’abbazia è fornita nel catasto ordinato dal cardinale Gabrielli e redatto da un omonimo perito (1802). Corredato anche di disegni, dal catasto si desume che l’insieme non ha subito sostanziali modifiche, fatta eccezione per l’abbattimento della torre palombara.
 

Caratteristiche

Dell’originario impianto oggi rimane visibile l’abside, la sottostante cripta e tracce del cortile claustrale. I vari corpi di fabbrica si dispongono attorno ad un cortile con pozzo centrale. La cripta è costituita da un locale absidato monoastilo, cioè ad un unico tronco di colonna in travertino, che sorregge la volta, la cui imposta è costituita da un capitello rozzamente abbozzato. Secondo alcuni la cripta è una delle più antiche dell’Umbria.
Sopra la cripta rimane la parte presbiteriale della chiesa. Il complesso rimase proprietà di prelati locali che lo occuparono fino alla metà del XIX secolo, quando venne ridotto a semplice fattoria. Da allora divenne proprietà di privati. Anche se la struttura è stata trasformata in abitazione privata, all’attuale proprietario va il merito di aver provveduto al restauro dell’intero complesso e destinato alcuni ambienti per manifestazioni culturali.
 

Bibliografia

http://www.regioneumbria.eu

 

Mappa

Link coordinate: 43.022126 12.503680