Antico Porto di Ancona (AN)


 

Cenni Storici

L’arco di Traiano fu innalzato tra il 115-116 d.C. in onore dell’omonimo imperatore come ringraziamento per i lavori da lui realizzati a proprie spese per l’ampliamento e potenziamento del porto di Ancona. Si tratta di un’opera elegantissima che porta la firma di uno dei più importanti architetti dell’epoca, Apollodoro di Damasco; lo stesso architetto che firmò il progetto del grandioso Foro di Traiano a Roma. Dallo stesso porto di Ancona, Traiano partì alla volta della guerra in Dacia come testimoniato da una delle scene scolpite sulla Colonna Traiana. L’Arco è ad un solo fornice con due colonne corinzie su ambo i lati e, nella parte superiore, presenta un’iscrizione arricchita anticamente in bronzo come pure i fregi e i rostri che decoravano l’opera. Secondo la tradizione, l’attico era ornato dalla grande statua equestre di Traiano ai cui lati erano quella di sua moglie Plotina e della sorella Ulpia Marciana.

Arco Clementino
Fu eretto, su proposta del Vanvitelli, in onore di papa Clemente XII, per volontà del Senato anconetano[senza fonte], riconoscente nei confronti del pontefice che, vero e proprio mecenate di Ancona, concesse alla città il porto franco, dando nuovo impulso ai secolari traffici navali, ed incaricò il famoso architetto di ridisegnarne il porto. Fu così che sorsero il Lazzaretto e il Molo nuovo. L’arco Clementino è la porta di ingresso in città dal mare; sorge nel punto in cui il Molo nuovo si innesta nell’antico molo romano, sul quale già si ergeva dal I secolo d.C. l’arco di Traiano. Nelle intenzioni dei promotori del progetto, l’Arco Clementino avrebbe dovuto oscurare la vista del pagano Arco di Traiano: sul suo attico avrebbe dovuto essere collocata la statua benedicente di Clemente XII (come testimoniano i disegni originali del Vanvitelli) e il conio di una medaglia onorifica fatta realizzare dagli anconetani e donata al pontefice, rappresentando così, assieme al Duomo in alto sul colle Guasco, la prima immagine che si sarebbe proposta ai naviganti al momento dell’ingresso nel porto dorico. Venne quindi acquistata[senza fonte] a Roma una statua del papa benedicente, opera dello sculture Agostino Cornacchini (1738), che venne trasportata ad Ancona. A quel punto ci si accorse che la struttura dell’arco, edificato in mattoni e con la sola facciata rivolta verso il mare in travertino, non avrebbe potuto reggere il notevole peso della statua in marmo. Pertanto, in attesa di poter trovare le risorse finanziarie per i lavori di consolidamento e rinforzo della struttura dell’Arco, il Senato anconetano deliberò di collocare la statua, “provvisoriamente”, al centro della Piazza Grande (detta anche “del Comune”) che, a causa della presenza della scultura, venne subito ribattezzata dagli anconetani Piazza del Papa[3]. Inutile che dire che la statua di Clemente XII rimase là dove tuttora si trova, vuoi per la cronica mancanza di fondi per la ristrutturazione dell’Arco Clementino, vuoi per l’affezione che gli anconetani manifestarono per la nuova sistemazione della piazza che acquistò una dimensione monumentale e scenografica che in passato le mancava. Dal punto di vista estetico notevoli risultano gli effetti soprattutto dalla parte rivolta verso il mare, in travertino. La scelta, che può sembrare singolare, di lasciare la facciata verso la città in semplice laterizio si può capire ricordando che l’arco fungeva da porta di città e che dunque il suo prospetto principale era, come di consuetudine, rivolto verso l’esterno. A causa della morte del Vanvitelli l’arco rimase incompleto; successivamente l’opera fu ripresa per volere di papa Benedetto XIV e venne affidata all’architetto Filippo Marchionni, che completò anche il molo nuovo.

Porta Pia
Proprio di fronte all’ingresso della Mole troverete il punto per risalire sulla via principale che costeggia il porto e che vi riporterà verso il Teatro delle Muse e il centro città. Non potrete però fare a meno di passare sotto Porta Pia. Fu eretta quale ingresso monumentale alla città nel 1789, in onore di papa Pio VI, realizzata dall’architetto Filippo Marchionni, era inserita nelle mura che dal porto salivano verso la fortezza della Cittadella. Come per l’Arco Clementino possiamo ammirare due diverse facciate, quella verso la città in blocchi di tufo e quella opposta in pietra bianca. Dopo la seconda guerra mondiale Porta Pia fu staccata dalle mura di cinta della città per far posto ad una nuova strada e perse così la sua funzione di ingresso.

Per approfondimenti maggiori: it.wikipedia.org

 

Mappa

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