Avendita – Colle di Avendita – Cascia (PG)


 

Cenni Storici

Avendita è un piccolo abitato del Comune di Cascia sito sull’Altopiano di Avendita, lungo uno degli itinerari montani per Norcia, sorta sul luogo di un insediamento di origine romana o pre-romana, come attestano i numerosi ritrovamenti.
L’Altopiano di Avendita (comprendente i centri di Agriano e Aliena) è stato interessato da un’antichissima colonizzazione (al pari di quelli, territorialmente limitrofi, di Ospedaletto, di Fogliano e Colforcella, di Ocricchio e di San Giorgio).
Questi centri, in gruppi o isolatamente, hanno vissuto per secoli del dissodamento e della massa a coltura di ampi lembi di querceti che avevano provveduto a stendere sul terreno un mantello di preziosa e fertile terra.
Molte sono le iscrizioni romane ad Avendita; segno della presenza di un vicus al centro di una centuriazione dell’altopiano.
La natura e la quantità di reperti provenienti dalle adiacenze della Chiesa di San Pròcolo farebbero anche supporre la presenza di un edificio romano di una certa mole nei pressi della Chiesa, di fronte alla quale il percorso antico si biforca.
Tra Colle di Avendita e Madonna di Loreto dovrebbe invece situarsi la necropoli relativa all’abitato di età romana.
La prima menzione del nome di Avendita si ha nel 1080, in una donazione fatta all’abate Berardo di Farfa da Arduino Prete, figlio di Letone, di alcuni beni da lui posseduti nel castaldato Equano del Ducato di Spoleto.
Nel Medioevo divenne una villa di transito, dopo che il castello di Avendita fu distrutto e poi completamente abbandonato.
Nei documenti archivistici casciani, Avendita è ricordata il 25 settembre 1344 allorché tre delegati di Norcia e altrettanti di Cascia si incontrarono nella chiesa di Santa Maria del luogo per studiare le mosse e prendere i necessari provvedimenti per far fronte alla minaccia di invasione del conte dell’Anguillara che con le sue soldatesche si aggirava nei dintorni di Spoleto e del Fuscello.
Nel 1380 gli uomini della villa convennero nel capoluogo per eleggere il sindaco; nel 1381 per nominare il “guardiano custode” per vigilare sulle proprietà comunitarie e private.
L’insediamento registra poi una lineare continuità storica grazie all’erezione a pieve (sia pure di piccole proporzioni) della Chiesa di San Pròcolo e alla presenza di residenze a carattere gentilizio. La storia di Avendita è, purtroppo, legata ai tanti terremoti che hanno colpito la zona, di quello del 1599 non si hanno molte notizie, ma provocò enormi danni sia nel paese che nelle zone limitrofe.
Il terremoto del 1703, distrusse quasi totalmente Avendita: di 177 abitanti ne sopravvissero solo 29. La tragedia si verificò in una notte d’inverno quando i focolari erano tutti accesi per riscaldare le case di legno, fu così che si verificarono una serie di incendi che uccisero la maggior parte della popolazione.
Il sisma distrusse anche il vicino castello medioevale chiamato Castello Innocente o Cieca Cascia.
Il successivo terremoto del 1730 colpì la popolazione che ancora non aveva provveduto alla ricostruzione del paese.
Nel 1979 un altro terremoto di notevole intensità colpì la zona.
Non ci furono vittime ma il paese fu di nuovo distrutto e la popolazione costretta a vivere in alloggi provvisori fino a quasi la metà degli anni ’90.
Notevoli i danni anche del terremoto del 2016, che ha danneggiato severamente la Chiesa di San Pròcolo e distrutto molte abitazioni.
Tipica di Avendita è la festa delle Pasquarelle che si inizia il 2 gennaio e culmina il 6 gennaio.
In questo periodo tutta la popolazione si reca di casa in casa dei paesi limitrofi cantando canzoni tradizionali che augurano un buon anno nuovo, raccontano fatti religiosi come la nascita di Gesù e l’arrivo dei re Magi ed infine sollecitano l’ascoltatore ad offrire cibo e bevande ai cantori.
Questa manifestazione diede origine negli anni Settanta ad un gruppo folkloristico chiamato “I Pasquarellani di Avendita“.
Anche il canto a “Fiju Maschiu/Femmina” è tra le antiche tradizioni del luogo.
Ogni volta che nasce un bambino l’intera popolazione si reca a casa dei genitori e attraverso i canti porge loro le felicitazioni.
Tutto accompagnato da cibo e vino.
Il 15 agosto ci si reca all’alba in pellegrinaggio alla Chiesa di Santa Maria di Viezziù, cui si accede solo attraverso una mulattiera.
Da segnalare, nei pressi della parrocchiale, un magnifico secolare ippocastano dalle imponenti dimensioni.
Appena fuori dall’abitato si trova la modesta chiesina di Sant’Anna.
Quasi in continuità abitativa si trova il piccolissimo insediamento di Colle di Avendita.
Una stele sepolcrale murata sulla facciata della casa della famiglia Nardi, oltre a rammentare la presenza romana nei luoghi, menziona la tribù Quirina cui venne assegnata la popolazione di questa zona:
G[aius] TITTIDIENUS P[ublii] F[ilius] QUI[rina Tribù].
Il luogo, già conosciuto ed abitato in epoca romana da una colonia agricola, mantenne l’impianto di villa anche nell’Alto Medioevo ma, per liberarsi dalle continue incursioni dei Ghibellini e dei nursini (in periodo di aperta lotta fra i due comuni rivali di Nursia e Cassia), nel 1400 fu costretta a costruire sui suoi confini (non lontano dall’abitato agricolo) un castello, denominato Castello Innocente.
Presso il piccolo borgo agricolo è la Chiesa di San Felice.
Nel corso del terremoto del 2016 è stata quasi totalmente distrutta la Chiesa della Madonna di Loreto.
 

Fonti documentative

TOSCANO B., GIACCHÈ L., RAGNI B., (1977), L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano, Roma, Edindustria
FABBI A., Storia del comune di Cascia.

http://avendita.it/storia.htm

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Da vedere nella zona

Avendita
Chiesa di San Pròcolo
Chiesa di Santa Maria di Viezziù

Colle di Avendita
Chiesa di San Felice
Chiesa della Madonna di Loreto
 

Mappa

Avendita
Link coordinate: 42.753100 13.049877

Colle di Avendita
Link coordinate: 42.758437 13.048362

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