Castello di Colpalombo – Gubbio (PG)

Il castello è ben visibile percorrendo la statale che da Cascastalda porta a Padule di Gubbio passando per Carbonesca.

 

Cenni storici

Nel corso dei secoli è stato nominato in diverse maniere che riportiamo: Colpalombo, Colle Palumbi, Colle Palumbo, Collepalumbo, Colle Alombo, probabilmente tutti termini riferiti alla caccia al colombaccio molto diffusa la presenza in questa area ricca di boschi. Si è voluto anche ipotizzare il legame del nome ad un personaggio proprietario del posto ( forse Alombo).
Del castello si hanno notizie fin dal secolo XII, attorniato dal suo borgo, sebbene, trasformato in alcune strutture essenziali, ha vinto le sue battaglie contro gli uomini e il tempo.
Oggi costituisce una frazione del territorio di Gubbio molto attiva e laboriosa; giustamente orgogliosa di questa impronta dì civiltà.
A seguito della guerra tra Gubbio e Assisi avvenuta negli anni 1140 – 1160 , sembra che i castelli di Giomesci e Colpalombo siano caduti nelle mani degli Assisani.
Non si conosce con esattezza per quanto tempo sia durato questo dominio, ma si presume che il passaggio di potestà su Colpalombo da Assisi a Gubbio sia avvenuto con l’editto di Federico Barbarossa dell’8 novembre del 1163 in cui mette sotto la sua protezione la città di Gubbio e conferma tutti i suoi possedimenti tra i quali: Castrum Colle palombi.
E’ questo il primo documento che ne attesta l’esistenza, fermo restando che l’edificazione va retrocessa di non si sa quanti anni prima.
Allo stesso modo si comportò l’Imperatore Enrico VI che il giugno 5 del 1191, che concesse agli eugubini ampi privilegi fra cui il permesso di edificare sul monte la nuova città, che prese sotto la sua protezione ed inoltre tra i beni protetti concesse Castrum Colle palombo.
Questo però determinò aspri contrasti con la vicina Perugia.
Nello stesso anno (1191) Celestino III il 12 novembre riceve il Monastero di S. Donato di Pulpiano sotto la protezione della Sede Apostolica, confermandogli il possesso dei suoi beni, tra i quali: Castrum et eccl. sancti Egidii de Collepalumbo.
Si deduce pertanto da questo documento che oltre al castello è presente anche una chiesa.
Tra le conferme del castello alla città di Gubbio, troviamo anche quella dell’Imperatore Ottone IV del 14 novembre 1211.
Prima della riconquista di Ottone IV, la città di Gubbio visse un breve periodo di pace sotto la Chiesa, ma nell’anno del diploma l’imperatore dichiarò guerra a Papa Innocenzo III, che lo aveva incoronato nel 1208: anche il castello di Colpalombo, come tutto il territorio eugubino, passò di potestà sotto l’imperatore.
Durante il XIII secolo esso seguì le sorti della città e del territorio di Gubbio, costantemente sotto le mire di Perugia e Città di Castello ed in continua lotta contro il Papato.
Grazie alla sua posizione geografica posta a sud di Gubbio, sopraelevata rispetto al fiume Chiascio, Colpalombo doveva rappresentare un punto strategico molto importante, indispensabile per la difesa del territorio dalle incursioni dei Longobardi.
Per questo motivo, si ritiene che Colpalombo non si tratti di un classico castello basso-medievale (tipologia tipica dell’Umbria durante i sec. X-XI) ma bensì di una fortificazione arroccata su un colle a difesa della parte meridionale del territorio di Gubbio, inizialmente costruita con legno e graticci che con molta probabilità solo successivamente vennero sostituiti da cinte murarie in pietra.
Il castello di Colpalombo viene anche citato nello Statuto Vecchio di Gubbio (1329): le istituzioni cittadine corrispondevano una somma di denaro a coloro che avessero catturato un insolvente o un fuggitivo in base alla distanza tra il luogo della cattura e la città; per una cattura avvenuta a Colpalombo il comune pagava due soldi e sei denari.
Nel 1376 il 1 dicembre Ser Baldus Dini viene eletto capitano dei castelli di Colpalombo, Caresto e Giomici e sicuramente riceveva un compenso visto che i suoi successori è documentato che ricevevano un salario di 3 fiorini d’oro al mese.
Due anni dopo un suo successore, Nicolaus Angelutii, promette, a nome degli uomini del castello, di alzare una “torricella” per fortificazione e difesa di esso.
Oltre alla torricella, costruita forse per impellenti necessità difensive, sono citate anche le mura, di sicuro costruite in pietra.
Che il castello avesse anche una torre di notevole importanza, è documentato in un atto del 14 dicembre 1384 dove si dice che un certo “Ioannes Angelutii alias Morena” cessa l’incarico di custode della “Torre del Castello di Colpalombo” e gli subentra il fratello Paulus.
Se la torre necessitava di un custode che riceveva un salario, come documentato in un atto del 29 giugno del 1385, sta a significare che questa era fortemente strategica per la difesa del castello; lo stesso fu oggetto di consolidamento delle mura e di una più consistente fortificazione del cassero e a tal proposito il 25 agosto del 1411 venne incaricato del lavoro un tale Suppolinus Masci.
Un’altra ristrutturazione fu eseguita il 17 agosto del 1431 ad opera di Bartolomeo Gare di Gubbio, al quale venne corrisposto un pagamento per la riparazione delle mura e di due torri (da qui si scopre questa seconda presenza che non si conosceva) ma sicuramente questa non venne ritenuta sufficiente se nel 1438 venne presentata dai cittadini una petizione per restaurare la cinta muraria.
Per definire la struttura del castello ci avvaliamo delle informazioni contenute in un atto di vendita eseguito da un tal Tomas q. jacobi Passeri residente nel castello il quale anche a nome di Johanna q. Morelli Rucheletti relativo all’anno 1465 dove lo stesso vende vari casalini siti nel castello in oggetto, confinanti con la piazza del castello, la cisterna, le mura; vende anche delle terre confinanti in più lati con l’ospedale del castello.
Con le lotte tra Guelfi e Ghibellini,Gubbio vide l’ascesa dei Gabrielli di parte Guelfa, ma quando la città si trovò schiacciata dalle pressioni di Perugia a sud e di Città di Castello a nord il potere dei Gabrielli non poté nulla: abbattuta la signoria, vennero rase al suolo le torri cittadine in modo da evitare ogni tipo di resistenza interna e Gubbio si dette ai Montefeltro.
Il passaggio effettivo della città avvenne nel 1384, ma per quanto riguarda il suo territorio (quindi anche per il castello di Colpalombo) non c’è una data precisa, anche se probabilmente avvenne poco dopo.
I duchi Della Rovere di Urbino, nel XVI secolo, si interessarono circa lo stato di conservazione del borgo (che si trovava nel territorio eugubino da loro annesso al ducato).
I duchi nei primi anni del 1600 furono sollecitata da una istanza sottoscritta da venticinque uomini della Corte e Castello di Colpalombo soldati della milizia, affinchè venga mandato un commissario revisore per verificare che il castello versa in condizioni di abbandono ed estrema povertà “per mal governo di quelli che hanno administrato per li tempi passati” e non più curato dai tempi di Federico da Montefeltro che lo utilizzò anche come punto di ristoro durante le sue battute di caccia.
Un episodio circa le battute di caccia del Duca Federico di Montefeltro è raccontato Ser Guerriero nelle sua cronache:
A dì 16 de luglio, dicto anno, el signore conte partì da Ugubio et andò per darse piacere in la riva del Chiascio, et lì desinò la sera.
Andò ancora a Colpalonbo, et l’altro dì, cacciando, fine a Caresto, a desinare a Colpalonbo, et la sera a Ugubio
”.
E’ un episodio che testimonia come Colpalombo fosse più noto a quel tempo non solo politicamente e militarmente, ma anche dal punto di vista dello svago.
Questo dominio del Ducato di Urbino durerà fino al 1861 quando Gubbio viene riannessa all’Umbria.
 

Aspetto

Il Castello conserva tracce dei basamenti delle torri, delle mura di cinta e della porta d’ingresso.
La torricella, ancora visibile per i tre quarti delle pareti, è collocata nella parte ovest del centro storico, postazione dalla quale è possibile vedere la zona sottostante ed il fiume Chiascio attraverso una feritoia; la torre maggiore è poco distante, riempita nel corso degli anni e ben incastonata nel lato sud-ovest della cinta muraria rimanente.
 
 

Chiesa di Sant’Egidio

La chiesa di Sant’Egidio, tuttora esistente, si trova nella parte alta del paese.
L’esistenza della chiesa di Colpalombo, come già citato, è dimostrata dal documento risalente al 1191 in cui Celestino III conferma sotto la sua protezione il monastero di San Donato e le proprietà ad esso appartenenti, tra le quali il castello di Colpalombo e la Chiesa di Sant’Egidio.
Non ci sono altri documenti sulla chiesa di Sant’Egidio fino ai decimari del XIV secolo, in cui si registrano i pagamenti delle strutture ecclesiastiche, ed entrambe le note che la riguardano sono datate 1333.
Essa è costituita da una sola navata a tre campate, ma sappiamo che il suo aspetto è cambiato negli ultimi sessanta anni: all’incirca negli anni Trenta, l’entrata era collocata al centro della parete sud e vi si arrivava tramite due rampe di scale, la più breve delle quali, passante sotto il campanile, è tutt’ora in uso.
Fra i tesori appartenenti alla chiesa vi sono una tela ed una statua lignea raffigurante Sant’Antonio abate, di grande valore, attualmente sottoposte a restauro.
 

Fonti documentative

https://it.wikipedia.org/wiki/Colpalombo

P. L. Menichetti – Castelli, Palazzi fortificati, Fortilizi, Torri di Gubbio dal sec. XI al XIV – 1979

http://digilander.libero.it/prolococolpalombo/tesi_di_laurea_di_valentina_dragoni.html

 

Mappa

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