Castello di Gallano – Valtopina (PG)

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Cenni Storici

Il castello di Gallano (toponimo prediale che deriva da Gallus), si erge a mezza costa sul monte omonimo tra Valtopina e Capodacqua ad un altezza di 520 metri.
Esso fu parte integrante di quelle terre ricche di castelli, chiese e monasteri che sin dal primo medioevo costituirono la federazione autonoma detta “Universitas“.
Nel castello sin dal 1085 vi si insediò un importante monastero benedettino, che prese il nome di S. Stefano di Gallano, il cui fondatore e primo abate fu certo Berardo figlio di Gerardo, discendente della stirpe comitale degli Atti di Nocera.
Nel 1155 l’imperatore Federico I Barbarossa creò conte di Gallano, Castel Reale e Lelfa (località nelle vicinanze di Visso detta Francalancia), Robbacastelli da Foligno, figlio del conte Mainardo 1° di Bonconte 1° della stirpe di Lupo (o Lupone) dei conti di Nocera.
Nel 1191, a causa delle continue guerre tra Comuni e Imperatore, i monaci abbandonarono una prima volta il castello, per ritornarvi poco dopo a pericolo scampato, rendendolo più sicuro con numerose opere di fortificazione.
In quel periodo, la giurisdizione sulle chiese della Valle del Topino fino allora esercitata dalle Pievi di Faieto (da cui dipendevano le chiese di Calestro, Seggio, Afrile) e di Porcarella (chiese di Cassignano, Caliguedano ed Annifo), passò ai monasteri di S. Stefano di Gallano e di S. Pietro in Landolina.
Nel 1291 il monastero di S. Stefano di Gallano, fu unito all’abbazia di S. Croce di Sassovivo, insieme a molte altre chiese della zona.
Nella sentenza emessa dal cardinale Capocci del 1239, vengono enumerate tutte le pievi del vescovado di Foligno e successivamente (1295), nella Libra et extimatio l’attenzione si accentra sui beni delle singole chiese.
Nella sentenza del 1239, il Monastero di S. Stefano di Gallano, risulta avere giurisdizione su 13 cappelle, mentre nella Libra et extimatio del 1295, le cappelle risultavano ridotte ad 8.
Nel 1350 infine, il monastero venne abbandonato definitivamente.
Anche questo castello al pari degli altri posti nella zona, dalla fine del XII secolo risulta essere sottomesso ad Assisi, e cosi fino a quando nel 1383 fu ceduto da papa Urbano VI ai Trinci di Foligno che ne ottennero la carica di visconti.
Conclusasi l’era trinciana con le ben note vicende del 1439, lo stesso passò sotto il diretto controllo della Chiesa.
Il fortilizio, come del resto tutti gli altri, sin dal Medioevo venerava il suo santo protettore, è infatti tuttora esistente la chiesa intitolata a S. Sisto di Gallano.
Il castello, conserva ancora l’assetto urbanistico medievale originario e nel borgo murato, nel secolo XV importantissima roccaforte dei signori di Foligno, sono ancora visibili la chiesa recentemente ristrutturata, nonché una parte del bastione e ampi tratti delle mura, costituite da pietre di diversa natura e di diversa origine.
Di particolare interesse erano gli affreschi della chiesina di S. Sisto, quasi completamente distrutti dagli anni e dall’incuria dell’uomo.
Uno di essi, attribuito all’illustre pittore folignate Pierantonio Mesastris, grazie allo storico Mons. Faloci Pulignani, nel 1891 venne accuratamente asportato ed oggi è conservato nella cattedrale di Foligno.
 

Fonti documentative

Santuari e Castelli del Folignate e della Valtopina di Sandro Capodimonti edizione Dimensione Grafica
 

Mappa

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