Castello di Greccio – Greccio (RI)

Cenni Storici

Il borgo medievale di Greccio, nella Provincia di Rieti, è arroccato a 705 metri d’altitudine, su un bastione roccioso, alle pendici del Monte Lacerone, affacciato in splendida posizione panoramica sulla valle Santa Reatina. Fondato probabilmente da una colonia Greca, in tempi antichissimi, si hanno notizie delle battaglie sostenute con le comunità vicine fin dal secolo XI, data della nascita del Castrum. Nel primo periodo della sua genesi, più precisamente negli anni a cavallo del 1100, il castrum Greciae conobbe una fase di grande sviluppo demografico ed urbanistico in seguito all’immigrazione degli abitanti di Rocca Alatri, un centro situato nei pressi della vicina abbazia cistercense di San Pastore, che cominciò a spopolarsi in quel periodo. Nel 1242 fu distrutto ad opera delle truppe di Federico II di Svevia che, in guerra contro la Santa Sede e non riuscendo ad espugnare Rieti dopo dieci mesi di assedio, incaricò nel mese di maggio il suo capitano generale Andrea di Cicala di mettere al ferro e fuoco l’intero circondario. Fu la più drammatica devastazione che il paese subì, insieme al saccheggio delle truppe napoleoniche che si consumò nel 1799. L’antico borgo conserva intatta la sua struttura, tipica di un “castrum” fortificato, nella quale spiccano i resti del castello, risalente al secolo XI.

Chiesa di San Michele Arcangelo

Nella parte più elevata del colle si erge la Chiesa Parrocchiale di S. Michele Arcangelo, restaurata dopo il 1799 e rimasta chiusa fino al 1808, anno in cui il Vescovo Saverio Marini ed i priori di Greccio avviarono le prime iniziative di recupero affidando l’incarico dei lavori dapprima al Bernasconi di Rieti e, successivamente all’Ing. Fedeli nel 1825. Gli ultimi importanti interventi edilizi in S. Michele Arcangelo risalgono al periodo 1939 – 1944: oltre al rifacimento del tetto e ad altri lavori negli spazi interni, furono eseguiti interventi strutturali che riguardarono il consolidamento delle fondazioni e delle pareti, che erano state seriamente lesionate dal terremoto del 1915. L’interno della chiesa, arricchito da opere cinquecentesche, si presenta oggi come un’ampia aula rettangolare, di circa m. 10 X 16 escluso il presbiterio, coperta a volta di botte con due cappelle laterali dedicate a S. Antonio da Padova e alla Madonna Immacolata. Quest’ultima, che è la cappella di sinistra, è impreziosita da decorazioni in stucco attribuite a Gregorio Grimani, che le realizzò nel 1636 in concomitanza con i lavori di edificazione della cappella stessa. Entrando, sulla destra, di notevole interesse è il Fonte Battesimale. L’altare maggiore è dedicato a San Michele Arcangelo, Patrono di Greccio, raffigurato in una grande tela anonima ottocentesca mentre, sulle pareti ed il soffitto, sono presenti affreschi di autore ignoto, raffiguranti l’Ultima Cena e la Pentecoste. Di notevole pregio un Calice in argento dorato del sec. XIX e, degno di nota, un Ostensorio della fine del seicento. Di particolare interesse sono le due acquasantiere dell’ingresso, realizzate con marmo rosa di Cottanello. A circa cinquanta metri dalla chiesa, a destra, si trova la torre campanaria, edificata nel seicento sui resti di una delle due torri sopravvissute, tra le sei che presidiavano l’antica cinta muraria medievale, della quale rimane, ben conservata, anche una porta di accesso con arco a sesto pieno. Ricca di decorazioni e stucchi preziosi anche la chiesa di S. Maria del Giglio, che domina la piazza principale, ai piedi del borgo. Di stile barocco, la Chiesa è molto simile a S. Michele Arcangelo, sia nelle dimensioni planivolumetriche che nei tratti estetici. Anch’essa mononavata e coperta a volta di botte, ha un altare centrale e due laterali ornati da decorazioni in stucco di scuola romana, con influssi di Carlo Fontana. L’altare maggiore dedicato alla Madonna, è decorato da un tondo a tempera raffigurante la Vergine col Bambino, datato al primo quattrocento attribuito ad anonimo artista umbro; sull’altare laterale di sinistra vi è una tela raffigurante l’Adorazione dei Pastori attribuita a Carlo Maratta e recentemente restaurata con il contributo dei fedeli di Greccio, sull’altare di destra una Madonna col Bambino, S. Giuseppe e S. Luigi Gonzaga, firmata B. Raoni (1784), in prossimità del presbiterio un Martirio dei missionari francescani in Marocco, opera ottocentesca del pittore romano Zoffoli, proveniente dal Museo Missionario di S. Giovanni in Laterano. Nell’anno 2006 la facciata della chiesa è stata restaurata grazie alla generosità di una famiglia del paese, come ricorda una lapide all’ingresso. All’interno dell’abitato, si trova poi la Cappellina di San Francesco, che la tradizione vuole edificata nel luogo in erigere, a poca distanza da lì, il Santuario La storia vuole che Francesco d’Assisi, che dimorava sul Monte Lacerone dal 1209, sceso a predicare agli abitanti di Greccio, affidasse ad un bimbo un tizzone ardente perché lo lanciasse nel luogo dove avrebbe edificato la sua dimora. E il tizzone raggiunse la parete rocciosa dove oggi sorge il Santuario Francescano circondato da un bosco di lecci.

Fonte del Lupetto

Tra le seducenti bellezze della natura, a Greccio vi è quella di copiose sorgenti d’acqua saluberrime, tra le quali primeggia per purezza e leggerezza rare, l’acqua minerale della “Fonte del Lupetto” che scaturisce in gran copia dalle roccie del Monte Peschio. La Fonte è situata sul punto più elevato di tutto il paese, a pochi passi dall’abitato, in un luogo veramente ameno e pittoresco, ha tutte le attrattive romantiche, e per le scogliere guarnite di verzura e fiori naturali e per la freschezza del poetico bosco, ricco di innumerevoli varietà di piante silvestri, e per il suggestivo panorama che lassù si svolge. Il nome di Fonte del Lupetto sembra esserle venuto dal fatto che il proprietario del luogo ove sgorgava, bevendola abitualmente avesse di consueto un appetito da far concorrenza alla bestia della quale fu a lui affibbiato tal nome; ma si dice anche che quel lupo, che divorava le genti di quel castello, dimorasse in quel bosco e, bevendo della medesima, diventasse più vorace. Nel 1912, il Prof. G. Trotterelli (Dir. R.Istituto di Chimica e Metallurgia di Terni) dichiarava dopo attente analisi l’acqua di Fonte del Lupetto: purissima, alcalina, litiosa, digestiva, diuretica, antiurica, indicata per le malattie degli organi digerenti, delle vie urinarie, contro la gotta, la renella, nefrite e inappetenza etc. All’epoca, la Fonte del Lupetto era compresa nella categoria delle oligometalliche, con un residuo fisso di gr. 0,15 per litro. Abbandonata per anni, si sta ora provvedendo al totale recupero della stessa, per consentire la fruizione dell’acqua salutare.

Cappelletta di S. Francesco

La Cappelletta, chiesa di S. Francesco, è situata sulla vetta dell’omonima montagna, uno dei luoghi più suggestivi del territorio Comunale. Vuole la storia che questo luogo fosse la prima dimora del Santo d’Assisi allorché decise di stabilirsi a Greccio: “Ivi, Egli fece costruire una misera capanna di arbusti, fra due folti carpini, atta a preservarlo dalle intemperie invernali e dai calori estivi. Il posto è senza dubbio incantevole; si trova a quota 1205 m.s.l. e scopre una veduta panoramica a 360 gradi che permette di dominare sia l’intera Valle Santa Reatina quindi tutti i luoghi francescani in essa presenti (Poggio Bustone, La Foresta, Fonte Colombo e lo stesso Santuario di Greccio), sia la terra Sabina ad ovest fino addirittura a scorgere, in condizioni di particolare limpidezza, la Cupola della Basilica di S. Pietro a Roma. L’edificio attualmente presente sul posto è stato fatto edificare nell’anno 1712 da Papa Clemente XI in memoria di S. Francesco d’Assisi. L’edificio, fin dalle prime origini (1712) era costituito da una minuscola e povera chiesuola; circa intorno all’anno 1889 fu edificata una casupola affiancata utilizzata come rifugio per i pastori. L’originaria chiesetta è ancora oggi integra nella propria conformazione e nelle proprie dimensioni; essa è caratterizzata da una minuscola stanza dove è presente un povero altare in legno. Il soffitto è costituito da una volta a tutto sesto realizzata in mattoni e le pareti risultano intonacate e tinteggiate con calce bianca. Sulla parete est si apre una finestrella che si affaccia sulla Valle Santa Reatina. Nel corso degli anni, fino ai giorni nostri, il complesso dell’intero edificio è stato oggetto di successivi ampliamenti e di interventi anche di consolidamento strutturale.

Bibliografia:
Prof. Francesco Benedetti; Greccio – Dal castrum ai nostri giorni: un viaggio millenario nel segno della presenza di Francesco d’Assisi – 2007
Arch. Marcello Mari; Nello spirito di San Francesco – 2006
Coordinamento: Mara Francia (Ufficio Turistico Comune di Greccio)

Per approfondimenti maggiori: www.comune.greccio.ri.it

 

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