Chiesa di San Benedetto e Paolino da Coccorano – Località Barcaccia

La zona circostante è uno spettacolo di pacata grazia campestre, e nulla farebbe pensare alle feroci lotte per il possesso di queste terre che qui dovettero svolgersi tra Perugia e Gubbio che si sono contese per anni un punto così strategico posto ai loro confini.

 

Cenni Storici

La chiesa campestre sicuramente nota già al tempo di San Francesco sorge nella campagna accanto al fiume Chiascio che in quel tratto è ridotto in una strozzatura in un punto dove esisteva un guado di traghettamento con grosse barche nominato appunto Barcaccia.
La località su cui sorge la chiesa prende il nome da un castello che sorge nelle immediate vicinanze e il nome Biscina potrebbe derivare dalla sua ubicazione sulla sommità di un colle da cui si domina tutta la vallata del Chiascio che in quel tratto disegna numerose anse come un biscia.
Il castello era un antico feudo dei conti di Coccorano e dominava l’unica strada che collegava Assisi (Perugia) con Gubbio, ed è anche l’unica strada che può aver percorso San Francesco nel 1206 nella sua fuga da Assisi dopo aver lasciato la casa paterna e aver intrapreso il percorso della Fede.
Si narra che in questo tratto Il Santo subì un’aggressione da parte di un gruppo di briganti e per questo chiese accoglienza agli abitanti del posto e si rifugiò presso il vicino castello di Coccorano di proprietà della famiglia Bigazzini di Gubbio ed amica del santo dai tempi delle sue ricchezze terrene.
La chiesa sorge a ridosso del percorso Francescano Assisi – Gubbio ed è ad una distanza di 15 Km sia da Assisi che da Perugia che da Gubbio.
Nelle vicinanze delle chiesa sorgeva un antico ostello attivo ai tempi del Santo e più a Sud l’Abbazia Benedettina di “Santa Maria in Vado Fabricae” documentata fin dall’820, nei pressi del fiume Chiascio (da cui -vado- guado sul Chiascio).
La chiesa di campagna doveva essere tale anche ai tempi di San Francesco, si presenta squadrata di dimensioni contenute con tetto a capanna spiovente e un campanile a vela integrato nella facciata, la stessa è decorata con delle piastrelle raffiguranti san Francesco, Santa Chiara e un sole con la classica espressione francescana Pax et Bonum murate in delle nicchie.
Sempre nella facciata si aprono due finestre basse con sagoma particolare e sulla porta della chiesa una lapide marmorea ricorda i due interventi di restauro si seguito ricordati.
L’interno è spoglio e non presenta elementi di pregio.
La chiesa ha subito gli attacchi del tempo e dei terremoti che si sono succeduti nella zona nel corso degli anni, ha avuto interventi di consolidamento nel 1938, quando fu restaurato, e nel 1993, in seguito ad un altro terremoto.
La chiesa è una conferma innegabile del ruolo avuto qui dai benedettini nel corso dei secoli e, insieme, della potenza della contea di Coccorano, i cui confini certo erano noti al giovane Francesco, infatti era nella logica benedettina costruire modeste chiese rurali sparse per i territori di loro interazione per cristianizzare popolazioni di pastori e contadini lontani dai centri urbani, questa ne è un un esempio.
 

Nella zona

Barcaccia
Diga di Valfabbrica
Castelli limitrofi
 

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