Cenni Storici
L’edificio, in condizione di grave degrado, si trova in aperta campagna, un paio di chilometri a sud est di Grotte di Castro, a 517 metri sul livello del mare.
Costruita in data antecedente al 1545 con contributo dei Bifolchi di Grotte di Castro, la chiesa è dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo, solo in seguito si aggiunse l’appellativo “Castelvecchio” per precisare la località in cui sorgeva.
La categoria dei bifolchi era molto importante e il loro numero si può dedurre dalla presenza dei buoi da lavoro nel territorio.
Francesco Girardi, in una relazione del 1600 per il Duca Ranuccio Farnese, riportava che “la terra delle Grotte è la miliore et la più ricca….fa fochi 380, anime 2000, buoi da lavoro 300…..”
A Grotte di Castro, a cura dei Bifolchi, si svolgeva il rito del solco dritto.
Era abitata da eremiti che vivevano grazie alla rendita del loro orto e alle elemosine delle persone.
Dal resoconto della Visita Pastorale del 1629, effettuata dall’arciprete Tiburzio Mattei, si apprende che nella domenica successiva all’Assunta si effettuava una solenne processione con il trasporto della Madonna dalla chiesa di San Pietro Apostolo, ubicata al centro del Paese, fino a Castelvecchio.
La festività, poiché interessava una chiesa rurale, costruita dai bifolchi, era condotta e organizzata dagli stessi bovari.
Nel 1794 il cardinale Maury confermava con una dichiarazione scritta la dipendenza della chiesa dalla parrocchia di San Pietro.
La chiesa sorge su un piccolo rialzo, la facciata è ormai completamente invisibile, coperta dalla vegetazione.
Aspetto esterno
Il portale conserva ancora parte dell’originale chiusura lignea; ai lati si aprono le due piccole finestrelle devozionali, tipiche delle architetture campestri cinquecentesche, consentivano ai pellegrini di pregare l’immagine sacra anche quando la chiesa era chiusa; sopra si apre un piccolo oculo circolare.
Sul retro della chiesa si trova l’abitazione degli eremiti.
Il campanile a vela a un solo fornice è posto sul retro, disassato a sinistra, ne rimane un misero moncone.
Interno
L’interno si presenta a navata unica con copertura a capriata.
Sulla parete sinistra si aprono due nicchie sovrapposte, con decorazione a stellette su fondo blu.
Sulla parete d’altare, al centro di una nicchia, si ammira un bell’affresco raffigurante la Madonna in trono con Gesù Bambino tra san Sebastiano e san Rocco.
L’iscrizione posta ai piedi dell’opera recita:
PARTES VIRGINTAS DISCORDES TEMPORE IN ILLO VIRGINIS IN GREMIO ET FOEDERA PACIS … MDXXXXV.
L’affresco, ancora ben conservato, è di bella mano, richiama la scuola del Pastura.
Sulla destra della parete d’altare una porta introduce a quella che era l’abitazione dell’eremita, disposta su due piani; il vano a piano terra è dotato di tre finestre e di un camino.
Nota
Foto e testi di Pierluigi Capotondi e Silvio Sorcini.
Fonti documentative
Grotte di Castro: il territorio, il paese, il museo a cura di Mariaflavia Marabottini Pietro Tamburini con i contributi di Pierluigi Filosomi, Mariaflavia Marabottini, Adelio Marziantonio, Pietro Tamburini, Bolsena 2008.
http://discoverytuscia.blogspot.com/2017/05/chiesette-di-campagna-dellalto-lazio-un.html
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Mappa
Link alle coordinate: 42.66630717903701, 11.849905598724439