Cenni Storici
Marcetelli (RI) (m. 930; 89 residenti) è il più piccolo comune del Lazio per numero di abitanti (solo 66).
E’ in Alta Sabina (Comunità Montana Salto-Cicolano), nel parco regionale Navegna-Cervia, presso il lago del Salto.
Si raggiunge con l’Autostrada Roma-L’Aquila, uscendo a Carsoli e seguendo la tortuosa strada provinciale che attraversa i borghi di Poggio Cinolfo, Collalto Sabino e Collegiove (m 1000).
Quest’ultimo è uno dei centri della Riserva Naturale Regionale dei Monti Navegna e Cervia e con una breve sosta, attraversando le sue case antiche, si può raggiungerne il punto più alto.
Il colle è sormontato dalla chiesetta di S. Maria, ormai abbandonata, davanti alla quale un verde praticello recintato da una staccionata di legno è stato intitolato Piazza dell’Unità d’Italia; da lassù magnifica è la vista sul paese, sui verdi prati che lo circondano e sulle lunghe rocce del monte Cervia che lo sovrastano.
10 km dopo Collegiove, lungo una strada impossibile (piena di buche e frane e ostacoli) ma utile ai locali per recarsi nei propri castagneti, si arriva a Marcetelli, piccolo ma antico centro agricolo, borgo di pietra molto ben tenuto (magnifici i ciuffi di gerani alle finestre e per le strade, altro che Dolomiti!), in un ambiente meraviglioso.
Ricordo che, appena fuori paese, con un bel sentiero in mezzo al bosco colorato d’autunno si arriva alla Fonte Pelo Prato e oltre, fino a un valico oltre il quale la strada si “infratta“.
Ma lo stesso nome collega il paese all’ambiente circostante: in dialetto locale Marcetelli sta per “quercia bella“; infatti nel territorio del paese cresce una quercia che ha più di due secoli ed è alta 22 metri.
Si raggiunge seguendo la carrareccia che parte dal santuario extraurbano di S. Maria in Villa e corre più in basso per altri 5-600 metri e in mezzo al bosco; la “Cerqua Bella“, alta e solenne, è una roverella vecchia di almeno due secoli, alta 22 metri e della circonferenza di 5 metri. Di origini medievali, alle pendici del monte Navegna, Marcetelli ha origini molto antiche, comuni a quelle di molti paesi vicini posti al di là o al di qua del fiume Salto.
E’ una terra circondata da boschi e gole profonde, inespugnabile nei secoli, oggi praticamente disabitata.
Fu edificato su uno sperone roccioso a difesa di aggressioni, come le invasioni saracene del sec. X, al tempo di papa Giovanni X.
Il castello (sec XII-XIII) fu forse edificato dalla famiglia Mareri per consolidare i suoi possessi nell’area.
I Mareri si affermarono verso la fine della dominazione normanna e sotto gli Svevi era signore di Mareri e di altre terre Filippo, che poi venne in possesso dei feudi di Rainaldo Sinibaldi (che il 15 dicembre 1185 aveva ottenuto da Gentile abate di San Salvatore di Rieti alcune terre poste tra i fiumi Turano e Salto al tempo di Federico I Barbarossa); infine il 14 giugno 1266 re Carlo d’Angiò con un rescritto da Napoli investiva Tommaso Mareri di alcuni feudi nello stato dei Cicoli, tra i quali i castelli di Rigatti e di Marcetelli.
La famiglia tenne il feudo fino al 1655, con qualche interruzione: nel 1247 Federico II privò Tommaso Mareri dei suoi feudi perché aveva tradito il partito imperiale cedendo al pontefice la vicaria di Romagna; nel 1267, dopo la battaglia di Tagliacozzo, lo stesso fece Carlo I d’Angiò avendo i Mareri sostenuto Corradino di Svevia; dal 1271 al 1279 Marcetelli fu infeudato dagli Angioini al provenzale Guglielmo Accrochemoure.
Agli inizi del ‘300 i Mareri ne tornarono in possesso, ma nei secoli XVI e XVII dilagò il brigantaggio, fenomeno che si ridusse dopo che il 3 dicembre 1662 i Mareri, costretti dai debiti, vendettero il feudo a Maffeo Barberini per 25.000 scudi.
Questi lo tennero fino al dicembre 1817, cioè fino all’eversione dei diritti feudali seguita all’invasione napoleonica; poi fino all’Unità d’Italia seguì le vicende della baronia dei Collalto con il vicino borgo di Collegiove, prima possedimento dell’abbazia di Farfa.
Il 3 febbraio 1861 un esercito di borbonici, popolani e briganti saccheggiò la valle di Marcetelli, Collegiove e Collalto Sabino con il suo castello.
Questo episodio, inserito nel fenomeno storico nazionale del brigantaggio postunitario, è il prezzo pagato da questa terra di frontiera per la sua decisione di aderire al giovane Regno d’Italia.
Passeggiando piacevolmente nel silenzioso borgo, che ha una interessante struttura urbanistica a spina di pesce, si incontra “Piazza Don Italo Stazi, parroco di Marcetelli. Marcetelli 19.6.1942; Roma 05.12.2000“; a lui è dedicata anche questa targa nella chiesa parrocchiale:
“Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano. In ricordo di Don Italo Stazi parroco di questa comunità. N. 19/06/1942; m. 05/12/2000. Marcetelli, li 18/05/2001“.
Il Patrono del paese è San Venanzio martire, nativo di Camerino, festeggiato il 18 maggio con S. Antonio di Padova; a Ferragosto altra grande festa dell’Assunta e del compatrono S. Rocco.
A San Venanzio e a San Rocco è dedicata la chiesa parrocchiale di Marcetelli; il parroco è di colore, africano, come ora avviene in moltissimi paesi d’Italia.
I fittissimi castagneti secolari che circondano il paese hanno da sempre garantito agli abitanti la raccolta e la vendita di castagne, lo sfruttamento del legname e la pratica un tempo molto diffusa del mestiere di bottaio, con la produzione di botti, bigonci, tini e barili.
Il legno è la ricchezza principale di questa terra e le attività artigianali a esso legate la resero famosa in passato.
Nel centro storico è posto il museo delle attività rurali e la storica bottega del Cerchiaro, dove si realizzano appunto le botti, i tini e i bigonci utilizzando soprattutto il legno di castagno.
Da 42 anni si celebra a novembre una caratteristica sagra della castagna rossa del Cicolano, con stand gastronomici per la degustazione del prodotto.
A luglio, solitamente nella prima decade del mese, anima il borgo la Sagra del fungo porcino.
Dal punto di vista culinario due elementi caratteristici: i Ciacamarini, striscioline di pasta all’uovo arrotolate a mano e condite con sugo o solo con olio extravergine della Sabina, una grattugiata di formaggio locale e una manciata di pepe nero appena macinata; e la Pizza di Pasqua ricresciuta.
Del patrimonio artistico di Marcetelli va ricordato il Palazzetto (dimora estiva dei Mareri, con sullo stipite uno dei pochi stemmi rimasti della famiglia: tre piramidi d’argento in campo rosso sormontate da tre rose d’argento), il Palazzo Barberini, la piazza della Porta con la bella fontana ottagonale, la seicentesca chiesa di San Rocco eretta dopo un’epidemia.
Chiesa di Santa Maria in Villa (Di Pietriboni)
Si trova a circa 2-3 km dal paese sulla strada per Collegiove in località Cerreto, a 1000 metri di quota sul rilievo detto Monte Santo.
Si raggiunge anche a piedi dal bordo della strada per 1 km lungo una carrareccia rurale.
Prende il nome (S. Maria in Villa o di Pietriboni o in Pietrinieri) dal monticello su cui sorge; è quasi sempre chiusa, ma è posta sotto un boschetto di querce dove è stato bello fare una sosta o una merenda, nel silenzio più profondo.
La diruta chiesa fu fondata prima del 1182 da Benedetto, vescovo di Rieti, come attesta la bolla dello stesso anno di papa Lucio III, dove figura come Sanctae Mariae de Illicis dai boschi di leccio che ancora oggi la circondano; l’edificio si aggiunse poi alle altre parrocchie del Cicolano con il nome di Sancta Maria in Massetelli.
La particolare ubicazione ha fatto supporre che la pieve facesse parte di un piccolo insediamento denominato Villa, che precedette il vicino Castrum, dal quale essa riprende il toponimo, ipotesi attestata dal ritrovamento presso la chiesa di fragmenta di antiche mura perimetrali.
Restaurata dalla Soprintendenza dei Beni Architettonici del Lazio dopo un lungo abbandono per il terremoto del 1997, conserva all’interno una decorazione absidale che è un unicum dell’alta Sabina: vi è raffigurata la Vergine della Misericordia con Sante e Santi Martiri, mentre nella conca absidale è l’Incoronazione Regia di Maria.
Studiata di recente da Stefano Petrocchi, Paola Nardecchia e Francesco Panetti, il primo attribuisce il ciclo pittorico di Marcetelli a Desiderio da Subiaco, pittore attivo dagli ultimi anni Ottanta del Quattrocento fino ai primi del Cinquecento.
La Nardecchia invece partendo dallo studio di Petrocchi dà l’attribuzione a un anonimo che chiama Maestro di Cori, artista influenzato da Desiderio da Subiaco e dal Maestro di Farfa.
I due studiosi mettono a confronto la decorazione absidale di Marcetelli con i cicli pittorici di S. Maria delle Grazie a Pietrasecca di Carsoli e della chiesa di S. Oliva a Cori.
Entrambi gli affreschi sono analoghi per la scelta del repertorio iconografico, L’Incoronazione della Vergine, e in parte sono vicini stilisticamente alla decorazione absidale della piccola pieve di Marcetelli.
Petrocchi e Nardecchia concordano nel datare il ciclo di Marcetelli ai primi anni del ‘500, fase intermedia dell'”artista“, mentre la tappa conclusiva sono le decorazioni di Pietrasecca e di Cori.
A qualche metro dalla chiesetta si alza un campanile di legno con una campana che si può suonare tirando una corda.
Ha questa targa metallica:
“In memoria di Franco Di Biagio. Su questo monte insieme a te abbiamo innalzato questo campanile di cui sei stato il primo benefattore. I rintocchi di questa campana ti giungano in quell’angolo di cielo dove vive il tuo indimenticabile sorriso. Ciao Franco. “Non rattristiamoci di averlo perso, ma ringraziamo di averlo avuto”. S. Agostino. Marcetelli, 31 luglio 2011“.
Se si riparte da Marcetelli con la strada che tocca il lago del Salto (e poi la superstrada Rieti-Valle del Salto e l’autostrada A24) è consigliata una sosta al santuario della SS. Trinità di Vallececa, frazione del comune di Pescorocchiano (RI), in bellissima posizione sul lago; è una costruzione seicentesca voluta dal vescovo di Rieti Ippolito Vincentini, meta ogni anno di pellegrinaggi, soprattutto nella domenica dopo la festività del Corpus Domini.
Nota
Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Patrizia Magistri, la visita è stata effettuata il 15 ottobre 2017.
Nota fotografica
La foto panoramica di Marcetelli è tratta dal sito:
https://www.rietinature.it/comune/marcetelli/
La foto dell’affresco absidale della chiesa di Santa Maria è tratta dal sito:
https://www.bta.it/txt/a0/05/bta00514.html
Fonti documentative
Marcetelli, in Città e paesi del Lazio – Il Tempo 1977.
Cartellonistica della Riserva Naturale Regionale dei Monti Navegna e Cervia.
Mappa
Link alle coordinate Chiesa di Santa Maria in Villa: 42.217280 13.050904
Link alle coordinate Mercetelli: 42.226789 13.047263