Eremo di San Silvestro Abate – Fabriano (AN)

Cenni Storici

L’Eremo di San Silvestro in Montefano di Fabriano venne fondato da San Silvestro Guzzolini nel 1231 in prossimità della sorgente fonte Vembrici, come sede del nuovo ordine monastico da lui costituito, in seguito denominato Congregazione Silvestrina. Nello stesso anno fu edificato dai Silvestrini il Monastero di San Benedetto entro le mura di Fabriano, dove nel 1390 trovarono rifugio, per motivi di sicurezza, gli stessi monaci di Monte Fano. Ormai privo di manutenzione, il cenobio di Monte Fano viene restaurato intorno alla metà del 1400. Molti interventi di miglioria e ampliamento sono poi effettuati tra il XVII e XVIII secolo, periodo al quale è riconducibile l’aspetto attuale, ad eccezione dell’edificio situato al di sopra del monastero risalente agli anni Cinquanta del secolo scorso. Dopo le soppressioni del 1810 e del 1866, l’eremo torna ad essere il centro spirituale della Congregazione Silvestrina. Nel coro della chiesa sono da segnalare: una tela di Claudio Ridolfi (1644), allievo del Tiepolo, raffigurante La Madonna che porge l’Eucarestia a S.Silvestro e quattro statue lignee dorate del secolo XVII. Le reliquie di S.Silvestro sono conservate in un’urna moderna. La Chiesa Inferiore, edificata nel XIII secolo, è dedicata a S.Benedetto. Le 24 lunette che ornano le pareti dei chiostri del monastero sono opera di Antonio Ungarini di Fabriano ( 1771) e rappresentano episodi della vita di San Silvestro abate, ricavati dalla Vita Silvestri, scritta dal monaco Andrea di Giacomo da Fabriano tra il 1274 e il 1282. Monte Fano attualmente ospita una comunità monastica molto attiva culturalmente e spiritualmente; oltre agli studi e alle ricerche curate dai monaci, l’eremo si caratterizza per la presenza di un efficiente laboratorio di restauro del libro antico, una biblioteca storica che vanta 70.000 volumi, l’archivio storico della Congregazione Silvestrina e una foresteria. In un’ala dell’ex-collegio sono state ricavate 30 camere, debitamente attrezzate e con vista panoramica. La comunità monastica silvestrina accoglie tutto l’anno piccoli gruppi, in un reparto autogestito, per giornate di ritiro guidate da un monaco, con la partecipazione alla preghiera della comunità.

Chiesa di San Benedetto

Fondata nel 1244 da S. Silvestro Guzzolini, ed ancora oggi dipendente dalla comunità del monastero di Monte Fano solo nel XVI secolo fu intitolata a San Silvestro. Nel corso dei secoli ha subito molte ristrutturazioni. L’interno della chiesa, che presenta un’unica navata, è sicuramente di grande impatto per la ricchezza decorativa, che fa di S. Benedetto uno dei più felici esempi di arte barocca della città. All’interno si conservano alcuni capolavori dell’arte manierista e barocca: tra tutti vanno citati Pasqualino Rossi, Orazio Gentileschi e Simone de Magistris. Proprio quest’ultimo realizza nel presbiterio un bel ciclo di nove affreschi su S. Silvestro Guzzolini, raffigurandone episodi della vita, dei miracoli e della morte. Ad Orazio Gentileschi, è invece attribuita la pala d’altare della prima cappella sinistra, raffigurante un S. Carlo Borromeo in preghiera. Si segnala inoltre la presenza di una bella cripta, intitolata al Beato Giovanni dal Bastone, discepolo di S. Silvestro, e costruita intorno al 1586.

San Silvestro Guzzolini

Nacque ad Osimo (AN), nel 1177 della nobile famiglia Guzzolini, da Gislerio, giureconsulto, e da Bianca Ghisleri di Jesi. A circa vent’anni parte per Bologna, inviatovi dal padre per apprendere il diritto e diventare avvocato. Studia giurisprudenza e vi riesce bene, ma la sua vocazione lo porta allo studio della teologia e si reca a Padova. Ritorna ad Osimo con la Laurea in Teologia piuttosto che in Diritto: il padre monta su tutte le furie e non gli perdona la scelta arbitraria, ma nulla può di fronte alla scelta del figlio. Nel 1217 viene ordinato Sacerdote dal Vescovo di Osimo. Per contrasti con il vescovo decide così di ritirarsi dal mondo, si rifugia in una grotta dell’appennino marchigiano, chiamata Grotta Fucile, già covo di briganti, non lontano dalle famose grotte di Frasassi nel comune di Genga dove si dedicava intensamente ai digiuni e alla preghiera. Durante la sua permanenza eremitica sceglie la Regola di S. Benedetto, come guida per il suo monachesimo e riceve l’abito dell’Abate di un monastero vicino e ha un primo seguace Filippo da Recanati. In seguito affluiscono altri discepoli, desiderosi di mettersi alla sua scuola di perfezione cristiana tra cui il Beato Giovanni dal Bastone che sarà il suo biografo. La grotta divenne troppo angusta, il luogo troppo arido per sostentare i Monaci. Dopo estesa ricerca di un posto solitario più accogliente, Silvestro approda sul Montefano, vicino Fabriano dove fonda il Monastero di Montefano conglobante Fonte Vebrici che sorgeva in un avvallamento del monte (m.850). Nel corso di questa costruzione avvennero i miracoli della trave allungata e del masso inamovibile reso leggero e trasportabile. Gli anni compresi tra 1248-1267 sono anni si espansione e di fioritura della santità di S. Silvestro che fonda 12 monasteri con 119 monaci, scegliendo sempre luoghi solitari e disabitati. Ebbe una vita con molte similitudini a quella di San Francesco, anch’egli proveniva da nobile famiglia e lasciò i suoi averi per vivere in povertà, tra i suoi compagni ci sono ben 12 Beati eanch’egli ammansì un lupo, infatti accanto all’eremo è raffigurato in un bronzo con un libro in mano e un lupo accanto. Narra la leggenda che alcune persone, un giorno, lo scoprirono mentre, seduto accanto alla sorgente di Fonte Vebrici, ( dove sorgerà l’Eremo di Monte Fano ) si stava sfamando con un pane d’orzo e accanto a lui c’era un lupo che gli faceva compagnia. La gente si impaurì ma il Santo spiegò loro: « Da quando mi trovo in questo posto solitario il lupo sorveglia la mia celletta, come custode fedelissimo. In ogni momento mi obbedisce: evita ciò che gli viene proibito e fa puntualmente quanto gli viene comandato». E, all’ordine del Santo, il lupo si allontanò subito docilmente. Intorno ai novant’anni San Silvestro si mise a letto con febbre ardente e ricevuti gli ultimi sacramenti, raccomandò il suo spirito al Signore, e concluse in pace la sua vita, piena di giorni e di opere sante, era il 26 novembre del 1267. Fra Giovanni, che viveva nella solitudine sul monte, vide la sua anima bella mentre veniva trasportata festosamente in cielo dagli Angeli, in mezzo ad un meraviglioso chiarore, lo stesso successe a fra Giacomo, mentre andava a riposare vide l’eremo e il monte risplendenti di luci, come di fiaccole accese, era il Santo che volava nella Gloria dei cieli, anche fra Bonaparte, che si trovava nel monastero di Iesi, alla stessa ora, nel sonno, vide una scala, che da Monte Fano arrivava fino a toccare il cielo, su di essa c’erano schiere di angeli che portavano l’anima di San Silvestro in Paradiso. Durante l’imbalsamazione eseguita dal chirurgo maestro Andrea, il suo corpo miracolosamente emanò intenso profumo tanto da riempire tutta la casa, e pare che ancora oggi chi prega con intensa fede accanto alla tomba senta il suo profumo.

Per approfondimenti maggiori: www.monasterosansilvestro.org

 

Mappa

Link alle coordinate
 

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>