Santuario di S. Maria di Vallebona
Il Santuario di S. Maria di Vallebona (XIII secolo) si trova a 2,2 km da Orvinio sulla SP 39 per Scandriglia.
Prende il nome da un castello-villaggio fondato forse nel XIII secolo e disfatto e abbandonato verso la fine del XV, il cui territorio fu incorporato a quello di Canemorto (Orvinio).
Nel sec. XVI tra quei ruderi sorse il santuario.
Secondo la tradizione popolare la chiesa fu costruita dopo un fatto prodigioso; un pastore che aveva portato le sue pecore a pascolare tra i ruderi del vecchio castello colpì qualcosa con la sua scure: nascosta tra i rovi c’era un’immagine della Vergine dipinta sull’intonaco di un muro, che emise un grido e cominciò a sanguinare, macchiando anche la scure.
Il pastore corse in paese a raccontare il prodigio, molta gente accorse sul luogo e si decise di portare l’immagine sacra nella parrocchiale del paese.
Il mattino seguente l’immagine era sparita e fu ritrovata nel luogo della scoperta e, interpretando il fatto come una volontà della Vergine, si costruì una chiesa a Vallebona e sul suo altare si depose il dipinto mariano.
La costruzione della chiesa, decisa dal cardinale Tiberio Muti prima del 1632, fu terminata verso il 1643 con il solo contributo delle elemosine spontanee del popolo orviniese.
Frequentato sempre per i suoi miracoli, il santuario fu affrescato dal pittore orviniese Vincenzo Manenti.
Il vecchio borgo di Vallebona, dove la chiesa era stata costruita, successivamente abbandonato dagli abitanti che si trasferirono nel nuovo centro urbano.
Nei tre giorni prima di Natale (21-23 dicembre) vi si celebra la Viglia: i fedeli raggiungono il santuario a piedi recitando il Rosario, poi ascoltano il canto della Novena natalizia e la celebrazione della Parola.
I tre giorni di preghiera simboleggiano il tempo in cui san Giuseppe e la Madonna incinta girarono a Betlemme in cerca di un albergo.
La prima domenica di maggio, alle 17, una processione parte da Orvinio per il santuario recitando il Rosario per l’apertura del Mese Mariano, che si chiude allo stesso modo l’ultima domenica del mese.
Da maggio fino ai primi di settembre ogni domenica si celebra la messa nel santuario, conclusa dalla preghiera alla Madonna e dal bacio dell’immagine.
La prima domenica di luglio, verso le 6, si parte in processione portando la statua della Madonna; alle 7 si celebra la messa nel santuario in ricordo della visita di Maria alla cugina S. Elisabetta.
La statua rimane nel santuario fino all’8 settembre.
Orvinio
Orvinio (m 840, 400 ab.), alle propaggini settentrionali dei monti Lucretili, si erge sulle pendici dello spartiacque del fiume Turano, su un colle calcareo attorno al suo imponente Castello.
E’ il più alto centro abitato del Parco dei Monti Lucretili e fa parte dei Borghi più belli d’Italia, titolo che si è guadagnato per il suo fascino, le sue casette arroccate e i suoi vicoli.
Il paese conserva tratti della cinta muraria con torri di difesa e alcune tipologie costruttive residenziali di epoca rinascimentale; ha un nucleo storico ordinato e pianeggiante con una via principale, quasi un corso cittadino, che conduce dalla porta di accesso (un grande arco) fino all’interno del borgo medievale e al grande Castello Orsini, rinascimentale con recenti rimaneggiamenti, appartenente ai marchesi Malvezzi-Campeggi.
L’origine dell’antica città di Orvinium (completamente distrutta prima dell’anno mille) è fatta risalire al periodo in cui i Siculi occupavano la Sabina; fu poi ricordata dagli storici romani come centro di fama, dominato da un tempio dedicato alla dea Minerva.
Poi prese il nome di Canemorto, che la leggenda attribuisce a come i soldati di Carlo Magno avrebbero chiamato i saraceni qui uccisi in battaglia nell’817 (“cani morti“, appunto) e che conservò fino al 1863.
Per molti secoli rimase sotto il dominio dei monaci Benedettini di Santa Maria del Piano, poi il borgo risulta sotto l’influenza del comune di Tivoli ed è menzionato negli statuti tiburtini del XIV e XVI sec.
Nel ‘400 fu un possedimento della famiglia Orsini, ceduto nel 1558 ai Tuttavilla, ai Muti nel 1573 e dopo il 1625 ai Borghese, che ne divennero duchi.
Nell’800 Orvinio fece parte dello Stato Pontificio, con sede di Governo e residenza del Governatore.
E’ un luogo dalle vicende storiche movimentate, che conserva l’eleganza di un centro medievale e i ritmi assolutamente lenti di un tempo.
Il centro di Orvinio conserva alcuni tratti visibili delle mura che un tempo la cingevano e passeggiando tra le strade del nucleo residenziale si possono ammirare esempi di abitazioni di epoca rinascimentale.
Nativi di Orvinio sono personaggi come l’incisore settecentesco Girolamo Frezza, il romanziere Virgilio Brocchi, i pittori seicenteschi Ascanio e Vincenzo Manenti; la fama di quest’ultimo è stata recuperata solo agli inizi del ‘900, ma che ai suoi tempi era un artista noto e affermato in tutto il centro Italia, soprattutto presso confraternite e ordini religiosi.
Alcuni suoi affreschi rivestono le pareti della chiesa (ed ex convento francescano) di S. Maria dei Raccomandati (seconda metà del ‘500) nella zona più sopraelevata del borgo, dove ha lavorato anche il padre Ascanio.
Da vedere ancora a Orvinio, la chiesa di San Giacomo (sconsacrata) eretta nel 1614 per volere del barone Giacomo Muti e anch’essa scrigno di prestigiosi dipinti del Manenti.
La parrocchiale di San Nicola di Bari fu edificata nel 1842 su una precedente del XVI secolo.
Il castello Malvezzi Campeggi (sec. XI) è l’attrazione principale di Orvinio; la struttura oggi visibile è frutto di numerosi rimaneggiamenti ordinati dai diversi proprietari che lo possedettero, tra cui gli Orsini che nel Cinquecento lo ampliarono notevolmente; le sue mura di cinta occupano gran parte del centro storico e le sue stanze sono spesso utilizzate per cerimonie e soggiorni, per concessione dei marchesi attuali proprietari.
Al polentone, la polenta locale, è dedicato un festival con due appuntamenti annuali, a gennaio e ad agosto; il cecamariti è un tipo di pasta tradizionale (acqua e farina) fatta in casa, la cui sagra va nel mese di giugno.
Tra le altre prelibatezze le sagne all’aglione o ai porcini.
A ottobre si tiene Enorvinio, manifestazione dedicata ai migliori vini e alle più particolari birre, con focus sui prodotti del territorio e sulle eccellenze delle altre regioni italiane.
Fonti documentative
Cartellonistica Locale
Orvinio, su iborghipiùbelliditalia.it
Nota
Il testo è di Stanislao Fioramonti, le foto sono di Patrizia Magistri; la visita è stata effettuata il 6 giugno 2020.
Mappa
Link alle coordinate Santuario di S. Maria di Vallebona: 42.1366245 12.9226789
Link alle coordinate Orvino: 42.131854 12.940499