Abbazia di Sant’Urbano – Apiro (MC)


 

Cenni Storici

A pochi chilometri da Apiro si trova un Abbazia dedicata al patrono del paese, S. Urbano. Viene ricordata la prima volta nel 1033 in una pergamena che documenta una convenzione con il suo abate e quello di San Vittore alle Chiuse. Nominata già come Abbazia di notevole importanza in quegli anni, si potrebbe dedurre che la sua origine risalga a qualche decennio prima dell’anno Mille. Un’iscrizione sull’altare maggiore, ormai poco leggibile, data la sua consacrazione all’anno 1086, quando la sua egemonia già si estendeva in ogni luogo lungo la valle di San Clemente. A quel tempo l’Abbazia costituiva un formidabile centro di potere politico e religioso ma, ebbe anche rapido sviluppo sul piano civile: alle sue dipendenze poté avere una quindicina di chiese, il possesso del vicino castello omonimo, oltre che il dominio su altri castelli vicini. Fu per questa sua importanza che raramente conobbe la tranquillità a causa dei continui contrasti con il vicino e forte Comune di Apiro. Durante uno dei cruenti scontri con le bande armate di Apiro, intorno al XIII. sec., la chiesa originaria venne data al fuoco e in gran parte distrutta. In quel tempo l’Abbazia fu costretta a sottomettersi più volte alla giurisdizione di Jesi per ricevere protezione. Successivamente, nella seconda metà del XIII sec., l’Abbazia fu rinnovata ed ampliata e visse un periodo di relativa tranquillità nel quale riuscì a svilupparsi e a prosperare, divenendo punto di sosta per i pellegrini diretti a Roma. All’inizio del XV sec. iniziò la sua irreversibile decadenza che, con un decreto papale, promulgato nel 1442, la spinse ad unirsi a Il’ Abbazia di Val di Castro. Da allora i Camaldolesi ressero l’Abbazia fino al 1810, anno in cui fu acquistata da privati. Attualmente è proprietà del Comune di Apiro. L’architettura dell’Abbazia di S. Urbano rappresenta un chiaro esempio di arte romanica. Il corpo absidale è composto da tre absidi, di cui quella centrale è la più larga. I due portali sono tipicamente romanici, ma di grandezza limitata. Il principale di essi conserva i residui di quattro pilastri e colonnine, sormontate con capitelli decorati, ed un arco non molto ampio, a testimonianza dell’antica facciata romanica. Il corpo anteriore della Chiesa, riservato ai fedeli adoranti, presenta un atrio ampio, a pianta quadrata, diviso in tre navate ed è separato da un muro dal presbiterio che era invece riservato ai monaci. Il presbiterio, anch’esso molto ampio, costituisce una sorta di chiesa a sé. L’esclusione dal santuario e dal presbiterio di tutti, tranne i soli monaci, fu a quel tempo una norma rara che stava a significare la divisione che doveva esistere tra il mondo dei monaci, che pregavano e meditavano, e i fedeli che potevano assistere solo da lontano al rito religioso, senza distrarre i monaci assorti nella preghiera. La cripta, quasi un seminterrato, cui s i accede da sotto l’ambone, è caratterizzata da numerosi pilastrini, capitelli e archi a tutto sesto. Il suo altare è datato 1140 ed è posto di fronte all’abside divisa su due livelli . I capitelli presenti nella Abbazia sono riccamente scolpiti e rappresentano lotte, scene di caccia, animali immaginari, tipici simboli medievali come delfini, pesci e galli, senza contare fiori e fogliame. Alcuni di questi è probabile che provengano da un antico tempio pagano, le cui rovine erano ancora presenti in quell’area, così da poter essere riciclate, per la costruzione della originaria Abbazia da parte dei primi monaci. Attualmente l’Abbazia, pur non rappresentando più un luogo esclusivo di culto, dopo la sua completa ristrutturazione, potrà continuare a servire come centro culturale o come attrazione turistica. Molte persone, tra i residenti e i turisti possono godere del pittoresco paesaggio, immerso nella campagna, passeggiando o seguendo i percorsi per mountain-bike.
 

Fonti documentative

www.comune.apiro.mc.it
 

Mappa

Link coordinate: 43.409942 13.081467

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