Abbazia Sant’Esuperanzio – Cingoli

L’Abbazia sorgeva su una collinetta fuori dalle mura della città di Cingoli, ora è ai margini, ma pressoché assorbita dall’abitato stesso, per lo sviluppo urbanistico del paese.

 

Cenni Storici

La prima notizia del tempio si ha dal documento del 1139, da una bolla di papa Innocenzo II del 24 maggio 1139 che ne conferma fra i beni dell’Abbazia di Fonte Avellana.
Alcuni frammenti di muro incorporati nella costruzione e il materiale di recupero che si trova nel loggiato della casa priorale, testimoniano che esso sorge in un luogo che, nel periodo romano era in parte occupato da un tempio pagano circondato dal boschetto sacro, luogo di culto dell’antico centro abitato di Cingulum.
Ancora scarse e frammentarie sono le notizie del XIV secolo sulla vita monastica e parrocchiale della comunità di S. Esuperanzio e sull’influsso di questa nella vita religiosa e civile di Cingoli.
Gli affreschi sulle pareti sono di scuola umbro-marchigiana dei secoli XV e XVI e si trovano mutili e sbiaditi a causa dell’impiego di questa chiesa a lazzaretto per i colpiti di peste durante le epidemie.
Il morbo che ha arrecato più danno alla popolazione di Cingoli è quello del 1591 per il numero elevato di decessi, circa 400 su una popolazione di 800 abitanti.
Per la disinfezione del luogo furono impiegati catini di zolfo fumante e poi calce viva cosparsa sulle pareti.
Nei secoli seguenti, fra gli interstizi dei pilastri furono addossati altari barocchi che rovinarono inconsapevolmente gli affreschi nascosti, che furono riportati alla luce nel restauro del 1920.
Il tempio fu Priorato dei monaci Avellaniti fino al 1569, quando, con la bolla di papa Pio V del 10 dicembre 1569 fu soppressa la congregazione avellanita. Anche il monastero di S. Esuperanzio fu chiuso e i suoi beni ceduti ad abati commendatari.
Nel 1764 fu eletto a Collegiata Insigne dal papa Clemente XIII, con 10 canonici e 8 mansionari.
Ricco di beni e di possedimenti terrieri, subì l’esproprio di essi, prima da Napoleone Bonaparte nel 1810 e poi dal Governo Italiano nel 1861.
Attualmente non possiede più nulla.
Rinnovata vita ebbero la chiesa e il culto di S. Esuperanzio quando la Collegiata il 15 agosto 1897 fu eretta in parrocchia territoriale.
 

Architettura

La chiesa si presenta in forme romanico-gotiche. La facciata, a due spioventi, è costruita con conci di arenaria e breccia cementata.
L’architetto che l’ha progettata è ignoto e neppure si sa quando i monaci avellaniti presero dimora nel vicino monastero.
L’architettura è ardita per gli ampi arconi che sorreggono la copertura del tetto costruito a vista e che poggiando sui capitelli, hanno annullato la spinta laterale dalle spesse mura perimetrali, per cui non furono necessari i contrafforti esterni.
Le corde in ferro applicate agli archi sono di recente fattura per maggior sicurezza della staticità del monumento.
La Tribuna a tre archi addossata alla parete di fondo è costruzione del 1278.
Adiacente alla parete esterna sud della chiesa venne costruito nella prima metà del XVI secolo un loggiato che immette nella casa parrocchiale e rimosso un portale laterale, rimontato successivamente sella facciata della chiesa di San Nicolò, sempre a Cingoli.
Il loggiato è composto da quattro archi, poggianti su colonne romaniche, che sostengono il ballatoio con archi in cotto e colonnine di pietra.
 

Il Portale

Il portale è costituito da un fascio di cornici e di ghiere, alcune composte da colonnine lisce o tortili, altre da pilastri rettangolari ornati di rilievi e di foglie che terminano in capitelli scolpiti con motivi floreali. Vario è il materiale adoperato per la costruzione, in massima parte arenaria, ma anche marmo bianco e verde. Sull’architrave è scolpito il mistico agnello fra i simboli degli evangelisti: l’uomo simbolo di S. Matteo e l’aquila di S. Giovanni a destra, il leone e il toro, rispettivamente, simboli di S. Marco e S. Luca a sinistra. All’estrema sinistra, in caratteri gotici, c’è un’iscrizione che testimonia la conclusione dei lavori con la collocazione del portale stesso:
Anno D(omi)ni : M(illesimo)C CLXXXV : t(em)p(o)r(e) do(m)pni Iacobi E- ugubini : magi- ster Iacobus fecit h(oc) opus
Nell’anno del Signore 1295, essendo priore Giacomo da Gubbio, maestro Giacomo fece quest’opera
Il maestro Giacomo è da identificare con Giacomo da Cingoli, autore, fra l’altro, dei portali delle chiese di S. Francesco e S. Nicolò a Cingoli.
Nella lunetta è raffigurato S. Esuperanzio in abiti pontificali affiancato da due angeli. Sotto il rosone, al di sopra del portale, è posta in una nicchia l’immagine di S. Esuperanzio raffigurato con gli abiti vescovili e reggente con la mano sinistra il gonfalone. Il rosone è in travertino di Avenale.
 

La Chiesa

Lo stile è romanico – ogivale e misura 34 metri di lunghezza, 16 di larghezza e 15 di altezza.
La copertura, a tetto scoperto con travatura lignea, come si è detto, è sorretta da sei archi a sesto acuto in pietra arenaria poggianti su pilastri rettangolari con capitello a forma di cornice aggettante.
Il presbiterio rialzato poggia su delle colonne che sorreggono la tribuna, ed è opera della fine del secolo XVIII eseguito per ricavare la sottostante cripta, eseguita intorno al 1770,che custodisce il corpo del Santo Protettore di Cingoli, rinvenuto, in maniera del tutto inattesa durante dei lavori di pavimentazione della chiesa il 24 gennaio 1495.
Sul pilastro destro della tribuna, a circa tre metri dal pavimento, è collocata una pietra arenaria sulla quale è scolpito un sigillo tondo della congregazione benedettina camaldose avellanita. Nel campo del sigillo compaiono la croce, la fonte, l’Avellana e nel bordo, la scritta: “Sigillum Sanctae Crucis Fontis Avellanae”.
 

Sant’Esuperanzio

Secondo la tradizione, nacque in Africa, A Cartagine dopo il 429, da famiglia benestante di origine romana, covando sin dall’infanzia un forte desiderio di conversione. A dodici anni venne battezzato secondo il rito cattolico dopo esser riuscito a convincere suo padre. Diventato adulto predicò il Vangelo in Africa del Nord, conducendo vita monastica, poi si imbarcò per l’Italia e durante il viaggio in mare convertì l’intero equipaggio, dopo aver ottenuto con la preghiera la cessazione di una violenta tempesta marina.
Prima di imbarcarsi una donna gli affidò il figlio Formario che lo seguirà e sarà suo discepolo fino alla morte
Sbarcò a Numana e giunse in poco tempo a Roma, dove venne arrestato. Fu liberato dal papa che, oltre alla libertà, gli concesse la reggenza della diocesi di Cingoli, la cui sede era rimasta vacante, ordinandolo vescovo. Il suo episcopato a Cingoli, caratterizzato da numerosi miracoli, durò quindici anni, fino al giorno della sua morte. Gli furono dedicati funerali solenni.
 

Fonti documentative

http://www.antiqui.it/

http://it.wikipedia.org/

Note esplicative locali
 

Mappa

Link coordinate: 43.379776 13.209842

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