Castello di Civitella dè Pazzi ( o Civitella del lago ) – Baschi (TR)

Affacciandosi dalle antiche mura del castello si può spaziare con lo sguardo su un meraviglioso panorama che va dal monte Amiata,all’Argentario, dalla città di Orvieto a Civita di Bagnoregio e Montefiscone fino ad arrivare all’Oasi di Alviano e ai monti Cimini.

 

Cenni Storici

Civitella de’ Pazzi, è una frazione del comune di Baschi (TR), si trova in cima ad una collina (476 m s.l.m.) che domina il lago di Corbara e la media valle del Tevere.
La zona in cui sorge Civitella, in epoca romana era densamente popolata e fiorente era la sua agricoltura, i prodotti erano inviati a Roma, via Tevere, dal vicino porto di Pagliano ( oggi restano poche tracce di ambienti forse destinati a magazzini alla confluenza del Paglia nell’area volsinese).
Numerosi sono, quindi, i reperti romani. Pare che dove sorge ora questo tranquillo paesino, ci fosse la città romana di Vindinio dei Bindi (così la chiamò Plinio il giovane).
Sulle sue rovine fu edificata Civitella di Massa, e faceva parte della Massa Bindi (deriva dalla trasformazione di Vindici-Bindinio-Bindi) insieme a Poggio delle Morre (oggi Pomurlo vecchio), Monticelli, Scoppieto, Salviano, Forello, Cappanni, (scritte al plebato di S.Gemini di Massa), S.Andrea delle Morre, Morruzze, Pigliato, Acqualoreto, Fulignano, Canonica dei figli di Fosco, Collelungo, Castrum Valli (oggi Vagli), quest’ultime terre facevano parte del plebato di S.Angelo di Izzalini.
I suddetti castelli formavano il validissimo e delicato sistema di difesa del territorio di Todi, sulla riva sinistra del Tevere.
Queste terre condivisero quindi la storia con la città di Todi fino agli inizi del XIX secolo, quando la quasi totalità di Massa andò a costituire il Comune di Baschi, durante il periodo napoleonico. Oltre ai compiti di difesa delle strade e delle mura, gli abitanti di Civitella si dedicavano alla pastorizia e all’agricoltura.
Dai fitti boschi ricavavano legna, carbone, ghiande, castagne. Nella Massa di Civitella si ha una delle prime “Universitas“, cioè una delle prime Comunanze: proprietà demaniali comuni. Se ne ha notizia in un atto di acquisto (1270) di alcune terre appartenenti all’Ospedale della Carità di Todi.
Civitella gode di una posizione strategica importante: su un’altura difficilmente accessibile, punto di incontro tra due civiltà diverse:quella orvietana e la tudertina.
Dal XIII secolo, il Comune di Todi vi favorisce l’insediamento dei Fredi, potente famiglia le cui origini risalgono al X secolo.
Nel 1367 sotto le mura di Civitella si accamparono le truppe comandate da Guido di Montemarte: erano soldati orvietani che andavano in aiuto del cardinale Albornoz, il quale stava assediando Todi.
Anche Civitella fu attaccata e subì gravi danni.
Todi fu inglobata nello stato della chiesa e morto l’Albornoz, la stessa città, terre e castelli divennero prede di nuove e potenti famiglie:i Fredi, che presero il possesso del Castello nel XIII secolo e vi rimasero fino al 1474, gli Atti (guelfi), i Chiaravalle (ghibellini), i Brancaccio di Napoli, i Malatesta, i Michelotti e Braccio Fortebraccio.
A Civitella ci fu un decremento della popolazione molto sensibile.
Gli Atti, ricchissimi, astutamente si allearono con Cesare Borgia.
Nel 1500, erano così potenti da trattare da pari con cardinali e papi.
Nel 1530 Civitella aveva ottenuto la cittadinanza di Todi per tutta la sua gente, tale riconoscimento era stato pagato duecentoquaranta ducati d’oro.
I Civitellesi erano così cancellati dai registri dei fuochi e iscritti in quelli urbani: potevano tenere truppe nel proprio territorio, ma continuavano ad essere soggetti alla chiesa e al papa.
Con gli Atti il castello riprese vita. Fu costruito il bellissimo “Arco di Diomede” (Diomede Atti); fu ricostruito il palazzo, e ricostituito il Consiglio Comunale.
Nel 1577 Todi decise di inserire sulle porte di ogni castello l’arma di Todi, ne fece costruire tantissime e anche Civitella ebbe “una pietra grandetta con l’arme della comunità che dovette mettere sopra a proprie spese in termine di sei mesi, altrimenti avrebbe pagato la pena di scudi diece“.
Anche se il paese poteva eleggere un consiglio degli Anziani, i signori erano sempre i veri dominatori e controllavano il flusso delle merci grazie ad uomini di loro fiducia posti a guardia delle porte.
Nel 1585 si rifece il nuovo catasto, che comprendeva Acqualoreto, Morre, Morruzze, Santa Restituta, Toscolano, Montecchio e Civitella fino alla Pasquarella.
Come precedentemente detto durante il periodo napoleonico (inizio XIX secolo), il territorio di Massa venne separato da Todi e andò a costituire il comune di Baschi.
 

Curiosità

Civitella del lago cambiò nei secoli più volte il nome:
In epoca Ronmana – Vindinio dei Bindi
Nel Medio Evo – Civitella di Massa
Dal 1861 – Civitella de’ Pazzi – dovuto dalla nobile famiglia fiorentina che, fino al Cinquecento, governò sul territorio.
Dal 1962 – Civitella del lago. In seguito alla costruzione del lago artificiale di Corbara.

Gli scalpellini di Civitella nel medioevo erano famosi e molto ricercati per le loro abilità.
 

Arco di Diomede

Nel 1522 Venturino e Diomede degli Atti (quest’ultimo rettore della chiesa di S. Maria) bonificarono case, vicoli e piazze del castello medioevale e delimitarono la zona nord-occidentale del borgo con lo stupendo arco che ancora si può ammirare.
Nella parte superiore esso reca l’iscrizione ” Diomedes Aptus “,dal nome dei conte che lo fece costruire. Il nobile tuderte ne eresse uno simile anche nella sua città, Todi, e che tutt’oggi si può vedere nei pressi del Tempio della Consolazione.
L’arco è sovrastato dallo stemma degli Atti e da tre palle di travertino che testimoniano la parentela degli Atti con la famiglia fiorentina dei Medici.
 

MUSEO DELL’OVO PINTO


Un museo unico al mondo che raccoglie migliaia di uova dipinte e scolpite, opere frutto della Mostra Concorso Nazionale “OVO PINTO” nata nel 1982, a Civitella del Lago, dalla geniale intuizione di Bernardini Anacleto, presidente di un’Associazione Culturale giovanile. Da qui migliaia di uova, di ogni specie animale, dipinte o scolpite da artisti professionisti, dilettanti e amatori sono esposte per annualità e tema.
La mostra trae origine dalla tradizione di dipingere le uova durante il periodo pasquale, usanza risalente addirittura al periodo romano ed usuale ancor’oggi in molti Paesi del mondo.
Una leggenda narra che Maria Maddalena, quando si recò al sepolcro di Gesù e lo trovò vuoto, corse nella casa dove erano i discepoli per annunciare loro la straordinaria novità. Pietro la guardò incredulo e disse “Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse.” E subito le uova si colorarono di un rosso intenso! Da allora, alle fine di ogni Messa pasquale, vennero donate ai fedeli uova benedette dipinte di rosso in segno del sangue versato da Gesù e della sua Resurrezione. Quindi obiettivo del museo è quello di riscoprire e far rivivere ciò che di buono e sano le tradizioni umili e semplici, ma vere e sentite come questa, hanno ancora mantenuto.
 

Orari di apertura

prefestivi ore: 15.00 – 19.00
festivi ore 09.00 – 13.00/15.00 – 19.00
feriali su appuntamento tel. 340.8995074
Per contattare l’organizzazione 340.8995074.
 

Fonti documentative

Cartellonistica del posto a cura dell’Assessorato al Turismo del Comune di Baschi

http://it.wikipedia.org/wiki/Civitella_del_Lago

http://www.turismobaschi.it/

http://www.ovopinto.it/

http://www.insolitimusei.com/

 

Da vedere nella zona

Area archeologica di Scoppieto
Voragine del Vergozzino
Eremo della Pasquarella
 

Mappa

Link alle coordinate

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