Castello di Montegabbione – Montegabbione (TR)


 

Cenni Storici

Piccolo borgo umbro in provincia di Terni, circa 1200 abitanti, situato in cima a un colle, a circa 600 metri sul livello del mare, appartiene alla zona appenninica circondata dalla Valdichiana, dalla valle del Nestore e dalla Valtiberina.
Il toponimo Montegabbione sembra derivare da “Mons Capionis“, cioè terra di conquista, feudo.
Il borgo era probabilmente in origine una rocca fortificata, come mostrato dalla sua configurazione viaria, dalle imponenti mura medievali che lo circondano e dalla sua struttura, con piazza al centro del paese, le sue vie dritte e parallele, le torri di avvistamento e soprattutto la presenza del castello, nel quale la tradizione locale vuole che esistessero celle di rigore e di tortura.
Fanno parte di Montegabbione le frazioni di Castel de’ Fiori, Montegiove e Faiolo.
Il luogo è abitato da epoca remota, come testimoniato dalla presenza di castellieri databili all’età del bronzo e da ritrovamenti di epoca etrusca, romana e tardo imperiale.
Non si hanno notizie certe sulla data di fondazione del castello e del borgo fortificato di Montegabbione, ma verosimilmente è da collocarsi all’XI secolo.
È citato nel catasto di Orvieto del 1292 con il nome “Castrum Montis Guabionis“.
Dal 1345 fu feudo dei Monaldeschi della Vipera e, nel 1354, fu occupato da Ugolino di Montemarte, condottiero del cardinale Albornoz.
Nel 1370 fu conquistato da Guglielmo di Beaufort, in guerra contro Orvieto e poi venduto a Ugolino di Montemarte.
Papa Gregorio XI, con una bolla del 1378 esorta i diletti figli di Montegabbione e Monteleone ad essere obbedienti nei confronti di Francesco Montemarte conte di Corbara.
Nel 1387 fu teatro di varie incursioni ad opera dei conti di Marsciano.
Nel 1443 Nicolò Piccinino, capitano che aveva combattuto a fianco di Braccio di Montone, a favore del Papa e della città di Orvieto assedia i castelli di Montegabbione e Monteleone difesi da Nicolò di Montemarte, figlio di Ugolino.
Nello stesso anno termina il possesso dei Montemarte del castello di Montegabbione con la vendita a Papa Eugenio IV; nel 1459 il Papa Pio II ufficializzava l’acquisizione di questo possedimento, confermando i privilegi concessi dai predecessori.
Nel 1478 papa Sisto IV cede il castello a suo nipote Bartolomeo della Rovere che nel 1480, con un atto stipulato proprio a Montegabbione, lo vende ad Orvieto.
Il castello restò per anni nell’orbita del Comune di Orvieto, del quale seguì le vicende politico amministrative all’interno dello Stato pontificio, e fu baluardo di difesa contro Chiusi.
Durante il periodo della Repubblica romana fu unito al Cantone di Orvieto.
Con la prima Restaurazione fu nel Circondario di Orvieto della Delegazione di Viterbo e al tempo di Napoleone fu nel Dipartimento del Trasimeno.
Nel motu proprio di papa Pio VII del 6 luglio 1816 sull’organizzazione dell’amministrazione pubblica, è classificato come luogo baronale nell’ambito del Governo distrettuale di Orvieto, appartenente alla Delegazione di Viterbo, nella Provincia del Patrimonio.
Nel “Riparto dei governi e delle comunità dello Stato Pontificio con i loro rispettivi appodiati” del 1817, risulta come comunità unita a Ficulle, comune di residenza di governatore, sempre nell’ambito del Distretto di Orvieto nella Delegazione di Viterbo.
Alla vigilia dell’Unità, nel 1859, dipendeva ancora da Ficulle, nella Provincia di Orvieto; gli apparteneva l’appodiato di Castel del Fiore.
Con il plebiscito del 1860 i 285 votanti montegabbionesi si espressero all’unanimità per l’annessione, entrò quindi a far parte del nuovo Stato unitario, nella Provincia dell’Umbria, Circondario di Orvieto e Mandamento di Ficulle.
Nel 1871 fu annesso al territorio di Montegabbione anche quello del soppresso Comune di Montegiove.
I primi anni del Novecento sono caratterizzati dalle rivendicazioni dei contadini, con scioperi e manifestazioni.
Dopo la prima guerra mondiale, ci furono altre manifestazioni dei contadini per ottenere il miglioramento delle condizioni di vita, ma poi i fascisti presero violentemente il potere, strappando ai socialisti il comune di Montegabbione.
Con il regio decreto n. 1 del 2 gennaio 1927, fu soppressa la Provincia dell’Umbria e, contestualmente, furono istituite la Provincia di Perugia e la Provincia di Terni, Montegabbione fu assegnata a quest’ultima.
Con la seconda guerra mondiale e la guerra di liberazione nella penisola il 16 giugno gli inglesi attaccarono Montegabbione e la liberarono dopo una fiera opposizione dei tedeschi.
Gli anni ’50 del secolo scorso videro un lento spopolamento delle campagne con una forte emigrazione tanto che Montegabbione, insieme a Gualdo Tadino, fu il paese umbro con la percentuale più alta di emigrati.
Oggi il territorio sembra aver ritrovato una sua stabilità demografica, grazie anche all’afflusso di nuovi immigrati ben inseriti nel territorio.
Le colline, il clima, il terreno, insieme alla tradizione sostenuta da conoscenze tecniche, permettono di degustare, prodotti di elevata qualità.
L’olio caratterizzato da acidità molto bassa e dal sapore intenso, denota un buon contenuto di sostanze fenoliche, antiossidanti, proviene dalle cultivar Leccino, Frantoio e Moraiolo, sono presenti nel territorio molti olivi secolari.
Tra i vigneti domina il Sangiovese, accompagnato da Cabernet, Pinot Nero, per le varietà a bacca nera, mentre per quelle a bacca bianca si trova il Trebbiano, il Sauvignon, il Grechetto.
Anticamente era tradizione maritare le viti, nel territorio di Montegabbione se ne trova una secolare di imponenti dimensioni.
 

Aspetto

Elemento simbolo del borgo è la famosa Torre, che risale indicativamente al XV secolo.
È di chiara impostazione architettonica militare con il basamento a tronco di piramide; è costruita con pietra viva martellinata e squadrata, con strette feritoie.
Sul culmine della torre, una serie di merli isolati sembrano rivelare l’esistenza di un frontone aggettante ora scomparso.
Tuttavia l’altezza e la merlatura della torre non sono probabilmente quelle originali, poiché rivelano un restauro eseguito ai primi dei ‘900.
La malta usata per la sua costruzione risulta durissima, a prova di scalpello, non soltanto per il normale processo chimico di disidratazione della calce viva, ma anche perché questa era impastata con una qualità di pozzolana arenaria altamente coibente, e la cui cava doveva trovarsi verso il Pian di Faiolo.
Il castello di Montegabbione mostra i segni di lavori di rifacimento che ne hanno alterato le strutture originarie, con apertura e chiusura di finestre sui muri esterni che recano tracce aperte e chiuse variamente.
Da notare architravi di finestre e porte in pietra morta di Montarale, i resti di supporto di un balcone d’angolo guardante verso la Toscana, ed il calatoio, una sorta di condotto murale esterno, che, probabilmente, era un passaggio supplementare di sicurezza verso la macchia.
I lavori di restauro hanno rimesso parzialmente in evidenza anche una specie cortile interno al castello.
Al castello si affiancano costruzioni, oggi completamente rinnovate, che sono da considerarsi il suo naturale prolungamento, quali le case Vergari, Saravalle e il blocco che comprende l’attuale Municipio e le case tra le quali quella Frasconi che è prospiciente la piazzetta della torre e dove si può osservare un finestrone ed un portale che, probabilmente, sono di epoca tardiva (1700).
All’interno dell’abitato vegeta un esemplare di Pino d’Aleppo di imponenti dimensioni.
 
 
 

Chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo

La Chiesa di Maria Santissima Assunta in Cielo è l’attuale parrocchiale di Montegabbione.
La prima pietra fu posta il 29 giugno 1873 da Monsignor Antonio Briganti Vescovo di Orvieto ed i lavori furono affidati all’architetto Nazzareno Biscarini di Perugia.
Sorge in prosecuzione dell’antica cappella circolare e dell’annessa torre campanaria (forse un tempo facente parte del complesso del castello), ambedue in pietra viva, ed in parte poggia sull’antico cimitero, trasferito fuori le mura nel 1864.
Alla fabbrica della chiesa contribuirono tutti i montegabbionesi, sia trasportando a braccia, ogni domenica, gran parte delle pietre occorrenti, sia versando-complessivamente in sei anni circa lire 2.500.
L’inaugurazione avvenne il I ottobre 1876: la facciata è ornata di stucchi e di rilievi in terracotta eseguiti dagli artisti perugini Francesco Biscarìni e Raffaele Angeletti.
Accanto alla chiesa v’è attualmente un campanile in struttura di cemento, costruito negli anni cinquanta, in sostituzione del vecchio completamente degradato e rivestito nel 1998 in mattoni simili a quelli della facciata della Chiesa.
 

Interno

All’interno vi sono tre altari, con mensa di pietra, in terracotta: il maggiore, dedicato a Maria Santissima Assunta in cielo; l’altare di San Giuseppe, patrono del comune di Montegabbione e l’altare di Maria Santissima.
La manutenzione del primo spettava al parroco, quella del secondo al Comune e quello del terzo alla Confraternita.
In fondo alla chiesa v’è la cantoria, sopraelevata, con un organo a mantice, opera di Nicomede Agati di Pistoia che costò a quel tempo circa 1.500 lire.
Attigua alla chiesa parrocchiale vi sono la cappella del Santissimo Sacramento (già dedicata a Santa Rita) e la sacrestia.
 
 
 

Chiesa della Madonna delle Grazie

La Chiesa della Madonna delle Grazie sorge ai piedi del colle di Montegabbione.
 
 
 

Cappella del Camposanto

La Cappella del Camposanto sorge al centro della facciata del cimitero, sul piede di Montarale; e fu eretta dal Municipio nel 1864 e originariamente intitolata a San Girolamo, dottore della Chiesa.
Essa fu però demolita nel 1880 e ricostruita in stile con il nuovo cimitero, con cortina in lavoro laterizio arrotato e ornata in terracotta.
Fu dedicata questa volta al Santissimo Crocifisso e a San Benedetto Giuseppe Labre, il pellegrino di cui si ricordava un prodigioso avvenimento nella chiesa, ormai in degrado, della Madonna del Carmine.
L’interno della cappella è in stile latino, con grazioso altare in isola e piccolo presbiterio; nel mezzo vi è un sepolcro per gli ecclesiastici.
 
 
 

Cappella di Sant’Anna

La Cappella di Sant’Anna sorge sul pendio della collegiata.
Fu restaurata nel 1861 dal pievano Luigi Galli, che nel 1879 la completò con la costruzione di un altare.
Fino a circa venti anni fa era annualmente meta di numerosi fedeli.
 
 
 

Fonte di Montegabbione

La Fonte di Montegabbione, detta fonte delle Morracce è molto antica, risulta già presente nel catasto Gregoriano, nella sua attuale strutturazione risale al 1931, quando un muratore di nome Russo, all’epoca militare, vi scolpì la faccia di un soldato.
È alimentata da una vena d’acqua superficiale, perciò durante i mesi estivi o durante la siccità l’acqua diminuisce fino a scomparire.
Ha tre vasche: nella prima si prendeva l’acqua per bere, nella seconda bevevano le mucche e nell’ultima si faceva il bucato.
Le donne intingevano i panni da lavare in un secchio di acqua calda, poi li inzuppavano con un sapone fatto di soda e grasso di maiale, che era un ottimo smacchiatore, e li sciacquavano nell’acqua pulita. L’acqua della fonte viene cambiata tutti i sabati ogni due settimane.
 
 
 

Il più grande leccio dell’Umbria

Nel podere Boschetto vegeta il più grande leccio dell’Umbria, dal portamento maestoso, che non sfigurerebbero in una graduatoria a livello nazionale.
Nasce da una vecchia ceppaia, la circonferenza è pari a metri 5,67.
 
 
 

Cappella della Madonna di Lourdes

A Pian di Borgone si trova la Cappella della Madonna di Lourdes, eretta da un’infermiera di nome Leonilde Frascarelli, nativa di Montegiove, alla fine dell’Ottocento, secolo scorso.
Nei pressi vegeta un notevole esemplare di Frassino Ossofilo, con circonferenza di metri 3,88.
 

Fonti documentative

http://comune.montegabbione.tr.it/

http://www.ilcastellodimontegabbione.it/PagineIlGobbo/IlGobbo-Storia.htm

(la foto della fontana è scaricata da questo sito)

http://www.prolocomontegabbione.org/storia-di-montegabbione/

http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=46112

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati prodotti da Silvio Sorcini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.
 

Da vedere nella zona

Chiesa della Madonna delle Grazie – Montegabbione
Chiesa di San Lorenzo – Montegiove
Chiesa di Santa Maria della Visitazione – Montegiove
Castel de’ Fiori – Montegabbione
La Scarzuola
Castello di Montegiove
 

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