Castello di Vestignano – Caldarola (MC)

In zona circondata da boschi, Vestignano conserva ancora possenti mura con torrione cilindrico e torrette a base quadrata, vie strette, case basse, con tetto spiovente, archivolti e sottopassaggi ed è da considerarsi il più antico castello dell’agro marchigiano.

 

Cenni Storici

I Longobardi che occuparono la zona nell’ VIII sec. costruirono un tempio al loro protettore S. Giorgio. Successivamente Ludovico II, il Carolingio Re dei Longobardi, nel IX secolo assegna il castello al monastero di Casauria.
Vestignano, asserragliato nelle sue mura, doveva essere stato ferreo nella difesa dai barbari. Passato ai monaci ebbe buona custodia per tutto il basso medioevo fino ai Comuni e alle Signorie.
I Da Varano presero il castello in pieno disfacimento nel 1468 e lo rinnovarono nei secoli XIV – XVI.
Il castello varanesco, ancora oggi, coincide con il paese: una sola porta d’ingresso, vie strette, case basse, archivolti e sottopassaggi, finestrature e rocchette agli angoli, il tutto cinto da mura cui fa da cerniera un torrione cilindrico e varie torrette a base quadrata.
Straordinaria è l’evocazione castellare nell’ingresso.
I possenti edifici tagliati da porte e piccole finestre sono impostate su grandi archi o, appena entrati, da un’alta galleria sopra le arcate della via.
Un’attenta ricerca fa anche scoprire una cerchia muraria. Su una lunetta appena l’ingresso, Nobile da Lucca affrescò a colori vivi la Vergine e i Santi protettori della gente.
E’ un piccolo dipinto dei primi anni del ‘500 che richiama forse certe testine affioranti nella chiesa “extra moenia“del castello.
 

La chiesa

La chiesa, sorta nell’epoca monastica, era un piccolo edificio romanico, forse con cripta.
La pietra scolpita del San Martino, ora sul frontone del protiro forse longobarda o forse di arte locale, è di poco posteriore al Mille.
Nell’abside della chiesa sono conservati tre affreschi di difficile lettura perché consumati: un Santo con l’aureola a punte, una Madonna con Bambino e una Adorazione dei Magi.
L’epoca ed il taglio delle opere fanno pensare alla scuola folignate del primo ‘400.
Simone De Magistris illustrò con dovizia cromatica la transenna absidale con tre grandi affreschi: Ascensione, Crocifissione, Assunzione intervallati da due riquadri più piccoli con S.Giorgio e S.Martino.
Suoi anche i Misteri del Rosario d’ispirazione lottesca attorno al presepio dipinto dal padre.
Di Andrea De Magistris sono: Madonna, Bambino, S. Rocco e S. Sebastiano al centro della navata di sinistra (1538); S.Giorgio salva la principessa e S.Martino dona il mantello al povero (1551), sul fondo; il Presepio entro un rettangolo di lesene con l’ annunciazione nei pennacchi, nella nicchia ad angolo(1553).
Durante i recenti lavori di restauro, sotto l’intonaco sono apparsi degli affreschi attribuiti a Nobile da Lucca.
 

Fonti documentative

http://www.turismo.caldarola.sinp.net/

Cartellonistica in loco
 

Da vedere nella zona

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