Chiesa di San Mariano – Costa d’Arvello di Foligno (PG)

Anche questa chiesa rientra nei luoghi di culto dove è viva la devozione a Santa Maria Giacobbe, come altri ne esistono sull’altopiano.

 

Cenni Storici

La chiesa di San Mariano sorge nel piccolo abitato di Costa d’Arvello che secondo gli studi è il primo nucleo originale dal quale successivamente a poca distanza, più in alto, è stato edificato l’Arvello attuale documentato come entità indipendente da Costa soltanto a partire dal 1746.
A differenza del nuovo nucleo abitativo, Costa risulta pressoché disabitato, nel 2018 era residente solo una famiglia.
Per quel che riguarda la chiesa il primo documento che la cita è datato 1239 e la indica come cappella dipendente dal monastero di Santo Stefano in Gallano insieme alla villa, successivamente viene classificata come chiesa nel 1295, quindi come chiesa di San Margano o San Marzano o San Martino de Alvello (1333-1334).
Lo Jacobilli la dice dedicata a S. Maroto (Mauro).
La chiesa di S. Mariano di villa Arvello possedeva già nel secolo XIII un patrimonio di 102 libre, 17 soldi e 6 denari.
Secondo la Libra del 1295 al fol. LXXXX, i suoi beni erano posti “in valle, juxta dictam ecclesiam“, “in vitito juxta viam“, “in plano cerreti“, “in contrata pirlixi“, “in fracta“, “in campo reo“, “in contrata buscarelli“, ed “in contrata case Rayne“.
Nel 1573 diventa chiesa parrocchiale unita a Santo Stefano in Gallano.
In seguito tra il 1699 ed il 1746 è ripetutamente menzionata insieme a Santa Maria del Carmine come una delle due chiese officiate in Arvello e nel 1739 unite alla parrocchiale di Fondi, ma si trattava di due nuclei distinti, come poi vengono classificati, infatti Arvello mantiene la chiesa dedicata alla Madonna del Carmine e Costa con questa dedicata a San Mariano.
La chiesa sebbene non abbia avuto danni sensibili per effetto dei terremoti del 1997 e 2016, è chiusa perché a Costa non ci sono più residenti fissi.
 

Aspetto esterno

Il piccolo edificio ha una parta di accesso sulla parete destra sopra la quale si eleva anche un minuscolo campanile a vela e si apre anche una piccola finestra in corrispondenza del presbiterio interno.
 

Interno

L’interno ad aula unica ha le pareti intonacate ed il presbiterio è rialzato di un gradino che contiene oltre ad un Crocefisso sulla parete d’altare, anche due statue; a destra su un piedistallo ligneo Santa Maria Giacobbe che sorregge con la mano destra il vasetto degli oli e a sinistra molto più arretrata la Vergine.
Attualmente non presenta affreschi però in passato c’erano nella parete d’altare.
Gravissima in tal caso è stata la perdita di questi, andati in rovina per la scellerata, incosciente e arbitraria ingiunzione che stabilì la fortificazione dei muri dell’antico edificio rettangolare del paese per mezzo di una cementificazione di rinforzo, ma invasiva, dell’intonaco preesistente, che comportò una rasura completa dello strato interessato dai preziosi dipinti murali, che erano risalenti forse al Quattrocento e non sappiamo dire quanto accostabili alla mano di qualche altro pittore locale attivo nello stesso periodo.
 

Festa di Santa Maria Giacobbe

Il paese suole commemorare la patrona ogni ultima domenica di maggio, dunque nella domenica appena successiva alla ricorrenza effettiva e puntualmente stabilita da calendario per Santa Maria Giacobbe, ossia il 25 maggio.
Il corteo processionale si muove da Arvello a Costa e poi rientra per il tragitto inverso, è aperto da un portatore dell’antico Crocifisso in legno dipinto conservato nella chiesa, che solo in tale occasione viene schiodato dal muro, di seguito quattro volontari, vestiti con un modesto camice bianco e annessa mantellina bluastra, reggono la portantina della statua di Santa Maria Giacobbe.
Nel percorso vengono intonate litanie e cori latineggianti, che implorano un buon raccolto, la salute dei campi e dell’uomo che li lavora, scongiurando intemperie e magre stagioni.
 

Le Tre Marie e il culto di Santa Maria Giacobbe sulla montagna Folignate

Per capire questa dedicazione della chiesa e come si è sviluppato il culto di Santa Maria Giacobbe, molto diffuso nella montagna folignate, occorre fare chiarezza e spiegare per sommi capi chi era questa Santa e come dalla Palestina sia arrivata a Pale tanto da lasciare l’impronta del suo piede nella roccia dell’Eremo.
Di Maria, la madre di Gesù, sappiamo che i genitori erano Anna e Gioacchino eppure, nei vangeli ufficiali, i loro nomi non compaiono mai, queste notizie le sappiamo dai Vangeli apocrifi, non ammessi dalla chiesa, il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo dello Pseudo Matteo.
La soluzione del dilemma della parentela di Gesù Cristo venne trovata con il cosiddetto
Trinubium Annae” secondo tale versione Anna (Madre di Maria e nonna di Gesù), rimasta vedova di Gioacchino, avrebbe celebrato un secondo matrimonio andando in moglie, secondo i costumi del tempo, al fratello di Gioacchino, Cleofe o Cleopha, poi nuovamente vedova contrasse un terzo matrimonio con un secondo fratello di Gioacchino, Salome o Salomè.
Dai successivi matrimoni Anna ebbe altre due figlie femmine a cui impose lo stesso nome Maria.
La prima Maria (la Madonna) sposò Giuseppe ed ebbe un unico figlio, Gesù.
La seconda Maria (Maria Cleofe) ebbe dal suo sposo Alfeo quattro figli (Giacomo il Minore, Giuseppe il Giusto, Simone e Giuda Taddeo).
La terza Maria, (Maria Salomè o Salome) generò dal suo sposo Zebedeo due figli (Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista) e fu detta, in seguito, Giacobbe proprio
per aver dato i natali al suo primogenito (Maria di Giacomo = Maria Giacobbe).
Tutte seguirono Gesù con i propri figli e dopo la morte di questo, per sfuggire alle persecuzioni lasciarono la Palestina.
La tradizione racconta che Maria Salomè (Giacobbe) insieme a Maria Maddalena, e Maria di Cleopha) fuggì via mare con i futuri Santi Massimino e Lazzaro (famoso per l’episodio della resurrezione e da molti considerato fratello di Maria di Magdala) dopo la decapitazione del figlio Giacomo avvenuta nel 44 d.C. ad opera di Erode Agrippa.
Le tre Marie sbarcarono sulle coste francesi nei pressi di Marsiglia e cominciarono l’opera di evangelizzazione (E’ attestato storicamente che il cristianesimo cominciò a diffondersi in Europa proprio dalla Gallia).
Maria Maddalena tornò indietro fino a Rennes le Chateaux e diede ad una vita eremitica e visse per trent’anni in una grotta di Sainte Baume mentre Maria Salomè e Maria di Cleopha rimasero nella zona della Camargue e passarono alla storia come “Le Tre Marie“.
Una prima versione le vuole morte in quella zona infatti a Saintes-Maries-de-la-Mer ancora oggi, si festeggia Maria Jacobi il 25 maggio dove si tiene una processione in cui tutte e tre le sante vengono portate al mare, per rievocare il momento dello sbarco sulle coste camarguesi, avvenuta circa duemila anni fa; Maria Jacobi e Maria Salomè sarebbero rimaste qui dove avrebbero trovato sepoltura in una cripta e al di sopra dì essa fu eretta una chiesa a fortezza.
Una seconda versione vuole che Maria Salomè ad un certo punto decise di mettersi in viaggio a insieme a Biagio e Demetrio, lasciati i Pirenei e attraversati gli Appennini giunsero nel Lazio a Veroli (FR), i due furono martirizzati dai pagani che non tolleravano la loro opera di evangelizzazione e Maria morì poco dopo probabilmente in seguito ad un pestaggio a sangue.
La Santa fu quindi proclamata patrona di Veroli e, ancora oggi, viene festeggiata, ovviamente il 25 maggio di ogni anno.
Per arrivare nel Lazio attraversando gli Appennini deve essere per forza passata per Foligno ecco quindi spiegato il culto di Santa Maria Giacobbe nell’area folignate e soprattutto sulla sua montagna dove sono più di uno i casi di riferimento a questa Santa, questa chiesa ne è testimonianza.
A Pale poi, vicino al punto in cui ora sorge l’eremo, passava la strada principale, la via Plestina verso Roma e qui la Santa pare abbia cercato una grotta per ritirarsi e durante la salita all’eremo abbia lasciato l’impronta del suo piede.
Ma forse più delle memorie del passaggio della Santa alla diffusione del culto sulla montagna avrebbero contribuito notevolmente i monaci orientali in transito e provenienti da Pale i quali avrebbero suggerito a quegli abitanti il culto verso questa santa, ancora oggi loro patrona.
Nei secoli XIV-XV la devozione verso S. Maria Giacobbe era abbastanza diffusa nella diocesi di Foligno, tanto è che l’arte dei Funari nel proprio Statuto, redatto nel 1385, tra le feste “da essere guardate” aveva inserito “Sancta Maria de Jacoba“.
L’Eremo di Pale divenne il fulcro della devozione essendo la cerniera che legava la piana alla montagna, ma il culto si amplificò anche nei dintorni, tanto che la ritroviamo raffigurata in più chiese, nelle zone della montagna,
 

Santa Maria Giacobbe sull’Altopiano di Foligno

Le chiese ed i santuari della montagna folignate, oltre a questo, dove si venera Santa Maria Giacobbe sono:
Eremo di Santa Maria Giacobbe Pale di Foligno
Chiesa di Santa Maria Giacobbe di Arvello
Santuario della Madonna del Piano di Serravalle del Chienti
 

Fonti documentative

Istituto Comprensivo Statale Foligno 5 Scuola di Casenove – La Terza Maria – Anno Scolastico 2015-2016
F. Bettoni M. R. Picuti – La Montagna di Foligno Itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
D. Placido T. Lugano Oliv. O.S.B. – Delle chiese e Diocesi della città di Foligno nel secolo XIII secondo una sentenza del 1239 e la “Libra” del 1295 – 1907
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio Ivan Petrini per la sostanziale collaborazione.
 

Mappa

Link coordinate:43.033884 12.840814

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