Abbazia di San Paolo Intervineas – Spoleto

L’Abbazia si trova nei pressi dell’ospedale di Spoleto è aperta solo la domenica mattina alle 11,30 per la messa, la parte conventuale e il chiostro non è visitabile perchè in parte inagibile.

 

Cenni Storici

Secondo la testimonianza di S. Gregorio Magno (535 ca-604) la chiesa di S. Paolo esisteva già nella seconda metà del sec. VI. A quest’epoca risalirebbe l’episodio, ricordato da S. Gregorio, di un vescovo ariano che, per aver tentato con la forza di celebrare la messa nella chiesa, sarebbe stato “miracolosamente” colpito da cecità. Verso la fine del sec. X, in occasione della fondazione di un monastero femminile benedettino ricordato in un documento del 1002, la chiesa subì forse delle trasformazioni. Nel 1234 l’edificio, completamente rinnovato tranne che nella parte absidale, fu consacrato da Gregorio IX. Sottoposto nel corso dei secoli a numerose trasformazioni, fu riportato alle sue forme romaniche nel corso di un restauro conclusosi nel 1965 curato da G. Martelli.
Il chiostro Dell’antico monastero femminile annesso alla chiesa non rimane, nelle sue forme originali, che il lato occidentale del chiostro in cui colonne alternate a pilastri sorreggono ampi archi a tutto sesto. Colonne e capitelli possono essere assegnati al sec. X e questo fa del chiostro di S. Paolo inter vineas la parte più antica dell’intero complesso; oltre che uno dei chiostri più antichi dell’intera regione.
 

Esterno

La facciata, che presenta notevole somiglianza con quelle di S. Pietro e di S. Ponziano a Spoleto, è divisa in due ordini da una spessa cornice ad archetti ciechi, finemente scolpita, mentre un’altra simile corre lungo gli spioventi laterali e il bordo inferiore del timpano. Le lesene che segnano sulla facciata la divisione dell’interno in tre navate vanno ad intersecare la cornice ad archetti ciechi: si realizza così, con un risultato di limpido equilibrio e misurato senso decorativo, quella partizione geometrica delle facciate tipica del romanico umbro. La zona superiore ospita l’elegante rosone (ripristinato durante l’ultimo restauro) con cornice scolpita a motivi vegetali; in quella inferiore si apre il semplice portale ad archi incassati, simile a quelli delle chiese di S. Eufemia a Spoleto e di S. Felice di Giano. Ai lati del portale, sul cui infisso è scolpita la data 1496, restano tracce di affreschi quatrocenteschi raffiguranti S. Pietro e S. Paolo; molto più leggibile è invece quello che rappresenta la Madonna col Bambino (sec. XV) nella lunetta. Nei muri laterali e in quello di fondo dell’edificio si apre una serie di monofore; due bifore aperte nei lati brevi del transetto danno luce a questa zona della chiesa. L’abside, la cui cortina muraria presenta una fattura meno accurata rispetto al resto della costruzione e la cui deco-razione richiama quella delle chiese di S. Eufemia e di S. Gregorio Maggiore a Spoleto, va assegnata alla prima metà del XII secolo.
 

Interno

Di tipo basilicale, è diviso in tre navate di sei campate da due file di colonne, coronate da capitelli corinzi, che sostengono archi a tutto sesto. Le navate terminano nell’ampio e luminoso transetto, cui si accede attraverso tre grandi archi trasversali, e il cui piano risulta leggermente sopraelevato rispetto a quello delle navate. Direttamente sul transetto s’innesta l’unica abside semicircolare con cui si conclude l’edificio. L’assenza della cripta e la copertura interamente realizzata a capriate lignee distinguono la chiesa di S. Paolo inter vineas dalla quasi totalità degli edifici religiosi umbri contemporanei, in u8na ricerca di semplicità che caratterizza questa costruzione.
 

Il ciclo di affreschi

Dalla chiesa di S. Paolo inter vineas furono distaccati nel 1953 alcuni affreschi, resti di un ciclo che interessava le pareti del transetto. Di quelli che decoravano la parete dell’abside rimane oggi solo una fascia frammentaria che in origine si svolgeva all’altezza delle due monofore. Al centro era raffigurata la Madonna col Bambino in trono, affiancata da dieci figure di Patriarchi e Profeti, recanti grandi cartigli, inseriti entro arcatelle dipinte sorrette da colonne o pilastrini.
I soggetti raffigurati permettono di ipotizzare che in origine dovesse esistere un ciclo di affreschi molto più vasto di quello conservatosi e in cui Patriarchi e Profeti, rappresentando l’anticipazione della venuta di Cristo, dovevano trovare riscontro in scene contrapposte dell’Antico e del Nuovo Testamento. Per i dipinti di S. Paolo, eseguiti probabilmente da due diverse personalità artistiche, le datazioni dei critici oscillano tra la fine del sec. XII e l’inizio del sec. XIII.
 

L’Altare

L’altare Maggiore fu ritrovato sotto l’altare settecentesco durante il restauro del 1965. E’ costituito da un basamento marmoreo (che riutilizza una cornice romana) una mensa e quattro lastre, di cui una con una finestrella, raccordate da quattro pilastrini angolari scanalati i cui capitelli ripetono il motivo a fogliami utilizzato nella cornice esterna del rosone. All’interno l’altare custodisce un frammento di colonna con capitello cubico che presenta una cavità per reliquie. L’altare è quello che fu consacrato nel 1234 da papa Gregorio IX.
 

Il Chiostro

Dell’antico monastero femminile annesso alla chiesa non rimane, nelle sue forme originali, che il lato occidentale del chiostro in cui colonne alternate a pilastri sorreggono ampi archi a tutto sesto. Colonne e capitelli possono essere assegnati al sec. X e questo fa del chiostro di S. Paolo intervineas la parte più antica dell’intero complesso; oltre che uno dei chiostri più antichi dell’intera regione.
 

Bibliografia

Pieghevole edito dall’Arcidiocesi di Spoleto – Norcia ” Le Nostre Chiese ”
 

Mappa

Link coordinate: 42.729672 12.729883

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