Abbazia di San Quirico – Doglio di Montecastello di Vibio (PG)

L’antica abbazia sorge su una costa lungo la provinciale che collega Montecastello di Vibio a Doglio.

 

Cenni storici

L’insediamento di Poggio San Quirico nasce sotto l’Ordine dei premostratensi arrivati nel 1133 con sede forse sul colle della Rocca a Todi presso un’abbazia benedettina esistente dal 1040, con chiesa dedicata a S. Leucio consacrata nell’anno 1111 (oggi scomparsa).
Questo fu primo insediamento in Italia di quest’ordine.
L’abbazia era molto ricca, ma presto, subito dopo il 1200, la disciplina interna al monastero decadde e in conseguenza nel 1218 Onorio III la estromise dalla giurisdizione dell’ordine, e pose sotto la giurisdizione del Vescovo di Todi le numerose chiese che erano incorporate nel monastero, sparse in tutto il territorio della diocesi e fra queste Poggio S. Quirico.
L’insediamento di Poggio San Quirico, occupato dai premostratensi probabilmente a partire dal 1133, si interpose fra i territori delle due abbazie camaldolesi di S. Maria in Monte e di S. Maria in Silva, formando una fascia cuscinetto di oltre mille ettari dove all’interno non furono costruiti castelli.
Nel 1243 la sede dei premostratensi di Todi passò all’ordine dei Predicatori (Domenicani), e l’insediamento di Poggio San Quirico passò al monastero femminile di S. Chiara, detto di Montecristo.
Non è ben chiaro fino a quando e in quale misura i terreni di Poggio San Quirico rimasero nella disponibilità di queste suore, ma sicuramente queste non li conservarono a lungo; per certo nel 1861 molti di questi terreni erano in mano alla mensa Vescovile di Todi, al Seminario Vescovile di Todi, a tre abbazie di ordini religiosi diversi e, in piccole quote, ad altre istituzioni religiose.
Le chiese del territorio che furono dei Premostratensi e delle Clarisse, rimasero di competenza del Vescovo.
Poggio San Quirico si trova nella documentazione anche con la variante di San Chirico a partire dai catasti del XIV secolo e, se inizialmente fu proprietà di più famiglie trattandosi di una località con diversi edifici, finì per diventare esclusivamente della famiglia Leoni.
I Leoni erano tra i maggiori proprietari della zona a partire almeno dal XV secolo e avevano la loro antica dimora padronale a Poggio San Quirico, con il tempo questa famiglia aveva ridotto notevolmente la loro possidenza ed anche delle tante ramificazioni familiari ne era rimasta una sola, rappresentata dal capitano Marcantonio Leoni, il quale mantenne la sua residenza nella proprietà di Poggio San Quirico fino alla prima metà del XIX secolo.
Dai Leoni, per eredità, passò ai Mazzocchi Alemanni fino ad arrivare ai primi del ‘900 quando si susseguono altre famiglie: i Bonelli, i marchesi Patrizi, i Coralli e infine, nel 1972, il generale Franco Melotti sposato con Cleonice Perrone, che lasciò il suo stemma, un albero di mele, ancora visibile, su alcuni edifici della proprietà.
Dall’esame dei resoconti delle visite pastorali risulta che nel 1592 viene nominata e dichiarata collassata la chiesa di Poggio S. Quirico, intitolata a S. Gregorio, e nella visita del 1601 viene riferito che nella chiesa di San Salvatore del Doglio c’era un altare dedicato a San Quirico, il cui titolo e beneficio era stato traslato da una chiesa di quel territorio ormai collassata sin dall’anno 1574 (secondo l’Alvi).
Nella descrizione dello stato della parrocchia del 18 settembre 1749 effettuata dal parroco Don Domenico Ferretti si conferma che, alla chiesa del Doglio, era stato unito il titolo di San Quirico di Poggio San Quirico.
Dopo il 1601 la chiesa di Poggio San Quirico non viene più nominata nei verbali delle visite pastorali.
Per quanto riguarda i terreni dopo l’Unità d’Italia furono in gran parte venduti a privati ed ora fanno parte della Società Agricola di Poggio S. Quirico s.r.l. e della società semplice San Romualdo.
 

Aspetto

Il complesso si presenta con diversi fabbricati su uno dei quali è inserita una cappellina con un piccolo porticato a capanna; il blocco principale, forse l’antico edificio monastico, presenta dei grossi muri con scarpe a frana poggio.
Su una parete esterna del fabbricato è murato un dolio da nave di origine romana.
Tutta la struttura più altri fabbricati annessi fanno parte di un’azienda agricola.
 

Fonti documentative

Filippo Orsini – Il Castello di Doglio: Archeologia, famiglie, chiese e territorio – 2019
Federico Panzetta – Tra Storia e storie: 1000 anni di presenza camaldolese nei luoghi dell’infanzia – 2018
 

Mappa

Link coordinate: 42.814556 12.343483

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