Abbazia di San Sigismondo – Marsciano

L’Abbazia Sorge all’interno di un contesto agricolo dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.

 

Cenni Storici

Poco a sud di Marsciano in prossimità della stazione ferroviaria di Marsciano, in località Ammeto, nel contesto dell’azienda agraria San Sigimondo appartenente al Sovrano Militare Ordine di Malta, è possibile vedere pochi ruderi del monastero benedettino da cui l’azienda stessa trae il nome.
Fondato, come si deduce dallo Iacobilli, da san Romualdo (da cui originò l’ordine Camaldolese), tale antico cenobio ospitò attorno al 1050 san Pier Damiani che lì visse per alcuni anni.
Importante luogo di transito, nel secolo XIII vi si insediarono gli ospitalieri dell’Ordine di San Giovanni che successivamente (1530) li trasformarono nel sopraddetto Sovrano Ordine di Malta. Costoro, presenti con le loro commende lungo le principali direttrici viarie, assicuravano ai viandanti e ai pellegrini sicurezza e ospitalità.
Nel 1312, durante a guerra tra Todi e Perugia in cui si inserirono anche le truppe dell’imperatore Arrigo VII (che saccheggiarono e distrussero spietatamente il territorio), il complesso monastico, seppure fortificato dai giovanniti, subì gravi danni.
Nel 1379, con decreto di Urbano VI esso fu convertita in fortezza dipendente dai cavalieri gerosolimitani.
Il15/7/1438 vi si chiusero quaranta uomini della fazione di Braccio Baglioni.
Passava da quelle parti l’esercito del cardinale Vitelleschi al comando di tale Simonetto il quale fece sapere a gente del posto che voleva prendere quei quaranta senza altri danni per alcuno.
I marscianesi accorsero in massa in soccorso dei quaranta.
Simonetto tornò a scongiurarli di andarsene, finché dette l’assalto all’abbazia, con morti, feriti e prigionieri, il rilascio dei quali fu assai laborioso e si dovette arrivare fino al papa.
Nel 1439 vi pose ancora il campo il Vitelleschi, diretto verso Foligno e nel 1440 vi fu per tre giorni il cardinale Scarampi, con un forte esercito di 12.000 soldati, che fecero danni a non finire nel contado.
Dopo l’Unità d’Italia, con la soppressione delle corporazioni religiose i beni tornarono all’Ordine che attualmente li possiede.
 

Aspetto attuale

La struttura si presenza come una fortezza che dall’alto di una leggera collina domina la vallata sottostante.
La chiesa non è visitabile ma da come mi è stata descritta non presenta elementi di pregio all’interno tantomeno all’esterno, se non fosse per il camapanile sopra la facciata e un’immagine della Madonna sopra la porta si potrebbe confondere con una qualsiasi abitazione.
all’interno dell’ex abbazia si apre una corte su cui si affacciano abitazioni private.
l’aspetto più bello del complesso si ha dalla vallata da cui si apprezza la maestosità e la compattezza dell’opera.
 

Bibliografia

www.lamiaumbria.it
Abbazie Benedettine in Umbria di Francesco Guarino e Alberto Melelli ed. Quattroemme
 

Mappa

Link coordinate: 42.902921 12.359934

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