Abbazia di Santa Maria di Agello – Gualdo Cattaneo (PG)
Cenni storici
Sorge su un colle nei pressi di Grutti di San Terenziano.
Percorrendo la strada che da Grutti porta a Castelvecchio, la chiesa si scorge sulla sinistra dopo un vialetto di cipressi, in prossimità del vocabolo La Torraccia.
La specifica denominazione trae origine dal termine latino agellus (campicello) in quanto sembra che i contadini della zona venerassero di un culto particolare la Vergine Maria come protettrice dei campi.
Il piccolo edificio votivo è edificato sopra le rovine di una primitiva abbazia, la cui origine è molto incerta, potrebbe risalire a un periodo compreso tra l’ottavo ed l’undicesimo secolo.
La notizia sicura più antica risale al 2 gennaio 1276, come indicato nelle Rationes decimarum del Sella in cui gli esattori pontifici ricevono 18 soldi “a Blaxiolo clerico S. Marie de Aiello pro omnibus suis beneficis“.
Da un successivo documento, del 1560, si deduce che il vescovo di Todi, Giovanni Andrea Cesi, alla cui diocesi la chiesa appartenne, fabbricò sul colle una villa e restaurò la chiesa.
Aspetto esterno
La struttura, costruita con pietra squadrata di travertino, rispecchia il classico modello romanico delle chiese umbre.
È a pianta rettangolare, lunga circa 13 metri, larga 7 ed alta 8.
La facciata, a due spioventi, ha un portale a tutto sesto, affiancato sulla destra da una finestrella, sormontato da un grande oculo e da un campaniletto a vela del XVI secolo, a un solo fornice, disposto centralmente, in posizione disassata a sinistra.
L’abside è semicircolare, di tipo romanico, ha una monofora centrale tamponata.
Interno
L’interno, completamente rinnovato, ha copertura a falde sorrette da capriate, è intonacato e tinteggiato, con due nicchie laterali, una per lato, presbiterio limitato alla sola pedana dell’altare; l’absidiola è decorata con un affresco raffigurante, nel tamburo, La Madonna in trono col Bambino tra i santi Pietro e Paolo, nella calotta Dio Padre benedicente.
A fianco, sulla destra c’è una nicchia con affreschi del ‘400, molto deperiti e di difficile lettura, in cui però ancora si distingue un bel prospetto architettonico.
Ai lati della chiesa sono ancora visibili i resti di quello che doveva essere il monastero annesso.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto-Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazione alla pubblicazione.
Fonti documentative
Falchi, F. La Chiesa di Santa Maria d’Agello.
Abbazie Benedettine in Umbria di Francesco Guarino e Alberto Melelli edizioni Quattroemme
www.comune.gualdocattaneo.pg.it
www.grutti.com
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/
Nota
La galleria fotografica è di Alberto Monti, il testo di Silvio Sorcini.