Arco di roccia di Fondarca – Cagli (PU)


 

Cenni Storici

Pieia è un piccolo borgo di antiche case che sorge a 650 m di altitudine alle pendici del Monte Nerone nel cuore dell’Appennino marchigiano. La via più breve per arrivarci è la stretta e tortuosa strada asfaltata che arriva qui da Pianello, frazione di Cagli (PU). Arrivando ci si trova nella piazzetta con la chiesa, e un groviglio di casette arroccate, di cui molte sono ristrutturate; fatevi un giro per le viuzze silenziose e quando siete un po’ in alto godetevi il panorama. Da Pieia parte il sentiero 20 (che è anche parte del Sentiero Italia) che porta a Fondarca, un luogo … di roccia; l’imbocco si trova all’ingresso del paese sulla destra. A Fondarca si arriva in circa 15 minuti di facile sentiero; a un certo punto vedrete alla vostra sinistra in alto, il grande arco di roccia; salite e attraversatelo. Vi troverete all’interno di un bellissimo anfiteatro di roccia con le pareti alte e ripide. Probabilmente qualche era geologica fa era una grande grotta a cui è crollato il soffitto. Viene spesso utilizzata come palestra di speleologia. Da qui il sentiero 20 continua e scende fino a Pianello passando per Cerreto. Da Pieia partono anche altri sentieri che permettono di arrivare alla Montagnola, al Monte Nerone, a Serravalle di Carda, ecc… ovviamente se avete intenzione di farvi un bel giro procuratevi una cartina del Monte Nerone; se ne trovano anche della Comunità Montana del Catria e Nerone.

Da Pieia a Fondarca (parte del sentiero CAI n.20) (itinerari alto corso del F. Bosso)

Tempo di percorrenza (solo andata): h 0.20
Lunghezza: 0,5 km
Difficoltà: E
Ultima verifica: 1996

Da Pieia, in prossimità della fonte, parte un sentiero facilmente percorribile, segnato dal CAI col n.20 – S.I., che ci porta in breve tempo all’arco o ponte naturale di Fondarca (o Fonte d’Arco), a circa 800 m di quota.

Man mano che si risale un ripido ghiaione, l’arco di roccia ci sovrasta in tutta la sua bellezza. Giunti infine ai suoi piedi, ci accorgiamo di poter entrare in quella che un tempo era una vasta caverna, ora col soffitto sfondato. La genesi dell’arco ci appare adesso più chiara: si tratta di ciò che è rimasto di una parete relativamente sottile della caverna stessa, in seguito a crolli e a processi erosivi. Tutta la zona del resto è piena di spaccature, ripari sotto roccia e caverne grandi e piccole, scavate da fenomeni carsici nel Calcare Massiccio (Giurassico Inferiore, Era Mesozoica).

Attraverso il fondo della ex caverna, riempito da una grande massa di frammenti rocciosi, si può uscire per uno stretto passaggio dalla parete opposta in una forra che si estende dall’altra parte. Il panorama anche qui è selvaggio e di notevole bellezza. Di fronte a noi una cascatella cadendo dall’alto bagna uno spesso e verdissimo strato di muschio nel ghiaione sottostante.
Cespugli e piante erbacee si abbarbicano tenacemente nelle fessure delle rocce a picco. Alcune di queste piante sono rare, tanto che qui è stata istituita un’area di tutela floristica. Notevoli tra le varie specie presenti sono il Crespino, il Pero corvino, la Frangola montana, la Dafne olivella e la Clematide retta.

 

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