Cappella della Beata Vergine – Piedicammoro

E’ una delle edicole devozionali più belle che abbia mai incontrato

 

Cenni documentativi

La frazione di Piè di Cammoro in passato godeva di un’enorme importanza dal punto di vista viario, essendo un importante nodo viario sulla via Lauretana, infatti nel 1334 è accertata la presenza di una chiesa dedicata al Santo Spirito con annesso un ospedale omonimo, infatti nelle Rationes Decimarum di quell’anno compare con il titolo di “Hospitale Pedis Cammuri“.
Lo stesso è documentato fino al 1517 per poi andare perduto sicuramente per la diminuzione del flusso dei pellegrini che si è verificato intorno al XVII secolo e con esso è scomparsa la chiesa.
E’ arrivata invece fino ai nostri giorni la cappellina posta al piano terra di un edificio dedicata alla Madonna di Loreto e affrescata con elementi stilistici che vengono collocati intorno al XV sec.
La Cappella è indicata da Sensi come “ Cappella votiva contra pestem “, ciò dedotto dalle figure rappresentate all’interno quali S. Rocco, S. Sebastiano e Sant’Antonio particolarmente invocati contro la peste e le epidemie in genere ed inoltre si può associare ai tragici eventi pestilenziali che caratterizzarono lo Spoletino tra la seconda metà del XV secolo e i primi anni del successivo.
La Cappella è sicuramente il più significativo sito religioso esistente lungo la via della Spina,vuoi per la sua posizione a ridosso della strada, quindi facilmente fruibile da viandanti e pellegrini, vuoi per la presenza di un cancello al posto della porta che essendo sempre aperto ne garantiva la fruibilità in qualsiasi momento della giornata.
Il Lascaris nella sua visita pastorale del 1713 la pone come juspatronato della famiglia Quaglia i cui discendenti ne hanno mantenuto il possesso fino ai nostri giorni.
E’ accertato quindi, anche da documenti testamentari, che la famiglia suddetta era proprietaria dell’edificio e la stessa sorgeva a piano terra di una casa a schiera, non era quindi sita nel vecchio ospedale, ma contigua ad esso.
La presenza di numerosi graffiti lungo le pareti ci fa scoprire la presenza di pellegrini romei nordeuropei in particolare tedeschi che hanno transitato lungo al via della Spina.
 

Interno

Gli affreschi che essa contiene sono stati attribuiti al pittore Paolo Bontulli di Piercanestro di Camerino e sono stati eseguiti nel 1515.
Di fronte a noi, sulla parete di fondo cui è addossato l’unico altare, è effigiata l’immagine della Madonna di Loreto, Vergine con Bambino benedicente e la sinistra che regge l’eucumenicon, cioè un mappamondo entro tabernacolo sorretto da due angeli, fra i santi Antonio da Padova a destra come si legge nella didascalia sottostante e Sebastiano a sinistra.
Al di sotto della scritta ATON(ius de Padua), la data ANNO DOMINI 1515.
Sulla volta a botte, al di sopra dell’altare, un Agnus Dei.
A destra Madonna di Loreto, ma il Bambino stringe fra le mani un uccello, simbolo dell’anima; a fianco S. Lucia.
A sinistra, Crocifisso, con ai piedi S. Rocco che occupa solitamente la posizione data alla Vergine (elemento questo che avvalora ancor di più la specifica attribuzione “ contra pastem ” in quanto è insolita la collocazione del Santo).
A fianco S. Antonio venerato in Vienne nel Delfinato.
Entro il riquadro del crocifisso numerose scritte e graffiti, una è datata 1586. Lo stato di conservazione degli affreschi è decisamente precario e a destra si nota un’infiltrazione che a lungo andare potrebbe cancellare del tutto l’affresco, già attaccato irrimediabilmente nella parte inferiore.
 

Curiosità

L’ex Hospitium, per pellegrini e viandanti di S. Spirito, viene così descritto da Don Mario Sensi:
“… [ha] l’aspetto di un grande albergo del sec. XV: un lungo edificio a tre piani, parallelo alla strada e affiancato da una stalla-fienile… L’ingresso e le scale conservano la volta a botte. Giunti al piano superiore, un piccolo corridoio ci immette in un cortile interno dove notiamo un pozzo con vera: il proprietario, che ci fa da guida, ci spiega che fino a pochi anni fa quel pozzo veniva utilizzato per le necessità della casa.
Saliamo quindi al secondo piano: le antiche stanze da letto sono tutte in abbandono, ……., questo edificio per la sua importanza meriterebbe una pubblicazione tutta propria
“.
Abbiamo almeno una testimonianza che anche questo ospedale fu interessato dall’attività dei Cerretani che appaltavano le questue per gli istituti ospedalieri: nel 1498 un Federicho Francisci di Montesanto raccolse quaranta ducati d’oro per l’ospedale di Cammoro; insieme a questa ci sono altre tre testimonianze di abitanti di Cammoro che svolsero quest’attività nel 1437 e nel 1498, ad longinquas partes mundi.
I cosiddetti Cerretani o Ciarlatani, provenienti dai territori della Valle del Vigi, da Cerreto ma soprattutto da Montesanto e dal Sellanese, furono inizialmente persone delegate ufficialmente alla raccolta di elemosine per gli ospedali, principalmente di quelli dipendenti dal S. Spirito in Saxia di Roma e dal S. Antonio di Vienne nel Delfinato francese, e per far ciò giravano l’Italia e l’Europa.
A questa attività affiancarono la camuffa, consistente nella vendita di prodotti erboristici miracolosi, unguenti, predizioni del futuro, varia magia bianca, e particolarmente un farmaco denominato Grazia di S. Paolo, antidoto ai veleni.
 

Fonti documentative

SPINA E IL SUO TERRITORIO Storia Ambiente e Tradizioni Popolari
Pro Loco Spina di Campello 2013
Artegraf di Città di Castello

CAMMORO NELLA STORIA Un Castello a guardia della via della Spina
di Marco Francisci e Alessandro Bianchi
Edito dalla Comunanza Agraria di Cammoro 2001
Tipolitografia Grafiche Millefiorini Norcia
 

Da vedere nella zona

Chiesa pensile di Cammoro
Castello di Agliano
Chiesa di S. Lucia – Cammoro
 

Mappa

Link coordinate: 42.888796 12.863753

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