Cappella di Sant’Anna o Tega – Spello (PG)

La cappella solitamente è chiusa, si può comunque osservare l’interno dal grande arcone con vetrata che insiste sulla piazzetta.

 

Cenni Storici

La cappella sorse come sede della confraternita dei disciplinati di Sant’Anna, i quali gestivano un ospedale di cui si hanno notizie a partire dal 1362;
Dagli atti notarili del XV sec. risulta appunto che la Confraternita gestiva l’ospedale di Sant’Anna o di Sant’Angelo che doveva trovarsi sulla via pubblica, nelle vicinanze della chiesa di Sant’Angelo e per questo motivo chiamato con entrambi gli appellativi.
Alla Confraternita, oltre la gestione dell’ospedale, spettava la cura delle chiese intramuranee di Sant’Angelo e di San Sisto.
Lo storico folignate Lodovico Jacobilli sostiene che il nosocomio accoglieva pellegrini, poveri ed
infermi; il Visitatore apostolico Pierre de Lunel nel 1571, a causa della ridottissima capienza (tre posti letto soltanto) ne ordinò la soppressione.
La cappella fu utilizzata sin dal 1895 e fino all’inizio del XX secolo come bottega e deve il suo nome al sarto Pietro Tega che, insieme al maestro Umberto Perini, casualmente nel 1911 scoprirono gli affreschi che la ornavano.
In realtà, la presenza delle pitture era già nota, in quanto l’Urbini, alla fine dell’Ottocento affermava che la bottega lasciava intravedere “per varie scrostature dell’intonaco, che era tutta dipinta a fresco“.
L’esiguità delle dimensioni dell’aula si contrappone alla cospicua presenza di affreschi posti sulle pareti interne della cappella.
L’impianto pittorico è visibilmente inserito in compassi decorativi che sono, ancora oggi, ben visibili, inoltre si pensa che l’intero apparato facesse parte di un preciso progetto iconografico più vasto.
Autori delle decorazioni sono due pittori folignati: Nicolò di Liberatore detto l’Alunno ed un artista anonimo, di cultura arcaizzante, convenzionalmente denominato Maestro delle storie del Battista (Todini), forse identificabile con Pietro di Mazzaforte, figlio del noto artista folignate Giovanni di Corraduccio e suocero dello stesso Nicolò (Scarpellini).
La Cappella diventata proprietà comunale, subì un primo restauro nel 1970 e venne aperta al pubblico nel 1968; un secondo restauro conservativo fu eseguito nel 2017.
 

Aspetto esterno

Il vano è di forma rettangolare con copertura a crociera.
A sinistra dell’ingresso, si apre un grande arcone che la sopraelevazione della piazzetta, adiacente all’oratorio, ha coperto per metà circa.
 

Interno

Sulla parete destra si trova un affresco attribuibile a Pietro di Mazzaforte: Sant’Anna, la Madonna con il Bambino (purtroppo gran parte è andato perduto).
Nella parete frontale un affresco di Nicolò di Liberatore detto l’Alunno: Crocifissione (1461).
La parete sinistra è occupata da un grande arcone che garantisce la luce all’interno e nel sottarco scanditi in comparti mistilinei, sono rappresentati sei busti di Apostoli; a partire da sinistra rispetto all’ingresso i primi tre sono dell’Alunno e raffigurano: San Giovanni; San Giacomo minore ( ?); San Tommaso ( ?).
Sull’area del concio di chiave era probabilmente raffigurato: l’Agnello mistico.
Gli altri tre compassi sono attribuiti a Pietro di Mazzaforte, e raffigurano: San Giacomo maggiore; San Bartolomeo; Sant’Andrea.
In controfacciata in alto affresco attribuito a Pietro di Mazzaforte: a sinistra San Pietro; a destra San Paolo.
Sotto ai lati della porta: a sinistra: il Purgatorio; a destra: l’Inferno.
Sulle vele della volta affreschi di Nicolò di Liberatore i quattro Evangelisti.
Una nota curiosa è che fra le scene dell’inferno è dipinta anche una strega messa al rogo e sopra compare una scritta “[quelle] che fan[n]o le facture“, una rarità nel contesto pittorico italiano.
 

Presenza dell’Alunno a Spello

La presenza dell’Alunno a Spello è un segno distintivo del livello e della ricerca artistica raggiunta nel nostro territorio nella seconda metà del XV secolo.
Il soprannome d’Alunno, che per la prima volta gli dà il Vasari, deriva certamente da una falsa interpretazione dell’epigramma che si legge nella predella del Polittico per Brigida de’ Picchi, oggi al Louvre, dove Nicolò è detto “alunnus folginie“, cioè figlio, allevato in Foligno, e non allievo e alunno di …
Ben attivo e noto per numerose presenze a Foligno, Nicolò influenzato anche da Benozzo a Montefalco ripropone a Spello una Crocifissione e data l’opera di suo pugno al 1461 (l’iscrizione si legge nella parte superiore della controfacciata).
 

Fonti documentative

Comune di Spello Assessorato al Turismo – Guida Turistica di Spello Itinerari fra Storia e Natura –Testi di Sabina Guiducci 2009
Venanzo Peppoloni Corrado Fratini – Guida di Spello – 1978
Pinacoteca Civica di Spello – Viviamo la nostra Città – Testi a cura di Stefano Felicetti e Giulio Proietti Bocchini 1977
Comune di Spello Provincia di Perugia – Progetto Archeonatura per la fruibilità della città. Dei suoi monumenti e del suo territorio – 2006
 

Mappa

Link coordinate: 42.989276 12.672427

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