Castello degli Antignano – Torre del Colle di Bevagna (PG)

Oramai del potente maniero e della sua chiesa non resta che qualche brandello di muro avvolto da un’alta vegetazione oltre che da spine e rovi.

 

Cenni Storici

Il castello era posizionato su un’altura a dominio della Valle dell’Attone lungo la strada che porta a Madonna della Valle e da quella posizione si aveva anche una vista più ampia fino alla Valle Folignate.
All’interno del castello vi era anche la chiesa di S. Apollinare di cui però non esistono più tracce.
I conti di Antignano, su investitura imperiale, stabilirono il dominio su Bevagna alla fine del X secolo, rafforzandolo al tempo di Corrado il Salico, che con Pedino del 1037 dichiarò i feudi italiani anche ereditari: fu l’atto costitutivo della feudalità italiana per porre fine alla dilagante potenza episcopale.
La famiglia di origine germanica vantava diritti su un’ampia area, al cui centro sorgeva il castello in cui vissero a lungo i discendenti del capostipite Monaldo, fieri avversari della chiesa, infatti furono sempre ghibellini, fedeli all’Imperatore, per il quale ricoprirono importanti cariche pubbliche.
Lo smembramento del feudo iniziò con la morte di Mainardo, perché i figli Monaldo e Napoleone divisero i possedimenti e al primo toccò la contea di Coccorone e di Antignano, di cui facevano parte i castelli delle Civitelle, di Cirignano, S. Maria Lautentia, Torricella, taglioli e Pomonte.
I loro possedimenti, in conseguenza dei continui scontri tra guelfi e ghibellini, furono dati ai bevanati, che poi ne furono privati.
La storia racconta che nel 1219 Napoleone III Rainaldi d’Antignano, a capo dei ghibellini dell’Umbria, assicura l’asservimento dei castelli di Castelbuono, Gualdo Cattaneo, Collemancio, Limigiano, Cannara e Monte Carpeno all’Impero.
I Bevanati, fedeli alla chiesa, insorgono, distruggono e saccheggiano i castelli e i possedimenti degli Antignano.
Ci volle una breve di Papa Alessandro IV, nel 1256, per ristabilire l’ordine nei territori.
Nel 1315 Castelbuono si schiera con Federico da Montefeltro diventando libero comune, anche se, i Conti d’Antignano ne torneranno signori ma solo in forma onorifica.
Nel XIV sec. i componenti della famiglia decisero di dividersi ancora e di trasferirsi parte a Foligno dichiarandosi sudditi della chiesa (De Comitibus), parte a Bevagna (Rainaldi).
Comunque gli Antignano si possono considerare bevanti, perché le vicende locali risultano legate per circa 300 anni a questa famiglia.
La famiglia contribuì alla crescita della città di Bevagna ed al suo sviluppo economico, a loro è attribuita l’edificazione del quartiere (Gaita) di S.Maria, uno dei più popolosi della città con case del ‘300 e del ‘400 che prende il nome della chiesa di S.Maria filiorum comitis, fatta costruire dal conte Rainaldo d’Antignano.
Svilupparono altresì la coltivazione e la lavorazione della canapa che veniva fatta macerare nella acque dell’Attone e a Bevagna ebbe il suo massimo sviluppo.
Dopo l’abbandono, il castello è stato rifugio per i briganti; agli inizi del XIV secolo tra i resti si annidò Pietro Vincioli da Perugia, brigante e soldato di mala specie, che, insieme ad altri sbandati, compiva scorribande nelle città vicine ed esigeva denaro per far transitare i viandanti lungo la strada sottostante.
Era appoggiato segretamente da Perugia, da cui ebbe l’incarico di compiere azioni contro Montefalco, Bevagna e Trevi.
Le pietre del maniero sono state utilizzare per diversi usi e negli anni ’60 del secolo scorso addirittura per la realizzazione del fondo della strada Cantalupo-Gualdo Cattaneo.
 

Aspetto

Del castello non restano che di pezzi di mura con feritoie della cerchia esterna, dei bastioni, della cisterna dell’acqua e di costruzioni interne avvolti da una fitta rete di rovi e di spine.
Un pezzo di muro con pietre regolari, secondo gli esperti, può essere di epoca umbro-romana, a conferma che diversi castelli della zona sono stati costruiti su preesistenti villaggi o luoghi di culto.
Lapidi in travertino ed urne cinerarie sono state trovate nel luogo ed ora sono collocare lungo lo scalone di palazzo Lepri.
La posizione risultava molto strategica, perché permetteva un ottimo controllo sui quattro lati.
 

Fonti documentative

A.Falsacappa G. Mariotti P. Porzi – Bevagna gemma del piano: Immagini insolite e Storie inedite – 2013

http://www.stradadelsagrantino.it/informazioni-generali-bevagna.php

http://www.prolococantalupocastelbuono.com/default2.asp?active_page_id=224

http://www.ilmercatodellegaite.it/mercato-delle-gaite-bevagna/le-4-gaite/

 

Mappa

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