Castello dei Cavalieri di Malta – Magione (PG)

Il Castello è di proprietà dell’Ordine del Cavalieri di Malta e non è visitabile.

 

Cenni storici

Il castello nacque come ospedale e venne intitolato a S. Giovanni Battista, santo protettore dei Gerosolimitani ovvero i Cavalieri di Malta.
La struttura originaria fu edificata nella seconda metà del 12° sec., e con il tempo, oltre ad ospitare i pellegrini che sostavano qui, ‘per compiere il viaggio in terra santa, divenne anche una commenda con funzioni agricole.
L’ospedale fu eretto in un punto strategico in cima ad un piccolo colle separato da Pian di Carpine, attuale Magione.
Tra l’altro era dotato di capacità difensive in quanto aveva il controllo visivo sulla parte orientale del Trasimeno.
La prima costruzione non presentava l’attuale forma quadrangolare, bensì a “L”, quindi la chiesa e la torre campanaria formavano il braccio nord – ovest, mentre quello nord-est era occupato dalle residenze dei cavalieri.
Nel 14° sec. furono realizzati degli interventi di ampliamento che proseguirono anche in epoca rinascimentale.
A testimoniare ciò, oltre a numerosi documenti storici, lo si può dedurre osservando la tessitura muraria.
Per esempio, su questa facciata vediamo che la muratura del piano terra da taglio calcareo è riconducibile al 12° sec., quella del primo piano è arenaria, riconducibile ai lavori apportati nel 300 ed infine abbiamo una muratura in mattoni dei loggiati, stile rinascimentale.
Solo a partire dal ‘300, l’edificio cominciò ad assumere i caratteri di un fortilizio, in quanto ci fu una sopraelevazione del complesso e venne aggiunto un lungo vano rettangolare, formato dall’attuale sala conferenza, allora chiamata sala d’armi.
Per accedere a questi ampliamenti venne realizzata la scalinata esterna sulla corte.
Per completare l’attuale forma del castello fu demolito il muro di cinta per costruire vani ad uso agricolo.
A testimone di questi interventi c’è una lapide raffigurante l’agnello di dio sulla porta della chiesa. Successivamente, nella seconda metà del 15° sec.,venne ristrutturato dopo la commissione del Cardinale Barbo e sancì la definitiva sistemazione da ospedale a castello, aggiungendo la torre, i beccatelli e le merlature sui piani posteriori delle facciate esterne; infine il cortile venne completato secondo lo stile rinascimentale.
Tra gli eventi Storici più rilevanti vi è la “Congiura di Magione” del 1502, anno in cui l’edificio divenne sede di complotto contro Cesare Borgia, figlio illegittimo di Papa Alessandro VI.
La lapide apposta all’interno del cortile testimonia l’accaduto descrivendo la congiura secondo il pensiero di Machiavelli nella sua opera “il Principe”.
A partire dal XVII sec. il Castello viene identificato come badia, mentre il nome “Magione”, titolo precedente di chiara origine Templare, passò ad indicare il nucleo urbano di Pian di Carpine.
All’interno della struttura si è conservata una cappella che in origine era più grande e attigua all’ospedale dei pellegrini che verrà trattata a parte in questo sito sotto l’originale denominazione “La Badia“.
 
 
 

Sala d’Arme

La parte del castello, ora dedicata a Centro Congressi, venne realizzata durante gli ampliamenti del XIV secolo per ospitare la sala d’arme dei cavalieri ospedalieri in tempi moderni divenne il granaio castello.
In origine vi si accedeva dal piano terra, questo piano venne realizzato successivamente come possiamo dedurre dalla parete nord-est dove in basso compaiono le parti terminali di arcate gotiche che sono interrotte dal solaio del pavimento ma che proseguono al piano inferiore.
In fondo al salone possiamo ammirare i modelli di due imbarcazioni appartenenti ai Cavalieri di Malta, come possiamo vedere dalle bandiere issate con lo Stemma di Stato: la croce latina bianca su fondo rettangolare rosso.
Le galee rappresentano il glorioso passato dei Cavalieri di Malta che, a seguito dell’abbandono della Terra Santa avvenuto nel 1291, scoprirono la vocazione marinara navigando costantemente le acque del Mediterraneo e combattendo più volte contro le flotte dei corsari musulmani.
Sulla parete lunga di destra è presente una nicchia dove sono esposte una serie di spade antiche dei cavalieri, mentre in fondo alla sala è conservata una raccolta di oggetti legata all’Ordine tra i quali spicca il modello del Santo Sepolcro realizzato in madreperla.
 
 
 

Sala degli Stemmi

Salendo la scalinata interna e percorrendo il loggiato si arriva alla “Sala degli stemmi”.
Questo è il salone di rappresentanza del castello ed è dominato dallo stemma dell’Ordine di Malta completo di tutti i suoi attributi: una croce con otto punte contornata da un rosario, alla quale è sovrapposto il tondo rosso con croce latina bianca.
Le due Croci sono collocate al di sotto di un manto principesco sostenuto da una corona.
Questo è lo stemma ufficiale del Gran Magistero delle Istituzioni del Sovrano Ordine, che ad oggi constano di 6 Gran Priorati, di 6 Sottopriorati, di 47 Associazioni Nazionali e di oltre 100 Missioni diplomatiche.
Lo stemma dell’Ordine è esposto assieme al baldacchino rosso che viene riservato solo agli “stemmi sovrani“, ossia agli stemmi degli “Stati Sovrani” come quello dell’Ordine dei Cavalieri di Malta.
Gli stemmi appesi alle pareti sono relativi ai vari Priorati ed ai Gran Maestri che si sono succeduti nel tempo, come ad esempio quello nella parete tra le due finestre che rappresenta il penultimo Gran Maestro Frà Andreas Bertie, in carica fino al 2008.
Oggi l’Ordine di Malta opera in 120 paesi dove fornisce assistenza alle persone bisognose attraverso le sue attività mediche, sociali e umanitarie.
Dal 28 gennaio 2017, a rinuncia all’ufficio di Gran Maestro da parte di Fra’ Matthew Festing, il Sovrano Ordine di Malta è retto da un luogotenente interinale nella persona di S.E. Fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein, che rimarrà in carica fino alla elezione del prossimo Gran Maestro.
 

La Congiura di Magione

Tra la fine di settembre e i primi giorni di ottobre del 1502 il castello di Magione ospitò una quantità di uomini illustri e potenti quale non avrebbe mai più avuta l’occasione di vedere.
Il castello allora era dato in commenda al cardinale Giovanni Orsini che si fece promotore di quella che passò alla storia come “la congiura di Magione”, ossia una cospirazione ai danni di Cesare Borgia, a cui i maggiori signori e condottieri del centro Italia aderirono.
La lapide affissa sulla parete sud-ovest del cortile ricorda la Congiura con le parole di Machiavelli che nel cap. VII de “II Principe” recita: “avvedutisi gli Orsini tardi, che la grandezza del duca e della chiesa era la loro rovina, fecero una dieta alla Magione, nel perugino“.
Cesare Borgia, già signore della contea francese del Valentinois, da qui il soprannome del Valentino, era il figlio illegittimo di papa Alessandro VI.
Forte dell’appoggio del padre, sul finire del XV secolo intraprese una politica spregiudicata volta all’ottenimento di tutte le piccole signorie della Romagna.
In quegli anni conquistò Rimini, Ravenna, Forlì, Cesena, Faenza e per ultima Urbino; ambiva inoltre anche ad impossessarsi di Bologna.
Acquisendo tutti territori dell’Emilia Romagna, il Valentino e suo padre Alessandro IV avrebbero in poco tempo esteso il proprio dominio su tutta l’Italia centrale, comprese le Marche e l’Umbria.
Questo era il sentimento che spinse il cardinal Orsini a convocare a Magione gli ultimi signori superstiti per contrastare lo strapotere di Cesare.
Questi signori erano uomini d’arnie capaci di schierare consistenti Contingenti di armati ed erano stati spesso al soldo dello stesso Valentino in molte delle sue imprese di conquista.
Il 9 ottobre del 1502, sotto gli auspici del commendatario del castello, cardinale Giovanni Orsini e di altri due membri della sua famiglia (Paolo e Francesco Orsini), si riunirono al castello il perugino Gian Paolo Baglioni, Vitellozzo Vitelli signore di Città di Castello, Oliverotto da Fermo, Ermete Bentivoglio, figlio di Giovanni Bentivoglio signore di Bologna e Antonio da Venafro, ministro del signore di Siena Pandolfo Petrucci.
I congiurati si impegnarono a far fronte comune contro le temute imprese di conquista del duca, giurando di opporsi a quello che Gian Paolo Baglioni nelle sue memorie chiamò “il dragone“.
Venne messa in campo una forza militare composta da 700 cavalieri, 400 balestrieri e 5000 fanti con lo scopo di far rientrare a Urbino lo spodestato Guidobaldo da Montefeltro e di difendere ogni luogo minacciato di conquista.
Tutto all’inizio parve andare per il meglio.
Giunta la notizia del segreto accordo tra i congiurati, Urbino immediatamente si ribellò all’occupazione del Borgia riconquistando la città.
Ma i congiurati si illusero di poter sconfiggere il Valentino senza l’adesione delle vere potenze, in particolare Firenze a cui Vitellozzo Vitelli chiese invano l’appoggio.
I fiorentini non solo non accettarono di aiutare i nemici dei Borgia, ma inviarono come ambasciatore presso Cesare (che si trovava ad Imola) Niccolò Machiavelli, per avvertirlo del tradimento dei suoi capitani di ventura.
Venuti a mancare i soldati per il tradimento dei suoi capitani, al Duca non rimase altro che affidarsi ai fiorentini e ad alcuni soldati inviatigli dal re di Francia Luigi XII.
Impaurito per il ritardo dell’arrivo delle truppe francesi, il Borgia preferì dividere i congiurati, partendo dal tentare Paolo Orsini, facendogli credere che non aveva alcun risentimento nei suoi confronti e che i suoi capitani potevano ritornare nelle sue fila senza subire alcuna pena, ma anzi con un supplemento di paga.
Mentre gli Orsini portavano avanti gli accordi di pace con il Valentino dovevano fronteggiare la resistenza oppostogli dai Vitelli e dai Baglioni di Perugia.
Alla fine però, Vitellozzo desistette e fu per questo stipulato un accordo.
Il dicembre del 1502 tutti i congiurati, tranne l’avveduto Gian Paolo Baglioni, furono invitati da Cesare Borgia a Senigallia per un incontro pacificatore che si rivelò invece un tranello.
La stessa sera dell’incontro, avvenuto il 31 dicembre del 1502, Oliverotto da Fermo e Vitellozzo Vitelli furono strangolati, la stessa sorte subirono poco dopo Paolo e Francesco Orsini che prima vennero incarcerati a Città della Pieve.
 

Storia dei Cavalieri di Malta

La nascita dei Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme o Ordine Gerosolimitano risale al 1048.
Alcuni mercanti dell’antica repubblica marinara di Amalfi ottengono dal Califfo d’Egitto il permesso di costruire a Gerusalemme una chiesa, un convento e un ospedale nel quale assistere i pellegrini di ogni fede o razza.
L’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, la comunità monastica dedita alla gestione dell’ospedale per l’assistenza dei pellegrini in Terra Santa, infatti svolgeva la propria opera all’interno di un monastero benedettino a Gerusalemme accogliendo i numerosi pellegrini cristiani in visita ai Luoghi Santi e diviene indipendente sotto la guida del suo fondatore il Beato Gerardo.
Con la bolla del 15 febbraio 1113, Papa Pasquale II pone l’ospedale di San Giovanni sotto la tutela della Chiesa, con diritto di eleggere liberamente i suoi superiori, senza interferenza da parte di altre autorità laiche o religiose.
In virtù di tale bolla, l’Ospedale diviene un ordine religioso laicale. Tutti i cavalieri erano religiosi, legati dai tre voti monastici, di povertà, castità e obbedienza.
La costituzione del Regno di Gerusalemme costringe l’Ordine ad assumere la difesa militare dei malati e dei pellegrini e a proteggere i propri centri medici e le strade principali. Alla missione ospedaliera l’Ordine aggiunge la difesa della fede e la tutela della Terra Santa.
In seguito, l’Ordine adotta la Croce Ottagona bianca che ancora oggi è il suo simbolo.
Come conseguenza dei riconoscimenti pontifici vi fu il rapido diffondersi della presenza dell’Ordine in Europa e un accrescimento del patrimonio immobiliare dello stesso.
Nel medioevo i loro ospedali Sorsero un pò ovunque lungo le strade principali d’Europa e questo ben si comprende se si considera che in Occidente l’Ordine si era accollato l’Ordine che era accollato la responsabilità della salvaguardia delle strade nonché dei pellegrini che le percorrevano.
A Gerusalemme rimasero fino al 1291 quando la città cadde in mano saracena.
Dopo questo infausto evento i cavalieri avevano ripiegato su Cipro.
Qui rimasero per circa un ventennio; nel 1310, infatti sbarcarono sull’Isola di Rodi sottraendola all’Impero Bizantino.
La lunga permanenza a Rodi, circa un paio di secoli, finirà per conferire all’Ordine cavalleresco anche l’appellativo di Rodi e come Cavalieri di Rodi saranno chiamati fino al 1522 quando i Turchi, con un attacco cruento conquistarono l’isola dopo circa sei mesi di assedio e i cavalieri superstiti si trovarono senza terra, a navigare lungo il Mediterraneo per ben 8 anni.
Ai cavalieri di Rodi sfuggiti all’assedio turco nel 1530 l’Imperatore Carlo V d’Asburgo concedeva l’isola di Malta che divenne la loro base operativa fino alla fine del XVIII secolo fu da questo momento che l’Ordine cambiò nome e fu detto dei Cavalieri di Malta a seguito del loro stanziamento nell’isola omonima.
Nel 1798 Malta fu infatti presa da Napoleone Bonaparte che a sua volta la perse nel 1801 quando fu occupata dagli inglesi che non l’hanno più restituita ai Cavalieri trascurando le clausole della pace di Amiens del 1802.
Nonostante la perdita dell’isola l’Ordine ha continuato a connotarsi come ente Sovrano, pur rimanendo privo di uno stato territoriale vero e proprio.
Nel 1834 i Cavalieri dell’Ordine di Malta si stabilirono definitivamente a Roma, dove fu garantita a loro la extraterritorialità.
L’attuale sede del Sovrano Ordine dl Malta e sede del Gran Maestro si trova nel Palazzo Magistrale di via dei Condotti a Roma.
 

Da vedere all’interno

La Badia o Cappella del castello
 

Fonti documentative

Testi prodotti dall’Istituto Comprensivo di Magione nell’ambito delle Giornate FAI di Primavera 2017

https://www.orderofmalta.int/it/

 

Mappa

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