Castello di Camporeggiano – Camporeggiano di Gubbio (PG)


 

Rimangono solo ruderi che sovrastano il bosco sulla collina sopra l’Abbazia di Camporeggiano visibili dalla statale Pian d’Assino.

 

Cenni Storici

Chi procedendo per la statale Pian d’Assino, giunto a Camporeggiano volge lo sguardo a sinistra, in alto, è attratto dai ruderi di un grosso castello; il castello di Camporeggiano detto anche di Monte Cavallo, dal monte su cui sorgeva.
Il toponimo sembra nascere dal termine regghia, che indica un’insenatura o un crepaccio; una seconda ipotesi, meno probabile, lo fa discendere dal latino Campus Regis, con riferimento ai possedimenti dei signori locali, i Gabrielli.
Il castello nacque su precedenti costruzioni risalenti al VI secolo, che consistevano in torri difensive (monte Cavallo, Sant’Angelo, Castello di Aria, Goregge, Castiglione) poste lungo il corridoio Bizantino, una via che portava da Roma a Ravenna al tempo dei longobardi
A dimostrazione dell’antica possanza del maniero, resta uno spesso muro che ancora, benché attraversato da una vasta fenditura, regge all’inclemenza dei tempi.
E’ uno dei più antichi castelli del territorio di Gubbio, in un documento del marzo del 1057 i fratelli Petrus, Johannes, Rodulfus e la loro madre Rocia, ( Rodolfo Gabrielli era già discepolo di San Pier Damiani) donano al priore dell’eremo di S. Croce di Fonte Avellana (lo stesso San Pier Damiani ), “la villa de Camporiano, e i loro beni in fundo Stirpito, Pirito, Valle de lo Cavallo, in Galete, in Baronia, in Valle Calinicae, in Cutiano, in Plusiano, in le Sibrage, in Faulo..“.
Così il maniero e le terre circostanti, passarono sotto il controllo dell’Abbazia con la promessa di costruire un monastero dedicato all’apostolo San Bartolomeo.
Già l’anno dopo un gruppo di monaci (anche abili muratori) si trasferì nel nascente nuovo monastero, con un seguito di maestranze. Essi si prodigarono per migliorare il borgo: costruirono un ponte sull’Assino, ingrandirono un molino ed una fornace, fondarono una vetreria, aprirono un ospedale per i pellegrini.
Giovanni Gabrielli, fratello di Rodolfo e antico proprietario dei luoghi, a sua volta si fece monaco a Fonte Avellana, e successivamente fu trasferito all’Abbazia di San Bartolomeo di Camporeggiano ( suo vecchio possedimento ) con l’incarico di abate, mentre suo fratello Rodolfo nel frattempo era diventato vescovo di Gubbio.
Papa Innocenzo II, il 24 maggio1139, a istanza di Benedetto priore e dei suoi monaci, conferma all’eremo di S. Croce di Fonte Avellana i suoi diritti e possessi, tra cui: “Monasterium Sancti Bartolomei de Camporegiano cum castris atque ecclesiis, villulis omnibusque pertinentiis suis.”.
In un atto emesso dal Consiglio Comunale datato 23 luglio 1326 concernente un’ordinanza “per gli uomini dei castelli di Monte Episcopi e Campiregii “ troviamo il castello alle dipendenze del Comune di Gubbio, che lo dota di un capitano e notaio.
Nel 1350, Il castello di Camporeggiano e altri, tra i quali quelli di Cantiano, Pergola, Montesecco, Serra Partucci, Agnana, Carbonana si ribellano a Gubbio il cui comune era finito nelle mani di Cantuccio Gabrielli divenuto nello stesso anno tiranno della città.
Cantuccio lotta contro Giovanni della Serra, che, assediato nel castello di Agnana, viene catturato e decapitato. Il castello di Camporeggiano per ritorsione alla sua ribellione viene raso al suolo.
 

Aspetto attuale

Ad oggi del castello non restano che ruderi e brandelli di mura che si notano in mezzo al bosco sulla collina che sovrasta l’abbazia di Camporeggiano.
 

Fonti documentative

P. L. Menichetti – Castelli, Palazzi fortificati, Fortilizi, Torri di Gubbio dal secolo XI al XIV- Città di Castello 1979

http://it.wikipedia.org/

 

Da vedere nella zona

Castello di Carbonana
Mulino Sant’Angelo d’Assino
Abbazia di San Bartolomeo di Camporeggiano
Castello di Montelovesco
 

Mappa

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