Castello di Casalalta – Collazzone (PG)

Dalla piazza del catello si gode un’ottima panoramica sulla valle del Puglia.

 

Cenni Storici

Il nome Casalalta deriva dalla traduzione del toponimo latino “Domula” o “Domus Alta“.
Una interpretazione più fantasiosa e sicuramente più affascinante scomoda addirittura la mitologia; Casalalta ebbe questo nome da Alceo figlio di Ercole; di sicuro sappiamo che “Casalalta” esisteva già al tempo dell’antica Roma.
Infatti nella campagna di scavi archeologici dei primi del ‘700 vennero alla luce numerosi reperti quali monete e vasi in ceramica azzurra di certa epoca romana. Tra il 1730 e il 1735 ulteriori scavi portarono alla luce tombe e monete degli imperatori Gordiano, Filippo, Gallieno e Valeriano tutte del III° secolo d.C..
Nel 1740 un contadino lavorando la sua terra trovò una testa di marmo finemente lavorata, piccole lucerne, punte di lancia e monete; è evidente, in base a tutte queste testimonianze che in questa zona dovevano esserci forti insediamenti romani.
Il fitto reticolo di strade che all’epoca convergevano su questo luogo fa pensare che una importante strada romana (che lo storico Andrea Giovanneli chiama “via del sole“) partendo da Collepepe passasse per qui per poi proseguire per Castelleone fino ad arrivare a Bettona.
E’ innegabile che la favorevole posizione di cui godeva Casalalta (protetta dall’alto dal castello di Canalicchio e dal basso dal castello di Collemedio) la rendeva un luogo favorito per gli scambi e gli insediamenti.
Il castello con ogni probabilità si formò nel XII secolo quando la gente che risiedeva intorno alle chiese e ai monasteri si spostava all’interno dei castelli luoghi più sicuri e meglio difendibili.
Il castello di Casalalta crebbe rapidamente tanto che nel 1290 era di gran lunga il più abitato della zona (contava 87 fuochi (famiglie) per un totale di oltre 400 abitanti.
Gli ultimi anni di questo secolo furono per Casalalta forieri di innumerevoli disgrazie; la prima è legata alla nomina di Papa Bonifacio VIII a Podestà di Todi che diede man forte ai ghibellini tuderti nella conquista di numerosi castelli guelfi i cui proprietari si rifugiarono nel castello di Casalalta ingrossandolo a dismisura.
Nel frattempo tra piogge incandescenti color sangue (le piogge del deserto)e violenti terremoti si consumò il destino di questo castello, come ci racconta il cronista todino dell’epoca Fabrizio degli Atti “in questo tempo piobbe terra lachosa como el sangue (…) et forono gran terremoti“.
Ma tra tante disgrazie il colpo finale il castello lo ebbe con l’assedio perpetrato dai ghibellini tuderti che volevano stanare i guelfi lì rifugiatisi.
L’assedio durò oltre un mese e alla fine il castello capitolò come ci racconta il cronista “et fo preso el castello et arso e scarchato“.
Ma non finì lì giacchè una sacca di resistenti continuò a rintanarsi in quel poco del castello rimasto; allora i Todini tornarono e stavolta per sicurezza rasero al suolo tutto ciò che era rimasto.
Nel 1424 un casalaltese Niccolò Crucis o Della Croce o Cruciani combattè contro Braccio.
La storia di Casalalta è costellata da innumerevoli grandi distruzioni ma la tenacia e la generosità dei suoi abitanti ha fatto sì che il castello si ricostruisse ogni volta sempre diverso ma sempre uguale a se stesso; fu così anche nel 1587 quando ci fu un violentissimo terremoto che devastò mezza Umbria e fu così molte altre volte ancora.
Nei secoli la popolazione di Casalalta scese notevolmente di numero, dagli oltre 400 abitanti del 1290, ai 188 del 1809 anno del censimento della riforma Napoleonica.
Attualmente l’intero territorio della frazione conta circa 350 abitanti mentre il nucleo storico del Paese ne conta ormai solo poche decine.
 

Curiosità e particolari

Sulla piazzetta, addossati alla parete destra della chiesa di Santa Maria Assunta, a ridosso delle mura persiste un rudere circolare che era un antico e ampio catino dove le donne del castello a turno mettevano a bagno le lenzuola per fare il bucato, successivamente venivano tolte per essere portate alla fonte per essere lavate a mano.
Il macero delle lenzuola veniva fatto a turno e ogni famiglia poteva disporre del catino almeno una volta al mese.
Accanto al catino si nota ancora nel muro la bocchetta del forno medievale, oggi utilizzato come rimessa per legname; anche questo forno era ad uso collettivo e ogni famiglia della comunità a turno poteva utilizzarlo per cuocere il pane necessario al fabbisogno settimanale del nucleo familiare.
 

Chiesa Parrocchiale di S. Maria Assunta

La chiesa venne edificata nel 1421, sfruttando parte della struttura del castello; al suo interno conserva numerosi affreschi di notevole pregio, oltre ad un organo realizzato nel 1852 dai fratelli Martinelli di Gubbio.
L’abside è completamente rivestito da un affresco raffigurante la “Assunzione ed Incoronazione di Maria Vergine” (pittore spoletino della seconda metà del ‘400), composta dalla scena dominante in posizione centrale, attorniata da una schiera di apostoli e da due angeli.
Sulla parete di fondo vi sono due affreschi: in alto una scena di Crocifissione ed in basso una “Madonna con Bambino fra i santi Andrea apostolo, Sebastiano e Antonio abate“, ad opera di un pittore dei primi del cinquecento forse Matteo da Gualdo.
 

Chiesa di Santa Maria

Sorge alla periferia del paese prima della salita che conduce al castello ed è semiabbandonata, un tempo era custodita e fatta officiare dalla Compagnia del Santissimo Rosario.
 

Chiesa di Santa Liberata

Nei pressi di Casalalta, edificata in mezzo ad un bosco, vi è la chiesetta di Santa Liberata. In onore della santa, si svolge, due volte l’anno il 18 gennaio ed il 5 Agosto la processione religiosa che parte dal bivio di Casalalta fino alla collinetta dove si trova la chiesa.
La chiesa fu distrutta da Carlo Fortebraccio, figlio di Braccio, !asciandovi come unico segno di preesistenza un rocchio di colonna, ma il popolo di Casalalta, sotto la cui parrocchia ricadeva il luogo consacrato ottenne dal papa san Pio V, Michele Ghislieri (1566-1572), il permesso di riedificarla e ciò fu fatto nel 1571; dal 1674 il culto e la custodia vennero affidati alla confraternita del Ss. Sacramento di Casalalta.
Sul muro dell’altare sono dipinte le immagini di Santa Liberata e di Santa Faustina dice il testo “rimasta doppo le ruine del castello di Coldimezzo disfatto da Braccio Fortebraccio da Perugia“.
Sulla parete destra si trovava un altro altare dedicato a San Vito ed al Santissimo Crocefisso con le rispettive immagini affrescate.
In onore della santa, si svolge, due volte l’anno il 18 gennaio ed il 5 Agosto la processione religiosa che parte dal bivio di Casalalta fino alla collinetta dove si trova la chiesa.
 

Fonti documentative

Giorgio COMEZ e Filippo ORSINI – “Collazzone – venticinque secoli di storia” – 1997

http://www.casalalta.it/

 

Mappa

Link alle coordinate

Rispondi a Gianlorenzo Bagatta Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>